Bambino Gesù, separate le siamesi provenienti dal Burundi

Le piccole, 7 mesi il 5 gennaio, erano unite per la zona sacrale. L’intervento, realizzato il 30 novembre, è durato 12 ore e ha coinvolto 4 equipe, per un totale di 25 persone. È il terzo caso nella storia dell’ospedale

Il 5 gennaio compiranno 7 mesi, Francine e Adrienne. E potranno festeggiare guardandosi negli occhi. Il 30 novembre scorso infatti le due gemelline siamesi provenienti dal Burundi sono state separate all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, con un intervento durato 12 ore che ha impegnato 4 diverse equipe, per un totale di circa 25 persone, coordinate da Pietro Bagolan, direttore del dipartimento di Neonatologia medica e chirurgica. Le piccole, posizionate schiena contro schiena, erano unite per la zona sacrale e condividevano  il midollo spinale e la parte terminale dell’intestino ano-retto.

Per il Bambino Gesù è il terzo caso del genere. Solo poche settimane fa, a ottobre, è stato eseguito l’intervento su Rayenne e Djihene, le piccole algerine unite per il torace e per l’addome. L’unica altra operazione di questo tipo nell’ospedale pediatrico della Santa Sede risale all’inizio degli anni 80, più di 30 anni fa, e fu eseguita su due gemellini maschi. Chirurghi neonatologi, neurochirurghi, chirurghi plastici, anestesisti, strumentisti e infermieri, ognuno con la responsabilità di una precisa fase dell’intervento: per le neonate burundesi hanno lavorato tutti “pro bono”. Il loro percorso clinico e chirurgico infatti rientra nell’ambito delle attività umanitarie dell’ospedale, che negli ultimi 2 anni ha trattato circa 100 casi facendosi carico di tutte le spese, provenienti dai Paesi di tutto il mondo. La preparazione, riferiscono dall’ospedale, è durata 3 mesi e ogni fase è stata studiata e pianificata con l’ausilio di stampe 3D, Tac e risonanze tridimensionali. «Il nostro obiettivo prioritario – spiega Bagolan – era garantire alle bambine la migliore qualità di vita possibile tenendo conto che torneranno a crescere in un’area geografica in cui i presìdi sanitari sono una rarità».

La mamma delle piccole, Gertrude, raccontano dal Bambino Gesù, «è andata a partorire le sue bambine in motorino. Il 5 luglio 2017non ha idea di cosa le capiterà di lì a poco. Ha già due figli di 12 e 4 anni, sa come funziona il suo corpo e capisce che è ora di andare. Così, in sella a un motorino, accompagnata da un’amica, lascia Butihinda, villaggio nel nord del Burundi dove vive, per raggiungere il primo presidio sanitario disponibile, a 40 minuti di viaggio». Lì, con un parto naturale dà alla luce 3 gemelle: Jezerine – ora accudita dalle suore nel suo Paese – e Adrienne e Francine, bambine congiunte. «Nella piccola struttura sanitaria di Buhorana non sono in grado di aiutarle. Viene deciso di trasferire mamma e gemelle siamesi nella lontana Bujumbura, in un centro medico più attrezzato – riferiscono -. Ma anche nella capitale burundese Gertrude si sente dire che per le sue bambine non c’è futuro. La speranza, invece, arriva da una onlus italiana, Kamar, che prende subito contatto con il Bambino Gesù e si fa carico delle spese del viaggio aereo verso Roma».

Gertrude, Adrienne e Francine arrivano nell’ospedale pediatrico della Santa Sede il 30 agosto. Vengono accolte nel reparto di Neonatologia. «La mamma è spaesata per l’improvvisa immersione in un mondo tutto nuovo e così diverso dal suo. Le bambine sono piccolissime. Medici e infermiere si prendono cura di loro». Gertrude, che parla solo il kirundi, viene affiancata da una mediatrice culturale che la accompagna e la sostiene in ogni momento della giornata. Ora va anche a scuola. Sta imparando a leggere, a scrivere e a pronunciare qualche frase in italiano. Fra non molto potrà riportare le sue piccole a casa, nel suo villaggio, per far conoscere loro il resto della famiglia.

21 dicembre 2017