Abside della Basilica di San Giovanni in Laterano
20 novembre 2017
Caro don Filippo,
insieme abbiamo consegnato sull’altare il tuo ministero episcopale, abbiamo pregato perché sia riempito della fecondità dello Spirito Santo e condividiamo oggi con te l’emozione e l’onore di servire ancora più da vicino il ministero universale del nostro Vescovo, il Papa Francesco. Ma per mettici non solo di consegnare il tuo ministero, ma anche di esprimerti la gratitudine per il servizio che hai donato alla nostra Chiesa di Roma. Ringraziarti significa oggi riconoscere la tua umile ferialità : hai servito la nostra Chiesa in una presenza fedele, puntuale, ricca di un’umiltà luminosa sempre piena di fiducia, insegnandoci lo stile dell’evangelizzatore.
Se dovessi descrivere cosa abbiamo visto nel tuo servizio alla Diocesi e nella tua presenza in
Vicariato non esiterei a vedere in te realizzato quello che Papa Francesco si augura in Evangelii Gaudium dove dice: “ Abbiamo bisogno di uomini e di donne , che a partire dalla loro esperienza di accompagnamento, conoscano il modo di procedere , dove spiccano la prudenza , la capacità di comprensione, l’arte di aspettare, la docilità allo Spirito, per proteggere tutti insieme le pecore che si affidano a noi …” (EG,171).
Grazie per il tuo modo di procedere, caro don Filippo, per la tua prudenza che ci ha permesso di riconoscere nei dialoghi pacati, misurati e fraterni, un uomo che sapeva sempre giudicare situazioni e leggere la realtà con lucidità e trasparenza, con un silenzio denso di autenticità, equilibrio e semplicità interiore.
Ti ringraziamo per una competente intelligenza offerta alla nostra Diocesi: non solo nella certissima conoscenza giuridica che ha dato in quest’ambito un consiglio sempre chiaro e sicuro ed ha donato certezza in tante occasioni , ma anche nell’impressione che con te bastavano poche parole perché subito coglievi il cuore delle questioni e delle situazioni. Questo non è solo frutto d’intelligenza, che è dono di Dio, ma anche di un uomo che ha testimoniato rettitudine e genuina libertà. Ci hai aiutati molte volte così, a semplificare e a mirare all’essenziale regalandoci in questo l’abbondante ricchezza del carisma carmelitano.
Tutto ciò, infine, era sempre piacevolmente condito da una sana ironia tutta partenopea, che ha incoraggiato a relativizzare le questioni, ha spesso aiutato a guardare con distanza qualche preoccupazione, per fare spazio, invece, alla fede e alla fiducia nell’opera di Dio. Ti ringraziamo di tutto questo, ci sentiamo o norati della tua amicizia e ti auguriamo, sempre citando quel passo di Evangelii Gaudium, di proseguire, con le tue doti “ ascolto rispettoso e capace di compatire” (cfr. EG, 171), la missione di risvegliare “l’ansia di rispondere pienamente all’amore di Dio e l’anelito di sviluppare il meglio di quanto Dio ha seminato nella propria vita”.
Grazie di cuore da tutti noi!