La veglia a San Giovanni, nel segno dell’«umiltà»

Sabato sera, nella basilica di San Giovanni in Laterano, i fedeli ascoltavano attenti la voce di Papa Giovanni Paolo I: «Per me è legge di Dio che non si possa fare del bene a qualcuno, se prima non si vuole bene. Per questo, san Pio X, entrando patriarca a Venezia, in San Marco, aveva esclamato: “Cosa sarebbe di me, veneziani, se io non vi amassi?”. E ai romani io dico qualcosa di simile: posso assicurarvi che vi amo, che desidero solo entrare al vostro servizio e mettere a disposizione di tutti le mie povere forze, quel poco che ho e che sono». A diffonderla naturalmente erano gli altoparlanti, che hanno riproposto l’omelia pronunciata dal pontefice il 23 settembre 1978, in occasione della presa di possesso della Cathedra romana. Domenica è stato proclamato beato da Papa Francesco durante la Messa sul sagrato di San Pietro.

Sabato la veglia di preghiera nella basilica lateranense, guidata dal cardinale vicario Angelo De Donatis, ha voluto ricordare Papa Luciani e il suo pontificato, durato solo 34 giorni. Le letture scelte erano le stesse di quel 23 settembre di tanti anni fa; a ciascuna è seguito l’audio con il commento di Giovanni Paolo I stesso. Sugli schermi montanti nella basilica, intanto, scorrevano le immagini di quella celebrazione insieme a fotografie del Santo Padre, grazie alle clip realizzate dalla collaborazione tra la diocesi di Roma, la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I e Telepace, che ha anche trasmesso in diretta il momento di preghiera.

Alle due letture e al Vangelo sono seguite tre toccanti testimonianze: quelle di Lina Petri, nipote di Albino Luciani; di suor Margherita Marin, delle Suore di Maria Bambina, che fu al servizio del Santo Padre nel suo breve pontificato; e di padre Juan José Dabusti, sacerdote dell’arcidiocesi di Buenos Aires che ha impetrato il miracolo per l’intercessione di Giovanni Paolo I a favore dell’allora undicenne Candela Giarda.

Alla fine ha preso la parola il cardinale De Donatis, presente anche alla Messa del 1978. «Anch’io partecipai all’Eucarestia in questa basilica gremitissima di fedeli e sacerdoti venuti per accogliere il nuovo vescovo – ha ricordato –. Ero un giovane seminarista prossimo all’ordinazione diaconale, ma ho un ricordo vivo della gioia dell’assemblea diocesana festante riunita in questa Cattedrale e del dolore che colpì tutti, solo pochi giorni dopo, in occasione della celebrazione del funerale di Papa Luciani, durante il quale ebbi l’onore di prestare servizio liturgico». Poi una breve meditazione su «una parola – ha proseguito il porporato –, che a mio avviso, racchiude meglio di altre, la testimonianza di santità di Albino Luciani, scelta non a caso nel suo motto episcopale: “Humilitas, Umiltà!” Egli nella sua vita ha saputo vivere autenticamente la virtù dell’umiltà, come dono dello Spirito, che gli ha permesso di fare spazio a Dio». L’invito è allora a «rivestirci tutti di umiltà», incoraggiati e guidati dalla testimonianza del beato Papa Giovanni Paolo I.

Il testo completo dell’omelia del cardinale De Donatis

5 settembre 2022