13 Maggio 2025

La pastorale sanitaria punta sull’ascolto

Ascolto è la parola d’ordine per Papa Francesco, come ha ripetuto più volte durante l’udienza alla diocesi di Roma di sabato 18 settembre. Ed è la priorità per la pastorale sanitaria, che lunedì 20, nella Sala degli Imperatori del Palazzo del Vicariato, ha vissuto il primo incontro delle componenti regionali e diocesane, promosso dal direttore dell’Ufficio di pastorale sanitaria nazionale della Cei don Massimo Angelelli, alla presenza del cardinale vicario Angelo De Donatis.

«Siamo in un tempo ancora difficile – ha esordito il porporato – nel quale tutti voi avete sperimentato un cambio di prospettiva per la vostra pastorale. Senza cadere nello scoraggiamento e nella rassegnazione, questo è un tempo privilegiato per mettere al centro la persona». La vicinanza della Chiesa, ha aggiunto, «è espressione della cura del Samaritano», perché «laddove le medicine non riescono a guarire dalla malattia, l’amore sincero che passa attraverso di voi cura davvero le persone… dona speranza che dilata cuore e occhi».

Ha incoraggiato tutti gli operatori di pastorale sanitaria, il cardinale De Donatis, dai medici ai cappellani, dagli infermieri ai volontari ospedalieri. Il loro ruolo va però ripensato alla luce della mutata situazione sanitaria, come ha sottolineato don Angelelli. «La realtà e la storia di questo periodo ci sfidano a vedere tutto con occhi diversi – ha detto –. In questi due hanno è cambiato tutto nella pastorale della salute. Avevamo costruito sulla vicinanza, sul tenere la mano del morente, e ci hanno detto che non queste cose non si possono più fare. Per il malato è esplosa la solitudine». La pandemia, ha proseguito, «è una disgrazia, ma dobbiamo tirare fuori la domanda che c’è dentro, e vederla come un’occasione che ci dà lo Spirito Santo di rileggere i nostri comportamenti».

Per questo è necessario l’ascolto di tutte le componenti, e «quelle del Lazio sono le prime a incontrarsi», ha evidenziato don Carlo Abbate, addetto del Centro diocesano per la pastorale sanitaria. «Il Papa ci ha chiesto di ascoltarci di più – ha aggiunto il vescovo Paolo Ricciardi, delegato diocesano per la pastorale sanitaria – ed è importante riprendere il nostro cammino ascoltandoci».

Leggi l’intervento integrale del cardinale De Donatis

21 settembre 2021

Presso il Pontificio Collegio Armeno di Roma predica gli Esercizi Spirituali ai Vescovi armeni cattolici in preparazione all’Assemblea Sinodale che eleggerà il loro nuovo Patriarca

Presso il Pontificio Collegio Armeno di Roma predica gli Esercizi Spirituali ai Vescovi armeni cattolici in preparazione all’Assemblea Sinodale che eleggerà il loro nuovo Patriarca.

Presso la Casa Generalizia dei Missionari della Fede tiene una relazione sulla sinodalità

Presso la Casa Generalizia dei Missionari della Fede tiene una relazione sulla sinodalità.

E’ entrato nella luce della Resurrezione Giuseppe, padre di don Fernando Altieri

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

sono vicini al dolore di Don Fernando Altieri,
Parroco della Parrocchia Santa Maria del Carmelo,
per la morte del suo caro papà

Giuseppe
di anni 96

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,
ricco di misericordia, perché conceda a Giuseppe
il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

I funerali, presieduti da S.E. Mons. Paolo Ricciardi,
si svolgeranno domani, 21 settembre 2021, alle ore 9.00,
presso la Parrocchia Santa Maria del Carmelo
(Piazza Beata Vergine del Carmelo, 10)

20 settembre 2021

La parrocchia nella Chiesa nel libro del vescovo Selvadagi

«Se continuiamo a parlare di parrocchia non è soltanto perché di fatto esiste, anche se in condizioni precarie di salute, ma perché è il momento di pensare alla presenza della Chiesa a livello locale in modi ben diversi da come finora è stata vissuta e in buona misura continua a esistere». Parte da questa provocazione il vescovo ausiliare monsignor Paolo Selvadagi nel libro “La Chiesa nella città. Un profilo di parrocchia”, appena pubblicato per le Edizioni San Paolo.

