Ascolto è la parola d’ordine per Papa Francesco, come ha ripetuto più volte durante l’udienza alla diocesi di Roma di sabato 18 settembre. Ed è la priorità per la pastorale sanitaria, che lunedì 20, nella Sala degli Imperatori del Palazzo del Vicariato, ha vissuto il primo incontro delle componenti regionali e diocesane, promosso dal direttore dell’Ufficio di pastorale sanitaria nazionale della Cei don Massimo Angelelli, alla presenza del cardinale vicario Angelo De Donatis.
«Siamo in un tempo ancora difficile – ha esordito il porporato – nel quale tutti voi avete sperimentato un cambio di prospettiva per la vostra pastorale. Senza cadere nello scoraggiamento e nella rassegnazione, questo è un tempo privilegiato per mettere al centro la persona». La vicinanza della Chiesa, ha aggiunto, «è espressione della cura del Samaritano», perché «laddove le medicine non riescono a guarire dalla malattia, l’amore sincero che passa attraverso di voi cura davvero le persone… dona speranza che dilata cuore e occhi».
Ha incoraggiato tutti gli operatori di pastorale sanitaria, il cardinale De Donatis, dai medici ai cappellani, dagli infermieri ai volontari ospedalieri. Il loro ruolo va però ripensato alla luce della mutata situazione sanitaria, come ha sottolineato don Angelelli. «La realtà e la storia di questo periodo ci sfidano a vedere tutto con occhi diversi – ha detto –. In questi due hanno è cambiato tutto nella pastorale della salute. Avevamo costruito sulla vicinanza, sul tenere la mano del morente, e ci hanno detto che non queste cose non si possono più fare. Per il malato è esplosa la solitudine». La pandemia, ha proseguito, «è una disgrazia, ma dobbiamo tirare fuori la domanda che c’è dentro, e vederla come un’occasione che ci dà lo Spirito Santo di rileggere i nostri comportamenti».
Per questo è necessario l’ascolto di tutte le componenti, e «quelle del Lazio sono le prime a incontrarsi», ha evidenziato don Carlo Abbate, addetto del Centro diocesano per la pastorale sanitaria. «Il Papa ci ha chiesto di ascoltarci di più – ha aggiunto il vescovo Paolo Ricciardi, delegato diocesano per la pastorale sanitaria – ed è importante riprendere il nostro cammino ascoltandoci».
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21 settembre 2021