Il cardinale vicario Angelo De Donatis aveva fatto appello alla generosità di tutti, all’inizio della Quaresima, invitando a fare «un segno di prossimità verso i nostri fratelli e sorelle detenuti», donando una colomba o della biancheria intima nuova, sia maschile che femminile. E la solidarietà è stata tanta, da parrocchie, comunità religiose, colleghi e singoli fedeli. Lo raccontano dall’Ufficio diocesano per la pastorale carceraria: «Abbiamo già raccolto circa duemila colombe e abbiamo anche tantissima biancheria e prodotti per l’igiene personale», dice Chiara d’Onofrio, dell’Ufficio diocesano, oltre che volontaria alla Casa Circondariale Femminile di Rebibbia. Proprio lì si recherà Papa Francesco nel pomeriggio del Giovedì Santo per la Messa in Coena Domini e laverà i piedi ad alcune detenute. «Sono tutte molto emozionate e contente per questa visita, c’è grande fermento», aggiunge d’Onofrio.
I riti pasquali saranno vissuti in modo speciale anche negli altri penitenziari della Capitale. Oggi pomeriggio (venerdì 22 marzo) a Rebibbia Nuovo Complesso si terrà una Via Crucis presieduta dal vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per l’Ambito della diaconia della carità. Oltre ai detenuti, al personale carcerario, ai volontari, ai cappellani, il momento di preghiera sarà aperto alla partecipazione di 25 fedeli, in particolare dalle parrocchie che hanno donato colombe e biancheria ai reclusi.
Ancora, nel pomeriggio del Venerdì Santo si terrà una Via Crucis anche all’Istituto Penale per i minori Casal del Marmo, che sarà guidata dal vicegerente della diocesi, il vescovo Baldo Reina. Anche in questo caso, oltre ai giovani detenuti, agli agenti, educatori e volontari, sarà presente il cappellano don Nicolò Ceccolini e cinque fedeli per ogni parrocchia della zona. «Ogni comunità preparerà una stazione, tutte sul tema dell’incontro, ad esempio con Giuda, con Pilato, con il Cireneo – illustra d’Onofrio –. I ragazzi, aiutati da don Nicolò, stanno preparando la stazione relativa all’incontro con la Madre. Il desiderio è quello di promuovere un ponte tra “dentro” e “fuori”, che le mura siano abbattute nella mentalità, che il carcere, e chi vi e ristretto, sia sempre più integrato nel territorio».
22 marzo 2024