In poco più di 170 pagine, il presule si sofferma a riflettere sulle forme di parrocchia che esistono in Italia e nei Paesi occidentali, fortemente indebolite dalla secolarizzazione in termini di capacità aggregativa e di rilevanza sociale; quindi propone percorsi che possano renderla più rilevante nella società attuale e, contemporaneamente, più aderente alle attese evangeliche. «Per uscire dai ristretti ambiti organizzativi della parrocchia – scrive monsignor Selvadagi –, preoccupata dalla pastorale della conservazione e della stanca ripetizione di proposte logore e non più attuali, che finiscono per bloccare le pur dichiarate intenzioni evangelizzatrici, occorre misurarsi con percorsi di accompagnamento delle persone, che seguano nuove vie e nuovi metodi non solo indirizzati ai singoli ma alle categorie che rappresentano».

Perché alla comunità cristiana, oggi, conclude Selvadagi, «è chiesto di accompagnare e sostenere con percorsi reali le coppie, i genitori, i separati e i divorziati, i giovani che si avvicinano e i giovani che respingono la comunità cristiana, i giovani del mondo universitario e del mondo del lavoro». Una riflessione attuale e appassionata, che apre la strada a possibili percorsi concreti da attuare per le comunità parrocchiali, nella diocesi di Roma e non solo.

20 settembre 2021

La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

L’ambone ricoperto dalle coperte termiche che si utilizzano per riscaldare quanti sbarcano a terra dopo viaggi di fortuna. E una preghiera scandita per loro, per i migranti e i rifugiati, affinché «possano trovare in mezzo a noi un luogo di umana convivenza e collaborare a costruire insieme la civiltà della pace». Sono i due segni che caratterizzeranno le celebrazioni di domenica prossima, 26 settembre, Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2021.

Come ogni anno, Papa Francesco ha inviato un messaggio per l’occasione, dal titolo “Verso un ‘noi’ sempre più grande”. Una riflessione, quella del Santo Padre, «frutto anche dell’esperienza della pandemia», come sottolineano monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi, e Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana. L’esperienza dell’emergenza sanitaria, spiegano, «ci lascia la consapevolezza che è necessario vivere con e per gli altri, con il desiderio di costruire un mondo sempre più inclusivo».

Gli stessi obiettivi del progetto Apri (Accogliere, proteggere, promuovere e integrare), che sarà al centro di un incontro proprio domenica prossima, promosso da Caritas italiana con la collaborazione del Dicastero per lo sviluppo umano integrale; l’appuntamento è alle 9.30 davanti a Castel Sant’Angelo, da cui partirà la “marcia dell’accoglienza”, che raggiungerà piazza San Pietro in tempo per l’Angelus del Papa. «Apri è una iniziativa nazionale avviata lo scorso anno, in prosecuzione del progetto “Protetto. Rifugiato a casa mia” – spiegano Felicolo e Trincia –, in cui diocesi, parrocchie, famiglie, istituti religiosi, singoli volontari e operatori hanno dato corso a un processo di inclusione sociale e lavorativa dei migranti per rafforzare il loro percorso di autonomia e sensibilizzare le comunità».

Oltre alla preghiera e alla riflessione, «l’invito è anche a contribuire economicamente al sostegno e ai percorsi di integrazione e promozione umana dei migranti», grazie alla colletta dedicata, secondo le indicazioni della Cei. Le offerte possono essere effettuate all’Ufficio Cassa del Vicariato di Roma, sul conto 23.10.29 dell’Ufficio Migrantes, specificando la causale “Giornata mondiale del migrante e del rifugiuato”; verranno poi inviate alla Fondazione Migrantes della Cei. «Anche le comunità cattoliche etniche di Roma – sottolinea monsignor Felicolo – beneficiano del fondo della Cei, costituendo, con le loro iniziative pastorali, caritative e di evangelizzazione, un ponte di conoscenza, di dialogo e di integrazione sociale ed ecclesiale, nel seno della Chiesa di Roma a cui anche esse a pieno titolo appartengono».

Le preghiere per la Giornata mondiale

20 settembre 2021

In Vicariato partecipa all’incontro organizzato dall’Ufficio della Pastorale Sanitaria delle Cei

In Vicariato partecipa all’incontro organizzato dall’Ufficio della Pastorale Sanitaria delle Cei.

