L’ascolto attivo e le relazioni autentiche: si conclude la seconda settimana in Val di Fassa

di Renzo Del Vecchio

Si conclude oggi, presso la casa di spiritualità Lum de Roisc, a Soraga, in Trentino, la settimana di fraternità e formazione che il cardinal vicario Angelo De Donatis ha voluto dedicare ai preti della diocesi di Roma che negli ultimi due anni sono stati chiamati a guidare una nuova comunità come parroci. Dopo vari slittamenti di date causati dalle restrizioni legate alla pandemia, il cardinale ha pensato di trascorrere qualche giorno insieme con loro per vivere un tempo di riposo e riflessione nella bellissima e suggestiva cornice della Val di Fassa.

I parroci che hanno potuto rispondere all’invito formano un gruppo molto eterogeneo per età, anni di sacerdozio e appartenenze ecclesiali: don Gianni Di Pinto, parroco di Santa Paola; don Renzo Del Vecchio, Gran Madre di Dio; don Luca Angelelli, Santa Marcella; padre Stefano Liberti, Natività di Maria; padre Paolo Benedik, Santa Prisca; padre Ciro Sicignano, Santi Marcellino e Pietro; padre Massimiliano Chechile, Santi Sette Fondatori; don Giampiero Casolari, Sant’Alessio; don Giuseppe Costa, San Raimondo Nonnato; don José Fidel Medina, Santa Maria Assunta e San Michele a Castel Romano; padre Franco Sbarbati, San Giovanni Evangelista a Spinaceto; don Adolph Juanich, Sant’Agostino a piazza Navona. Con loro ci sono anche don Valerio di Palma, parroco di San Bruno, e don Marco Borraccetti, viceparroco a San Policarpo insieme al vescovo ausiliare Benoni Ambarus, al vescovo emerito Guerino Di Tora e al segretario generale monsignor Pierangelo Pedretti.

Le giornate seguono un ritmo disteso scandito dalla preghiera mattutina e dalla Messa serale, sempre arricchite dalle riflessioni sulla Parola da parte del cardinale, le passeggiate in montagna, i pasti generosi e nutrienti con i prodotti biologici della casa, le serate passate facendo due chiacchiere in compagnia o magari ritirandosi in camera per recuperare qualche ora di sonno. Il pomeriggio è il tempo pensato per l’approfondimento e la formazione che “don Angelo” ha scelto di dedicare all’ascolto, tema centrale sul quale le parrocchie hanno lavorato intensamente nell’ultimo anno nell’ambito del cammino sinodale.

Chiamato a guidare il gruppo dei sacerdoti e a fornire loro spunti di riflessione in merito al tema dell’ascolto, lo psicoterapeuta Carmelo Moscato il quale, partendo dall’icona evangelica di Marta e Maria, ha stimolato i partecipanti a mettere in gioco le loro esperienze personali per riflettere insieme sugli elementi necessari per approdare ad un vero ascolto, l’ascolto cosiddetto attivo. Contrariamente alle aspettative, il dottor Moscato ha posto l’attenzione sulla necessità e l’importanza di un ascolto di sé, a partire dai segnali che provengono dal corpo e dalla psiche, sensazioni fisiche ed emozioni in primis, segnali che a volte rischiano di essere bypassati rimanendo sullo sfondo rispetto alla dimensione spirituale. Coinvolgendosi in prima persona e condividendo il suo vissuto emotivo, evitando volutamente la modalità della lezione frontale per non ridurre il tutto a sterile teoria, Moscato ha invitato i sacerdoti a fare lo stesso proponendo loro di partire dalla messa in comune di alcune esperienze di ascolto vissute in prima persona. Il gruppo ha accolto la proposta mettendosi in gioco con grande disponibilità, scoprendosi piacevolmente coinvolto, aperto allo scambio e alla condivisione, e pronto ad accogliere i feedback forniti di volta in volta da Moscato, raccogliendo alla fine dei due incontri previsti una comprensione più concreta dei tre elementi che lo psicoterapeuta ha presentato come costitutivi dell’ascolto attivo: l’empatia, l’autenticità e l’accettazione incondizionata dell’altro.

Fare una esperienza, seppur circoscritta, di questo tipo di ascolto nel lavoro col dottor Moscato ha permesso ai sacerdoti di cogliere la bellezza e la fecondità di una relazione schietta e profonda quanto autentica e coinvolgente che, se vuole accogliere davvero l’altro non può prescindere dall’ascolto di sé e dall’integrazione delle tre dimensioni antropologiche del corpo, della psiche e dello spirito. Integrazione che il soggiorno a Soraga sta permettendo di sperimentare concretamente ai nuovi parroci nel vivere incarnato del quotidiano, all’interno del quale solo si può annunciare il Vangelo in maniera credibile e guidare le comunità come pastori che per primi cercano e imparano ad ascoltare e seguire la voce del Buon Pastore.

Significativa la visita a Canale d’Agordo, paese natale di Albino Luciani, arricchita dalla presenza di Stefania Falasca, vice postulatrice della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I.

22 luglio 2022