Inizia ufficialmente lunedì 18 marzo la seconda edizione del cantiere “Generiamo lavORO”, l’iniziativa promossa dall’Ufficio per la pastorale sociale della diocesi di Roma e dalle Acli di Roma, in collaborazione con Azione cattolica diocesana, Cisl di Roma e Rieti, Confcooperative Roma, Ucid Roma, Mlac, Mcl e Centro Elis, con il sostegno della Regione Lazio e del Ministero del lavoro. Lunedì prossimo alle ore 18 si terrà infatti la veglia di preghiera per il mondo del lavoro, al Centro servizi Acea (piazzale dei Partigiani, 40) presieduta dal vescovo ausiliare del settore Centro e segretario generale del Vicariato monsignor Gianrico Ruzza. La liturgia segnerà l’inizio del percorso pensato per i giovani dai 18 ai 30 anni, il cui primo incontro formativo è fissato all’8 aprile.
«La veglia di preghiera per il mondo del lavoro è una tradizione consolidata nella diocesi di Roma – sottolinea don Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio per la pastorale sociale del Vicariato –; da qualche anno cerchiamo di realizzarla in ambienti per così dire “laici”, nei luoghi di lavoro, per essere sempre più “Chiesa in uscita”, come ci invita a fare il nostro vescovo Papa Francesco. Come lo scorso anno, questa veglia segna il lancio di “Generiamo lavORO”, una iniziativa che sta funzionando bene, grazie alla quale davvero diversi ragazzi hanno trovato una occupazione».
Si tratta di dieci incontri – che si terranno nella Sala di via della Madonna dei Monti, 41, con orario dalle 16.30 alle 19.30 – più un evento finale, per «promuovere e rimettere al centro il lavoro dignitoso quale perno di cittadinanza e sviluppo integrale della persona e della comunità – sottolineano i promotori –, con un approccio valoriale, educativo e al tempo stesso concreto, in grado di fornire ai giovani un kit di strumenti per facilitarne l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro. Il pilastro del “cantiere” è l’itinerario “Giovani e lavORO”, che giunge alla sua seconda edizione. Il percorso formativo è articolato in un ciclo di laboratori che, valorizzando l’eccellenza ed il know how di ciascuna delle realtà aderenti, permettono l’acquisizione di importanti competenze con particolare attenzione alle soft skills».
Una «scuola permanente» lo definisce la presidente delle Acli di Roma Lidia Borzì, «una buona pratica replicabile che dona ai ragazzi protagonismo e li aiuta ad essere sempre di più attori consapevoli della comunità e costruttori di un futuro di speranza nel quale il lavoro venga emancipato dall’essere mero scambio prestazione/compenso e venga considerato una porta di accesso virtuosa al mondo degli adulti». Ancora, riflette Borzì, «in un contesto occupazionale difficile come quello che caratterizza non solo la nostra città, ma l’intero Paese, è fondamentale tornare a mettere il lavoro dignitoso in cima alle priorità delle agende di tutti gli attori sociali che hanno la responsabilità e la possibilità di fare qualcosa. Il lavoro, e non il reddito, per tutti, infatti, è il monito che ci viene dato anche da Papa Francesco, perché il lavoro è uno dei pilastri fondamentali per una cittadinanza piena e attiva».
14 marzo 2019