«La riflessione teologica contemporanea e l’insegnamento magisteriale impongono ora di riscoprire il loro fondamento battesimale, radice dei “ministeri istituiti” e dei tanti doni e ministeri di fatto su cui la Chiesa è chiamata a discernere, per un servizio conveniente al Popolo di Dio. Infatti, nel corso della storia, con il continuo mutare delle situazioni ecclesiali, sociali e culturali, l’esercizio di tali officia nella Chiesa assume forme differenti». Così scrive il cardinale vicario Angelo De Donatis nel decreto che recepisce la Nota ad experimentum della Conferenza episcopale italiana del 5 giugno scorso, per orientare la prassi delle diocesi sui ministeri istituiti del lettore e dell’accolito.
Si tratta di «persone, sia uomini che donne, che devono essere in grado di affiancare i parroci nell’animazione della pastorale liturgica», spiega padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano. «I ministeri – si legge nel documento del cardinale vicario – siano conferiti sono per vera necessità e, in linea di principio, per un loro esercizio in parrocchia. Si abbia cura di selezionare i candidati ai ministeri del Lettorato e dell’Accolitato, uomini e donne, tra i fedeli laici di profonda fede, formati alla Parola di Dio, umanamente maturi, attivamente partecipi alla vita della comunità cristiana, capaci di instaurare relazioni fraterne, in grado di comunicare la fede sia con l’esempio sia con la parola e riconoscibili tali da tutta la comunità stessa». Un compito delicato e importante, quindi, che per questo motivo necessita di una adeguata formazione.
«I candidati parteciperanno a un percorso formativo in vista dell’istituzione – sottolinea ancora il vicario del Papa per la diocesi di Roma –. Esso prevede il triennio di Liturgia per la pastorale, organizzato dall’Ufficio liturgico del Vicariato in collaborazione con i Pontifici atenei; nonché un itinerario di discernimento curato da alcuni parroci che coadiuvano il direttore dell’Ufficio liturgico». L’équipe formativa valuterà periodicamente il percorso formativo – della durata di quattro anni – dei singoli candidati, decidendo se far proseguire o meno. Con l’istituzione, poi, i candidati vengono assegnati a una parrocchia, nella quale svolgeranno stabilmente il proprio ministero. Il mandato dura cinque anni; alla fine del quinquennio si procede a una verifica in base alla quale potrà esserci il rinnovo o meno. Per garantire una formazione permanente, verrà offerto un itinerario di approfondimento sotto la guida dell’Ufficio liturgico diocesano.
20 ottobre 2022