«La ringraziamo con tutto il cuore per aver voluto questo incontro tra Lei, Vescovo di Roma, e i suoi diaconi. Il legame tra il Papa e i diaconi della sua Diocesi è profondo ed è il fondamento sacramentale del loro ministero». Così il cardinale vicario Angelo De Donatis ha introdotto l’incontro di ieri mattina (sabato 19 giugno) in Vaticano.
Papa Francesco ha esortato a «superare la piaga del clericalismo, che pone una casta di sacerdoti “sopra” il Popolo di Dio». Il che significa non «“mezzi preti” o preti di seconda categoria, né “chierichetti di lusso”» ma «servi premurosi». E in proposito ha riassunto «la spiritualità diaconale» nella «spiritualità del servizio» fatta di «disponibilità dentro e apertura fuori», con tre caratteristiche: umiltà, essere «bravi sposi e bravi padri. E bravi nonni» e essere sentinelle, capaci di aiutare «la comunità cristiana ad avvistare Gesù nei poveri».
All’inizio dell’udienza Papa Francesco ha salutato in modo particolare Giustino Trincia, nominato appena il giorno prima, nuovo direttore della Caritas di Roma. E ha scherzato sul fatto che il diacono sia piuttosto alto di statura, al contrario del suo predecessore monsignor Benoni Ambarus, vescovo delegato alla Carità per la diocesi di Roma. «Mi rallegro – ha commentato il Santo Padre – che tu, Giustino, sia stato nominato direttore della Caritas: guardando te penso che crescerà, tu hai il doppio di statura di don Ben, vai avanti!». Ancora, un saluto speciale il Pontefice lo ha riservato ad Andrea Sartori, a cui è affidata la parrocchia di San Stanislao: l’unica, all’interno della diocesi di Roma, guidata da un diacono e non da un sacerdote. «Nei primi secoli – ha ricordato il Papa – i diaconi si occupavano a nome e per conto del vescovo delle necessità dei fedeli, in particolare dei poveri e degli ammalati», e «a Roma si è cercato di recuperare questa antica tradizione con la diaconia nella chiesa di San Stanislao».
20 giugno 2021