Fr. Alois di Taizé: «L’amore di Cristo avrà l’ultima parola»

Una preghiera per la pace e per il cammino sinodale si è svolta nella chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, animata dalla Comunità di Taizé e dal priore Fr. Alois, in questi giorni in visita a Roma dopo gli anni difficili della pandemia. Erano presenti anche alcune rappresentanze della Chiesa ortodossa e alcuni giovani della Chiesa riformata accompagnati da monsignor Marco Gnavi, delegato della diocesi di Roma per l’Ecumenismo e il dialogo.

I canoni, brevi espressioni meditative in canto, la Parola di Dio nelle diverse lingue, la Croce di Taizé, posta al centro per la comune adorazione, sulla quale ognuno ha posto il capo, insieme alle comuni domande e speranze. «Abbiamo cantato dona la pace Signore! Preghiamo per la pace! Abbiamo anche cantato parole più difficili in questo momento: beati voi poveri», ha ricordato Fr. Alois nella breve meditazione pronunciata a braccio. «Riceviamo messaggi dall’Ucraina e dalla Russia – ha aggiunto – e si vedono, in questa situazione impossibile e di male, alcuni segni di speranza da sostenere con la nostra preghiera, certi che l’amore di Cristo avrà l’ultima parola».

Raccontando l’incontro con Papa Francesco, che lo ha ricevuto in udienza, ha testimoniato il momento di silenzio comune davanti alla tragedia della guerra in atto: «È il silenzio della preghiera, a raggiungere la gente che soffre». Poi con il Papa Fr. Alois ha parlato del sinodo: «Che viene in un momento cruciale. Siamo consapevoli di essere tutti legati gli uni agli altri con l’umanità e con l’intera creazione. Nello stesso tempo, esistono alcune polarizzazioni a livello sociale, politico, etico. Questo causa divisioni nella società, tra i Paesi, nelle famiglie e nelle nostre Chiese. Il sinodo, allora potrà essere un momento di unità». Il priore di Taizé, ha affermato di condividere con il Papa un sogno: «Un grande raduno non solo con i delegati del sinodo, ma con il popolo di Dio e con i fratelli delle altre Chiese. Un momento di preghiera e di raduno, come un respiro, per celebrare l’unità già compiuta in Cristo. In effetti: Non siamo noi a fare l’unità, ma dobbiamo ricevere l’unità di Cristo in una preghiera comune». E ha concluso auspicando un incontro di preghiera a Roma e contemporaneamente in altre parti del mondo.

23 marzo 2022