A San Giovanni in Laterano le ordinazioni sacerdotali

Sono cinque i diaconi che sabato 3 ottobre, alle ore 17.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano, saranno ordinati sacerdoti dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Quattro di loro si sono formati al Pontificio Seminario Romano Maggiore mentre uno ha studiato al Collegio diocesano Redemptoris Mater. La celebrazione verrà trasmessa in diretta su Nsl (canale 74 del digitale terrestre) e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

Si tratta di Jorge Gomis Coloma, 37 anni, originario di Valencia, arrivato a Roma appositamente per frequentare il seminario. «La mia vocazione è arrivata tardi – racconta –; avevo un altro progetto di vita, un lavoro, una fidanzata. Ma poi all’improvviso ho perso il lavoro e la mia storia d’amore è finita. Sono entrato in crisi profonda, e ne sono uscito solo grazie al Signore. Ho capito che i progetti che avevo fatto fino a quel momento per la mia vita non erano niente in confronto a quello che Lui aveva in serbo per me». Don Jorge è stato assegnato alla parrocchia di Sant’Alberto Magno, dove spera di rimanere per qualche anno. Poi spostarsi, anche lontano. «Stare Roma è bellissimo – dice –, ma il nostro è un seminario missionario, ha il carisma della missione».

Una vocazione matura pure quella di Simone Bellato, 38 anni, un cammino nato e cresciuto nella parrocchia di San Giovanni Evangelista a Spinaceto. «In parrocchia ci sono i Figli dell’Amore Misericordioso e la mia fede si è nutrita grazie a loro, ai sacerdoti che ho incontrato, ai numerosi pellegrinaggi fatti al santuario di Collevalenza e in Terra Santa», spiega. Eppure non avrebbe mai pensato al sacerdozio. «Diciamo che ero molto impegnato! – scherza – Ho studiato Scienze Politiche a Roma Tre e sono stato anche in Erasmus, poi facevo parte degli scout, suonavo il basso in due gruppi diversi. Avevo una vita molto piena, ma dentro di me percepivo un vuoto». Da lì l’idea di frequentare il cammino dei Dieci Comandamenti con don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni della diocesi: «Sono riuscito finalmente a dire di sì alla chiamata del Signore, che in qualche modo percepivo da almeno dieci anni». Adesso don Simone presta servizio nella parrocchia di San Bernardo di Chiaravalle.

A Santa Maria Addolorata è invece affidato Mario Mesolella, trentaseienne napoletano, cresciuto tra Sparanise (Caserta), Villammare di Vibonati (Salerno) e Foligno. «Sono i miei luoghi del cuore e qui potrò celebrare le prime Messe», annuncia. Ma la sua vocazione è legata anche ad Assisi, ai corsi vocazionali di padre Giovanni Marini: «Grazie a quella esperienza ho capito che il Vangelo poteva essere veramente incarnato nella mia vita – dice –. Non mi sento diverso da tanti altri, ma capisco di essere strumento tra le mani di Dio».

È cresciuta nella parrocchia di Santa Galla, tra una partita di pallavolo in oratorio e il catechismo, la vocazione di Diego Del Fa, 27 anni, romano, assegnato alla comunità di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. «Quando ho detto ai miei genitori che volevo entrare in seminario, non l’hanno presa benissimo – confida il futuro sacerdote –. Avevano tanti sogni e aspettative sulla mia vita e in qualche modo erano anche distanti dalla fede. A me piace dire che hanno fatto questo percorso insieme a me, perché adesso invece collaborano attivamente con la parrocchia, sono impegnati nella Caritas e nei corsi prematrimoniali. Anche loro hanno fatto un percorso bello di avvicinamento al Signore».

Viene da «una famiglia molto credente», invece, Francesco Palazzo, 34 anni, romano, che fin da piccolo ha frequentato l’Opus Dei. «Ma non pensavo di diventare prete – ammette –, ero fidanzato e con la mia ragazza partecipammo a un corso per fidanzati ad Assisi, dalle Suore Francescane Alcantarine. Da quell’esperienza uscii però frastornato. Ho iniziato quindi una direzione spirituale, che mi ha fatto comprendere che mi avvicinavo a una vita esclusiva per il Signore». Sta prestando servizio a San Roberto Bellarmino. «La mia vocazione – conclude – passa per il sentirmi amato per quello che sono e sentirmi chiamato nonostante quello che sono».

1 ottobre 2020