L’apertura della Porta Santa a San Paolo fuori le Mura

Foto Vatican Media

Con l’apertura della Porta Santa di San Paolo fuori le Mura da parte del cardinale arciprete James Michael Harvey, l’inizio del Giubileo è ufficiale in tutte le basiliche papali. Il rito, nella mattina di oggi, 5 gennaio, è stato preceduto dal suono di un corno di ariete proveniente dalla Terra Santa, quello “jobel” da cui deriva proprio il nome Giubileo. Poi il porporato americano ha pronunciato le orazioni iniziali, connotate da una forte impronta paolina.

Dopo l’apertura della Porta Santa e l’ingresso di Harvey, è seguita la lunga processione composta dai cardinali Francesco Monterisi, novantenne arciprete emerito di San Paolo, e Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari, che hanno poi concelebrato all’altare, da vescovi, tra cui il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Rino Fisichella, sacerdoti, fedeli e dai monaci benedettini, ai quali è affidata la cura della basilica che custodisce i resti dell’Apostolo delle Genti.

Nella sua omelia, il cardinale americano ha fatto riferimento alla gioia e alla speranza che caratterizzano il tempo di Natale e quello del Giubileo: «La Chiesa fa un ulteriore passo decisivo nella sua storia millenaria». Le parole «che il salmista canta alla città santa Gerusalemme ora la liturgia le canta alla Chiesa universale e a ogni singolo membro di essa. Questa mattina con l’apertura della Porta Santa, un atto tanto semplice quanto suggestivo, abbiamo varcato la soglia del tempio sacro con immensa gioia perché in modo emblematico abbiamo varcato la porta della speranza. La gioia e la speranza sono il binomio del rito liturgico. Gioia perché è nato il Salvatore, speranza perché Cristo Salvatore è la nostra speranza. È la letizia del tempo natalizio in cui il mondo cristiano contempla il disegno di salvezza di Dio».

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