L’itinerario artistico del pittore nella città dei Papi raccontato da monsignor Andrea Lonardo, con l’intervento, tra gli altri, del direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta.
Si snoda a partire dal Pantheon l’itinerario artistico del video dedicato a “Raffaello, Roma e l’ideale del Rinascimento”, disponibile sul canale YouTube dell’Ufficio diocesano per la cultura e l’università, che lo ha curato insieme a quello per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport, nell’anniversario dei 500 anni dalla morte dell’artista urbinate. «Per amore all’arte classica, Raffaello scelse il tempio dedicato a tutte le divinità come luogo di sepoltura – spiega monsignor Andrea Lonardo, direttore del Servizio per la cultura e l’università della diocesi e autore–narratore del progetto –, lasciando nel testamento indicazioni affinché sulla sua tomba venisse posta la statua della Madonna con il Bambino», a dire che la cultura greca e latina «doveva essere unita ai valori del cristianesimo».
Di questo c’è traccia anche nella chiesa di Santa Maria della Pace, dove il pittore «realizza, nella cappella della famiglia Chigi – spiega ancora Lonardo –, l’affresco delle Sibille, donne pagane che profetizzano la venuta di Cristo». L’urbinate cura anche «l’intero progetto architettonico della cappella dei Chigi in Santa Maria del Popolo, su commissione dell’amico banchiere Agostino, morto soltanto 4 giorni dopo Raffaello e che qui è sepolto». I due decessi ravvicinati «lasciarono Roma sotto shock – sottolinea il sacerdote –, provocando stupore e sgomento come oggi fa una malattia improvvisa come il coronavirus».
La morte prematura dell’urbinate, a soli 37 anni, è il motivo dell’incompiutezza di tante sue opere romane; tra tutte, «le famose Stanze di Raffaello, che oggi ammiriamo ai Musei Vaticani – continua Lonardo – e che sono la ragione per cui venne a Roma, chiamato da Papa Giulio II». Con l’intervento del direttore dei Musei, Barbara Jatta, il video guida in particolare alla scoperta «dell’ultima stanza, detta di Costantino, in cui recenti studi hanno attestato che è la mano di Raffaello ad avere dipinto le personificazioni di Amicizia e Giustizia».
Altre due partecipazioni illustri – quelle di Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’arte moderna alla Sapienza, e di Antonio Sgamelotti, professore emerito dell’Università di Perugia – interessano il video relativamente a Villa Farnesina. Oggi sede dell’Accademia dei Lincei, fu «la villa di piacere del banchiere Chigi – illustra Lonardo –, dove Raffaello progettò l’affresco di tutta la loggia, con la famosa allegoria di Amore e Psiche».
Spazio anche per il Raffaello architetto, con la visita alla chiesa di Sant’Eligio degli Orefici e l’intervento del console camerlengo dell’Università e Nobil Collegio degli orefici, gioiellieri e argentieri, Aldo Vitali.
Fonte: Michela Altoviti http://www.diocesidiroma.it/