A Sant’Eligio il presepe vivente per ricostruire la chiesa

Trenta capanne in legno realizzate dai parrocchiani, per raccontare altrettante scene della Betlemme in cui nacque Gesù: dalla scuola rabbinica al mercato, dalla bottega del fabbro alla casa patrizia, passando per Erode e le sue ancelle che fanno festa, il coniatore di monete, l’esattore, lo speziale, i centurioni. Poi la casetta più grande, decorata da semplici balle di fieno, con Maria, Giuseppe, il bue e l’asinello. Non saranno gli unici due animali presenti nel presepe vivente della parrocchia di Sant’Eligio, organizzato quest’anno per la prima volta, che prevede diverse rappresentazioni a partire da domenica 19 dicembre. Ci saranno anche le pecore, i cavalli in sella ai quali il 6 gennaio arriveranno i Magi, e l’asinello che, tra una settimana, porterà Maria a bussare alle porte delle diverse capanne, in cerca di ospitalità.

Allestito su una superficie di 2.500 metri quadri, davanti alla parrocchia del Villaggio Prenestino, è stato interamente messo su dai fedeli, che si sono improvvisati chi falegname, chi sarta, chi muratore. Oltre 120 le persone coinvolte nella preparazione. «Ci hanno dato una mano anche persone abitualmente lontane dalla vita parrocchiale», racconta Pietro Fiore, il responsabile dell’allestimento del presepe vivente. «Abbiamo lavorato quasi tutti i fine settimana a partire dal mese di agosto – prosegue –, realizzando da zero capanne di legno di tre metri per tre. Per l’ingresso abbiamo invece costruito un arco e delle mura di cinta, davanti alla quale sosteranno due soldati romani. Questa macchina organizzativa è andata avanti grazie al duro lavoro di papà, mamme, nonni e volontari che hanno donato e donano il proprio tempo libero per un futuro migliore».

Cento i figuranti per le nove rappresentazioni pomeridiane (il 19, il 25 e il 26 dicembre; 1, 2, 6, 7, 8 e 9 gennaio), più due la mattina, a fine dicembre, per la scuola del quartiere alla periferia Est di Roma. Ogni volta ci sarà anche un particolare accompagnamento musicale, con gli zampognari o con un coro. «Il presepe vivente è un’opera nuova per la nostra comunità, un obiettivo che coinvolge tutti – sottolinea il parroco padre Dario Frattini –. I nostri sforzi saranno le fondamenta per la costruzione o l’ampliamento della nostra chiesa e la realizzazione dell’oratorio per i nostri piccoli». La chiesa di Sant’Eligio infatti è «piccolissima, ci saranno quaranta posti a sedere, ed è inadeguata rispetto al numero di abitanti della zona, che sono ormai sopra i novemila», aggiunge il sacerdote. Attualmente le Messe vengono celebrate in una grande tensostruttura, che consente l’ingresso a un maggior numero di fedeli.

13 dicembre 2021