I Premi Don Andrea Santoro in occasione del mese missionario straordinario

Suor Marzia Feurra

Sabato 12 ottobre l’evento di pixel art promosso da Cefa a piazza del Popolo, per sensibilizzare sulla fame nel mondo, in particolare in Africa. Sabato 19 la giornata dedicata ai diritti dei bambini, con un percorso ludico-didattico per i più piccoli e la tavola rotonda per i loro genitori. E poi, il 26 ottobre, la consegna dei premi intitolati a don Andrea Santoro, il sacerdote fidei donum ucciso a Trabzon, inTurchia, mentre pregava, con la Bibba tra le mani. Aspettando la conclusione il 31, con la veglia a San Giovanni in Laterano.

Tra le iniziative previste nella diocesi di Roma per questo mese missionario straordinario, quella del premio è forse la novità più significativa: un riconoscimento a chi si è speso per il dialogo interreligioso e la missione, come il prete originario di Priverno alla cui memoria è dedicato. A riceverlo, nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense, saranno suor Anna Bacchion e suor Marzia Feurra, missionarie della Consolata a Djibuti; padre Sebastiano D’Ambra, missionario del Pime nelle Filippine; la Comunità Missionaria Intercongregazionale di Haiti; e i coniugi Luigi e Isabella Bencetti.

Le prime sono due religiose che da anni risiedono ad Ali Sabieh, impegnate nel campo sanitario, nella scuola, nel servizio ai disabili e nella promozione della donna. Suor Marzia, classe 1938, per quarant’anni ha vissuto in Somalia, fino al 2007. «Nel 1998 venne rapita – ricordano dal Centro missionario diocesano – e, a testimonianza dell’amore del popolo verso di lei e le altre sorelle, furono le donne di Mogadiscio, circondando la casa in cui era trattenuta, a costringere i rapitori a rilasciarla con un sit-in pacifico». Suor Anna invece prestava servizio in Libia, e fu destinata a Djibouti nel 2004.

Padre Sebastiano D’Ambra si trova nelle Filippine dal 1977, nell’isola di Mindanao, «caratterizzata da una forte presenza musulmana – rimarcano dal Centro missionario –. La zona da lungo tempo è lacerata da tensioni con il governo centrale, da attentati terroristici, rappresaglie e forme di guerriglia». Padre D’Ambra, fin dal suo arrivo, si è occupato non solo della comunità cristiana locale, ma ha anche cercato di inserirsi nell’ambiente musulmano, «nel segno del dialogo, facendo pure da mediatore con gruppi di miliziani islamici». Nel maggio 1984 ha dato vita la movimento di dialogo islamico-cristiano Silsilah (catena), da cui sono scaturiti poi la Comunità Emmaus – un gruppo di laiche consacrate riconosciuto dalla diocesi nel 1997 – e l’Harmony Village.

Dalle Filippine ad Haiti: è qui che dal 2010 opera la Comunità Missionaria Intercongregazionale (Cim), nata per rispondere alle sofferenze della popolazione dopo il terremoto del 12 gennaio di quell’anno. Attualmente la comunità è formata da una sorella missionaria comboniana, una mercedaria e una sorella della congregazione messicana Maestre cattoliche. «A partire dalla ricchezza del carisma di ciascun istituto – spiegano dal Centro missionario diocesano – la Cim desidera essere espressione della vicinanza e dell’amore misericordioso di Dio che cammina in mezzo al suo popolo».

Gli ultimi premiati saranno Luigi e Isabella Bencetti, coniugi romani; ordinato diacono permanente della diocesi di Roma nella parrocchia dei Santi Protomartiri, ha chiesto di poter prestare servizio a Carabayllo, in Perú, dove dal 2001 al 2007 ha vissuto con la moglie. «A Luigi e Isabella è assegnata una piccola casa con annessa cappellina dedicata alla Vergine di Loreto – raccontano dal Centro missionario – per servire circa 40mila persona residenti in modo stabile nella più assoluta precarietà, non solo economica ma anche di ogni genere di servizi essenziali». Gli anni nel Paese latinoamericano vedono la costante presenza di altri membri della comunità diaconale della diocesi di Roma con le loro mogli, che aiutano la missione insieme a tanti giovani provenienti soprattutto dalla parrocchia di origine di Luigi. Il servizio dei coniugi Bencetti si interrompe però nel 2007, quando sono costretti a rientrare in Italia a causa di problemi di salute di Luigi, che morirà l’anno successivo.

10 ottobre 2019