A San Pio X presto l’inaugurazione di “Casa Speranza”

Nella parrocchia San Pio X alla Balduina si porta avanti una pastorale che abbraccia diverse dimensioni della vita cristiana, proponendo una Scuola di preghiera che si traduce in carità e percorsi di crescita personale e collettiva. Una realtà che il parroco don Andrea Celli definisce «viva, efficace e comunitaria». Il giovedì si «impara a pregare pregando», approfondendo forme di spiritualità. La preghiera del cuore è stata spiegata da un monaco camaldolese, quella ignaziana da un gesuita, la preghiera di adorazione da una suora carmelitana. Giovedì scorso, in occasione della visita pastorale, il cardinale vicario Baldo Reina si è soffermato sulla preghiera con i salmi.

L’orazione poi diventa impegno concreto. «A giugno, o al massimo a settembre, sarà inaugurata “Casa della Speranza” – afferma don Andrea –. Accoglierà principalmente genitori i cui figli sono ricoverati nei centri oncologici. Sarà il segno giubilare della parrocchia». Il progetto ha generato «una cultura di condivisione – osserva –. Giovani e anziani hanno proposto di mettere a disposizione stanze libere nelle loro case o appartamenti di proprietà al momento sfitti per una Casa della Speranza diffusa. È un bell’esempio di come la carità generi carità e promuova una cultura dell’accoglienza».

Le “cuoche solidali” ogni mese preparano cento pasti per i senza dimora che gravitano nei pressi della stazione Tiburtina. Ogni mese la parrocchia organizza un pranzo comunitario per i più bisognosi i quali, «attraverso il centro di ascolto, sono sostenuti anche a livello sociale e sanitario – dice don Celli –. Medici del policlinico Gemelli offrono visite private a persone fragili o li indirizzano a visite specialistiche». Oltre al doposcuola per gli studenti c’è il progetto “Welcome”. Offre corsi gratuiti di italiano per badanti, colf e stranieri in collaborazione con l’Università di Perugia e rilascia diplomi riconosciuti. Oltre al gruppo giovanissimi per i ragazzi del post cresima, quello giovani per studenti dal secondo al quinto superiore, in parrocchia ci sono i gruppi universitari e giovani adulti.

Per questi l’aspetto formativo si estende alla dimensione sociale e politica con il Progetto persona, «un percorso di approfondimento sulla dottrina sociale della Chiesa e la cittadinanza attiva – dichiara don Andrea –. Si affrontano temi cruciali come il fine vita, la giustizia sociale. Il cristiano deve avere la vocazione di portare avanti il bene comune, di rimettere la persona al centro». Tra i referenti del progetto c’è Giacomo, 27 anni. «Gli incontri – spiega – spaziano da conferenze magistrali a laboratori esperienziali. La dimensione spirituale deve andare di pari passo con una presa di coscienza per mettersi a servizio della collettività. I laboratori sono spaccati di vita che difficilmente all’università si riescono a replicare». Martina, 24 anni, è educatrice dei giovanissimi: «Li coinvolgiamo attivamente nella carità – afferma –. I ragazzi delle medie e del primo superiore sono coinvolti in attività di volontariato come la distribuzione di alimenti ai poveri, la visita agli anziani, l’aiuto ai coetanei in difficoltà. È importante far capire loro che essere cristiani non è da sfigati, è una bellezza che coinvolge il cuore e l’azione concreta». (di Roberta Pumpo da Roma Sette)

23 febbraio 2025