In questo nuovo anno pastorale, in cinque prefetture della diocesi, diciassette parrocchie avvieranno la sperimentazione di una nuova modalità di iniziazione cristiana dei bambini. «Su richiesta iniziale del Consiglio episcopale – spiega don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico del Vicariato –, si è costituito un gruppo di lavoro di 25 persone tra laici e consacrati, che per un anno ha lavorato alla stesura di questo progetto, ora in partenza a livello sperimentale, con l’intento di verificare la bontà di alcune scelte». Nelle parrocchie coinvolte, accanto «al tradizionale percorso di iniziazione cristiana, si attiverà in parallelo la nuova proposta, che prevede l’anticipo ai 6 anni, con un percorso diverso».
Il primo elemento di novità è infatti l’anticipazione dell’iniziazione, «coinvolgendo il bambino in un’età più precoce, e mettendolo dunque a contatto prima con la Parola, creando un unico percorso col quale completare l’iniziazione cristiana cominciata con il Battesimo». Ciò equivale a dire che tra i 6 e i 9 anni il bambino si accosterà a tutti e tre i sacramenti ossia la Confessione, la Comunione e la Cresima, «ma con un ordine inverso – mette in luce Cavallini -, rispetto a quello cui siamo tradizionalmente abituati, che in realtà è quello indicato dal Catechismo della Chiesa cattolica e che segue l’ordine teologico dei sacramenti». Così a 6 anni, in corrispondenza della frequenza del primo anno di scuola primaria, il bambino «si accosterà alla Cresima, un sacramento che non ha un’età specifica e che rappresenta il completamento e la pienezza del Battesimo». Cavallini spiega che la scelta di far celebrare la Confermazione in età adolescenziale nacque da «un tentativo pastorale recente dei vescovi, che nel 1968 ritennero di utilizzare la preparazione a questo sacramento per fare catechesi ai giovani, ma sono scelte contestualizzate al periodo storico». Specificando che l’iniziazione del bambino alla Cresima «comincerà dopo il tempo di Natale per concludersi con la celebrazione del sacramento all’inizio della classe seconda», il sacerdote fa sapere che «nei mesi precedenti si sposterà l’attenzione dal bambino alla famiglia, coinvolgendo quindi i genitori, che nel tempo della scuola primaria sono molto presenti rispetto alle attività dei propri figli, mentre lo sono meno man mano che crescono e tale spostamento del baricentro è un grande obiettivo a cui mirare».
Al termine del secondo anno di scuola elementare, quindi, il bambino si accosterà alla prima Comunione mentre sarà alla fine della classe terza, e dunque a 8 anni, che riceverà il sacramento della Confessione, ossia «dopo avere vissuto la Messa domenicale con continuità perché capita oggi spesso che il bambino arrivi a ricevere la prima Comunione e poi smetta di prendere parte all’Eucarestia, non vivendo più quindi il sacramento cui ora Battesimo e Cresima abiliteranno», sono ancora le parole di Cavallini, che osserva come a 8 anni «il bambino perviene alla consapevolezza morale e quindi la Confessione in questa fase risulta essere in armonia con il suo sviluppo, anche se questo non vuol dire che il tema del bene e del male, e dunque del peccato, non venga affrontato in precedenza». C’è poi «il quarto anno – continua –, che non prevede la celebrazione di alcun sacramento: si tratta dunque di vedere se si sarà stati in grado di instaurare un rapporto di fiducia con le famiglie e una continuità della partecipazione alle attività di catechesi e alla Messa senza l’obiettivo di un sacramento da celebrare».
A tutti i catechisti e in particolare a quelli delle parrocchie coinvolte dalla sperimentazione, l’Ufficio catechistico propone quest’anno due corsi di formazione, che si svolgeranno in modalità online. Uno per la formazione di base, l’altro sul tema del kerygma, per verificare e migliorare la dimensione di annuncio che è necessaria in ogni attività pastorale.
di Michela Altoviti, da Roma Sette di domenica 12 settembre 2021