«Nessuno di noi ha mai vissuto una Pasqua così povera di liturgia e di segni della festa. Eppure, sappiamo per fede che è la Pasqua che il Signore ha voluto per noi. Sembra che quest’anno tutta l’Italia, credente e non credente, sia stata costretta a vivere la Quaresima, il tempo austero della privazione. Raramente capita di vivere un’esperienza collettiva così forte, che coinvolge tutti indistintamente». Inizia così la lettera che l’Ufficio catechistico diocesano ha scritto a tutti i catechisti della diocesi in occasione della Pasqua.
Il direttore don Andrea Cavallini, la responsabile del catecumenato suor Pina Ester De Prisco, e i collaboratori Maria Teresa e Domenico firmano la missiva che dà indicazioni pratiche sulla «catechesi in questo tempo» e «su cosa puntare». A tutti, scrivono, «chiediamo di fare attenzione a due atteggiamenti estremi, che sono da evitare: quello di non fare nulla e quello di fare troppo. Qualcuno potrebbe prendere questo tempo come una “vacanza”. Qualcun altro potrebbe, al contrario, cercare di trasferire totalmente in forma digitale quello che è un normale periodo di catechesi in parrocchia, lasciandosi prendere dalla frenesia delle attività, proponendo in continuazione spunti, preghiere, video, pagine da leggere o riempire, ecc., rischiando di intrattenere più che educare».
«La catechesi – si legge ancora – non è un’attività o una somma di attività, ma una relazione educativa nella fede, una relazione di guida e fraternità con le persone che vi sono affidate. Questa che stiamo vivendo è certamente una grande occasione di conversione e di evangelizzazione. Potete aiutare le persone a leggere con occhi cristiani questo tempo particolare. Potete aiutarli ad ascoltare se stessi, il cuore, lo Spirito, rileggendo l’esperienza che vivono restando a casa. Potete aiutare qualcuno a imparare a pregare, a leggere la Scrittura o a fare gesti di semplice carità. Nel venir meno dell’ordinario abbiamo tutti tanto da scoprire del nostro rapporto con Dio».
L’invito è quindi a cogliere questo tempo anche come un’occasione propizia per rivedere alcuni aspetti della catechesi: «Sarebbe davvero miope, come cristiani e come uomini, vivere questo tempo semplicemente aspettando che passi, nell’attesa di riprendere a vivere come vivevamo prima. Per quel che riguarda la catechesi, sarebbe triste perdere l’occasione di ripensarla».
14 aprile 2020