«Questa sera mi commuove molto vedere qui i presbiteri che festeggiano l’anniversario di ordinazione, il Giubileo sacerdotale dei 25, 50 e 60 anni. Voi siete per il Popolo di Dio, insieme con noi vescovi, saggi architetti dell’edificio spirituale che è la Chiesa. (…) È bello che stasera vi siate radunati anche voi, operatori della Carità della Chiesa. Siete il segno di quella gratuità divina che non esclude nessuno. Voi testimoniate che nella Chiesa il “materiale” che tiene unito il tutto, la linfa vitale che dà vita a tutto il corpo, è la carità. Voi siete a contatto con i poveri e i sofferenti, sempre più numerosi, a contatto con le storie dolorose di tante famiglie. Siete il cuore della Chiesa che si mette in ascolto del grido della città». Sono parole del cardinale vicario Angelo De Donatis, che ieri (mercoledì 9 novembre) ha presieduto la Messa di dedicazione della basilica di San Giovanni in Laterano. Alla celebrazione hanno partecipato i sacerdoti che celebravano i giubilei sacerdotali e gli operatori della Caritas diocesana di Roma, ai quali ha conferito il mandato.
«A Roma un bambino su quattro nasce in una famiglia in povertà assoluta – ha proseguito il vicario –, famiglie che non accenderanno il riscaldamento per tutto l’inverno, che si indebiteranno per pagare le bollette, che non avranno soldi sufficienti per mangiare, o che passeranno il tempo a pensare ad uno sposo o ad un padre che è ritornato indietro nei lager in Libia. È bene che ce le raccontiate queste storie, in modo che diventino la cordicella sferzante di cui Gesù si serve per fare piazza pulita della nostra indifferenza».
Il cardinale ha concluso così la sua omelia: «Il Signore edifica il suo tempio nella carità. Egli distrugge il cuore indurito e dona un cuore capace di amare, e in questo modo fa di noi esseri spirituali e non carnali, pietre vive scolpite dallo Spirito! Quando la Chiesa respinge, allontana, separa, ecco che viene distrutto il tempio dello Spirito. Allora entra in azione il Risorto: ci raduna, ci riconcilia con Lui e tra di noi, ci risuscita a vita nuova. La Chiesa è per tutti! Casa di preghiera per tutti!»
Il testo integrale dell’omelia
10 novembre 2022