a cura delle Missionarie della Divina Rivelazione
A pochi passi da Piazza di Spagna, sorge la Chiesa di sant’Andrea delle Fratte. Sulla destra è fiancheggiata da una via, stretta e ripida, via Capo le Case, da dove è possibile vedere lo spettacolo del campanile “ballerino”. Si tratta dello splendido campanile del Borromini che oscilla tutto, ogni qual volta, suonano le campane.
Sul finire del XII secolo, la zona si presentava selvaggia e solitaria, vi era un modesto oratorio denominato Sant’Andrea infra hortos, che fu sede nazionale degli scozzesi fino al 1585, quando venne concessa da Sisto V ai Frati Minimi di San Francesco di Paola, che da allora fino ad oggi, con tanta dedizione si prendono cura del santuario. La chiesa era in rovina e i religiosi nel 1604, si rivolsero all’architetto Gaspare Guerra per la realizzazione di una nuova chiesa. Nel 1653, i lavori vennero affidati al Borromini, a cui si deve il disegno dell’abside, del tamburo della cupola e del campanile “ballerino”, ornato di cariatidi in veste di angeli, di torce fiammeggianti e gigantesche decorazioni a forma di spirale. La chiesa è a croce latina con un’unica navata e presenta tre cappelle per lato.
Nell’abside sono presenti tre grandissimi quadri con le storie del martirio di Sant’Andrea, che muore crocifisso sulla croce c.d. “decussata”. Ai lati dell’abside, si trovano i due Angeli che Gian Lorenzo Bernini realizzò per Ponte Sant’Angelo nel 1667; l’Angelo con la “corona di spine” e l’Angelo con il “cartiglio”. Papa Clemente IX decise di collocarli in chiesa per non lasciare che tali opere meravigliose fossero esposte alle intemperie.
Il cuore della chiesa è costituito dalla terza cappella a sinistra dove, il 20 gennaio 1842, la Vergine Maria apparve al giovane e inquieto ebreo Alphonse Ratisbonne, convertendolo alla fede cattolica.
Sull’altare della cappella, figura la bella immagine mariana dipinta da Natale Carta nel maggio del 1842; essa rappresenta la Vergine così come apparve al Ratisbonne. La Vergine è rappresentata a piedi scalzi tra le nubi, il suo sguardo, dolce e malinconico, si volge verso il basso. Indossa una tunica bianca, cinta ai fianchi. I capelli sono sciolti e il capo è circondato da una corona di dodici stelle. Sulle spalle le scende un ampio manto azzurro, ha le braccia tese con raggi di luce, che escono dalle sue mani. L’iconografia dell’immagine è legata alla Medaglia Miracolosa, che Santa Caterina Labouré, delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, vide in una visione il 27 novembre 1830 a Parigi, mentre udiva una voce che le diceva: «Questi raggi sono i simboli delle grazie che Maria ottiene in favore degli uomini». Sull’arco esterno della cappella, l’iscrizione in italiano: «Qui apparve la Madonna del Miracolo – 20 gennaio 1842».
Ecco cosa avvenne quel 20 gennaio 1842: Alphonse Ratisbonne, giovane ebreo miscredente, appartenente ad una ricca famiglia di banchieri di Strasburgo, era diretto per un viaggio di piacere a Gerusalemme. Per un errore si ritrovò a Roma, dove incontrò il barone De Bussières, amico del suo odiato fratello maggiore Théodore, che non solo si era convertito al cattolicesimo, ma era perfino diventato prete. Il barone sfidò Alphonse a portare su di sé la “Medaglia miracolosa” e a recitare la preghiera del “Memorare”, il ragazzo accettò la sfida, pronto a dimostrare che quella pratica fosse una ridicola “superstizione cattolica”.
Il 20 gennaio 1842, verso mezzogiorno, Ratisbonne incontrò il De Bussières, che si stava recando presso la chiesa di Sant’Andrea delle Fratte e gli chiese di accompagnarlo. Alphonse decise di entrare in chiesa incuriosito dalle bellezze artistiche. All’improvviso fu avvolto dall’oscurità, vide una luce nella cappella di san Michele Arcangelo e sull’altare vi era la Vergine, simile nella posizione all’immagine della Medaglia che gli era stata donata, gli intimava con il dito indice di inginocchiarsi. Il giovane si convertì all’istante, comprendendo alla presenza della Madonna, tutta la bellezza e l’autenticità della fede cattolica. Tante volte testimonierà riguardo alla Vergine: “Elle ne m’a rien dit, mais j’ai tout compris” (“Lei non mi ha detto nulla, ma io ho capito tutto”). Appena dieci giorni dopo, il 31 gennaio fu battezzato dal cardinale Vicario Costantino Patrizi, che pochi mesi dopo, il 3 giugno 1842, decretò la verità del miracolo. Alphonse nel 1848 divenne sacerdote e decise di lavorare con il fratello Thèdore in Terra Santa per la conversione degli ebrei al Vangelo.
A sinistra della Cappella della Madonna del miracolo, su di una colonna vi è il busto di San Massimiliano Kolbe, fondatore della Milizia dell’Immacolata e martire nel campo di concentramento di Auschwitz. La sua immagine fu collocata in questa cappella a ricordo della sua prima Santa Messa, ivi celebrata, il 29 aprile 1918, durante la quale affidò tutta la fecondità del suo ministero sacerdotale all’Immacolata.
Anche noi ci affidiamo alla Vergine Maria Immacolata, certi che dove Ella entra, ottiene il dono della conversione e della santificazione, perché ogni grazia scorre, attraverso la Sua potente intercessione, dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi poveri peccatori.
28 maggio 2021