«Introdurre strumenti normativi e finanziari adeguati a disincentivare e contrastare i ricorrenti fenomeni speculativi sul bene casa, dal punto di vista del mercato delle locazioni e degli acquisti degli immobili e delle relative modalità di accesso al credito, con interventi atti a responsabilizzare anche le parti sociali ed economiche direttamente coinvolte».
È questo l’appello che la Caritas diocesana di Roma ha lanciato il 21 novembre 2024 in occasione della presentazione della settima edizione del Rapporto sulla Povertà a Roma.
A distanza di un anno, il Governo aveva aperto spiragli importanti nella prima proposta di Legge di Bilancio in cui prevedeva di aumentare l’imposizione fiscale per i cosiddetti “Affitti brevi”, le locazioni temporanee legate soprattutto al turismo. Purtroppo, ancora una volta, sono prevalsi gli interessi di parte e non il bene delle famiglie in difficoltà
«È urgente una grande alleanza per rispondere alla povertà abitativa – spiega il direttore della Caritas di Roma, Giustino Trincia – che si basi sul lavoro di tutti per il bene comune, trovando le risorse necessarie e approvando le riforme indispensabili, se davvero si vuole intervenire sulle cause strutturali di questa grave emergenza. In questo senso, gli strumenti fiscali possono rappresentare una leva importante di politiche di contrasto alla povertà. Non si tratta di penalizzare la proprietà privata, ma di regolamentare un mercato che genera disuguaglianze e colpisce sempre di più le famiglie svantaggiate. Aumentare l’imposizione fiscale sugli affitti brevi è un intervento importante, altrettanto lo sarebbe quello di destinare questi maggiori fondi al sostegno delle famiglie che vivono in povertà abitativa. Purtroppo, ancora una volta ci troviamo0 di fronte a un’occasione persa. Confidiamo nei lavori parlamentari affinché tale misura venga nuovamente inserita».
Gli affitti brevi sono un fenomeno che sta modificando radicalmente il tessuto urbano e sociale, in particolare nei centri storici delle grandi città, facendo lievitare il costo degli immobili e degli affitti.
Solo a Roma, in dieci anni, la popolazione residente nel I Municipio, quello del Centro Storico, è scesa del 38%, cioè di oltre 20.000 persone. Nel mentre sul web l’offerta di bed and breakfast nella Capitale arriva a 35.000 tra case vacanza e miniappartamenti, senza considerare il mercato irregolare.
Una dinamica che si ripercuote in modo pericoloso sul tessuto sociale della Capitale: nel 2024 sono state emesse 5.286 ordinanze di sfratto, tante per morosità incolpevole e altre, sempre più in aumento, per “finita locazione” per destinare l’immobile a forme di affitto breve.
Tutto questo in una città dove 18.608 famiglie sono in attesa di un alloggio pubblico, con 7.259 di esse in graduatoria dal 2013. Vi sono poi oltre 2.500 persone che vivono in alloggi occupati senza titolo e 22.162 “senza tetto e senza fissa dimora” censiti dall’Istat. Si aggiungano 70.000 studenti universitari fuori sede, con un’offerta di alloggi pubblici forniti dall’Ente regionale per il diritto allo studio di appena 2.439 posti.
22 ottobre 2025