Riconoscere il sacerdote come dono per la propria comunità. Questo vuole essere il messaggio da trasmettere ai fedeli in occasione della Giornata per il sostentamento del clero, che «quest’anno, dalla domenica di Cristo Re, alla fine di novembre, viene anticipata stabilmente alla terza domenica di settembre, dunque la prossima». A spiegarlo è Pierluigi Proietti, incaricato diocesano del Sovvenire, Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, sottolineando come «è importante informare sui meccanismi del sistema di sostegno economico alla Chiesa italiana, sviluppando e migliorando una rete di informazione e promozione» affinché «i fedeli riconoscano il valore della figura del sacerdote e ci siano anche con un’offerta piccola, ma che esprime gratitudine e vicinanza per quanto il sacerdote fa e rappresenta». L’importanza di questo atteggiamento di prossimità «è sottolineata dal nuovo nome che si è scelto di dare alle offerte: Uniti nel dono – sottolinea ancora il referente –. Questo slogan mette in luce il principio di reciprocità e condivisione che rende forti e coese le nostre comunità parrocchiali, dove i fedeli, consapevoli dell’impegno che i sacerdoti assumono nella loro missione, ne sostengono le esigenze quotidiane di vita. Un sostegno che deve andare oltre la singola parrocchia per comprendere l’intera comunità dei cattolici italiani».
L’impegno dei sacerdoti, riflette Proietti, «lo vediamo ogni giorno: accolgono chi è in difficoltà, ci ascoltano quando abbiamo bisogno, organizzano attività per giovani e meno giovani, confortano i più soli. Nella pandemia non hanno smesso di raggiungere i malati con i sacramenti, spesso trovando risorse e nuovi modi per esserci vicini, presenti».
Quanto raccolto per i sacerdoti «è destinato al sostentamento di tutti i 34 mila preti diocesani italiani – illustra ancora –. L’espressione “Offerte per il sostentamento del clero” risale al 1989, quando questa nuova possibilità di condivisione ecclesiale entrò in vigore». Un’azione quindi condivisa «con il popolo dei fedeli, perché lo stipendio dei sacerdoti non è qualcosa di cui si occupa il Vaticano ma la Chiesa come comunità». Ogni fedele che dona ai sacerdoti non contribuisce quindi solo alle necessità quotidiane del proprio parroco, ma a quelle di tanti altri preti operanti in comunità più piccole e meno fortunate, lontane geograficamente ma in comunione fraterna le une con le altre. L’Istituto centrale per il sostentamento del clero infatti ripartisce le offerte raccolte in forma di remunerazione mensile ai 34mila sacerdoti italiani: 32mila sono in attività nelle 25mila parrocchie italiane, circa 2mila sono preti anziani o malati mentre oltre 400 sono i fidei donum, sacerdoti diocesani in missione nei Paesi del mondo. «La remunerazione mensile – sottolinea Proietti – è pari a circa 900 euro netti per un sacerdote appena ordinato e a poco più di 1.400 euro per un vescovo ai limiti della pensione».
L’incaricato spiega poi che nel Lazio sono 2.800 i sacerdoti, «impegnati per la maggior parte a Roma, e può essere indicativo far sapere che attualmente le offerte per il fabbisogno dei sacerdoti nella nostra regione coprono solo l’1,7% del totale, quindi una parte irrisoria». Per questo, «per quanto necessario si deve attingere ai fondi dell’8xmille, decrementando e intaccando le quote per iniziative di carità, legate alla pastorale o per il mantenimento strutturale delle chiese». Ricordando infine come le offerte sono deducibili, «cioè chi le versa può dedurle dalle tasse fino a 1.032,91 euro ogni anno», e che «è inoltre possibile contribuire sempre, tutti i giorni dell’anno, anche più volte l’anno, sia con un contributo diretto, sia mediante conto corrente postale o bonifico», Proietti rende nota «una novità di quest’anno, ossia la possibilità, per chi ha familiarità con il digitale, che è diventato uno strumento ancora più importante dopo i vincoli posti dalla pandemia, di pagare anche on-line, attraverso il nostro sito e tramite un QR-code».
di Michela Altoviti da Roma Sette
15 settembre 2021