Celebra la Messa nella parrocchia di San Roberto Bellarmino in occasione del 400° anniversario della morte del Santo Patrono

Celebra la Messa nella parrocchia di San Roberto Bellarmino in occasione del 400° anniversario della morte del Santo Patrono.

Al Pontificio Seminario Romano Maggiore celebra la Messa in occasione dell’inizio dell’anno pastorale

Al Pontificio Seminario Romano Maggiore celebra la Messa in occasione dell’inizio dell’anno pastorale.

Alla Fraterna Domus di Sacrofano partecipa al 1° Incontro Nazionale per Leader-Servitori organizzato dalle realtà del Rinnovamento Carismatico Cattolico Italiano

 Alla Fraterna Domus di Sacrofano partecipa al 1° Incontro Nazionale per Leader-Servitori organizzato dalle realtà del Rinnovamento Carismatico Cattolico Italiano.

Il Papa alla diocesi di Roma: «Ascoltate lo Spirito Santo ascoltandovi»

Ascoltarsi gli uni con gli altri e ascoltare lo Spirito Santo: ecco l’imperativo che Papa Francesco lascia alla diocesi di Roma, nell’udienza generale di oggi, sabato 18 settembre. «Sono venuto qui per incoraggiarvi a prendere sul serio questo processo sinodale – ha detto il Santo Padre – e a dirvi che lo Spirito Santo ha bisogno di voi. Ascoltatelo ascoltandovi. Non lasciate fuori o indietro nessuno. Farà bene alla diocesi di Roma e a tutta la Chiesa, che non si rafforza solo riformando le strutture, dando istruzioni, offrendo ritiri e conferenze, o a forza di direttive e programmi, ma se riscoprirà di essere popolo che vuole camminare insieme, tra di noi e con l’umanità. Un popolo, quello di Roma, che contiene la varietà di tutti i popoli e di tutte le condizioni: che straordinaria ricchezza, nella sua complessità! In questo tempo di pandemia, il Signore spinge la missione di una Chiesa che sia sacramento di cura. Il mondo ha elevato il suo grido, ha manifestato la sua vulnerabilità: ha bisogno di cura. Coraggio, e grazie!»

Nell’Aula Paola VI, questa mattina, c’erano più di 2.500 persone tra sacerdoti, religiosi, laici. L’incontro è stato aperto da un momento di preghiera, animato dal Coro della Diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina. Quindi il saluto del cardinale vicario Angelo De Donatis: «Siamo felici di poterla incontrare, siamo contentissimi!». Nella prima parte della mattinata, anche la testimonianza di due laici del quartiere di Torre Spaccata – Angela Marzuillo e Federico Mattia – dove le due parrocchia di San Bonaventura da Bagnoregio e Santa Maria Regina Mundi hanno «iniziato insieme un processo di lettura del territorio, e si trovano insieme ad affrontare i temi più sensibili del quartiere, come la povertà, gli anziani e la mancanza dei servizi essenziali». Un esempio di sinodalità e di comunione, che si è allargato anche a scuole, associazioni e altre realtà del territorio, dando vita a “La Rete”. «La Rete si muove compatta e le istituzioni stesse ci ringraziano, perché in noi trovano un interlocutore rappresentativo di una intera cittadinanza», hanno sottolineato.

Sulla sinodalità si è concentrato Papa Francesco nel suo intervento. «Il tema della sinodalità non è il capitolo di un trattato di ecclesiologia – ha sottolineato infatti – , e tanto meno una moda, uno slogan o il nuovo termine da usare o strumentalizzare nei nostri incontri. No! La sinodalità esprime la natura della Chiesa, la sua forma, il suo stile, la sua missione. E quindi parliamo di Chiesa sinodale, evitando, però, di considerare che sia un titolo tra altri, un modo di pensarla che preveda alternative». Ancora, ha proseguito, «non possiamo capire la “cattolicità” senza riferirci a questo campo largo, ospitale, che non segna mai i confini. Essere Chiesa è un cammino per entrare in questa ampiezza di Dio».

Chiesa sinodale significa «Chiesa sacramento di questa promessa – ha rimarcato il Pontefice –, che si manifesta coltivando l’intimità con lo Spirito e con il mondo che verrà. Ci saranno sempre discussioni, ma le soluzioni vanno ricercate dando la parola a Dio e alle sue voci in mezzo a noi; pregando e aprendo gli occhi a tutto ciò che ci circonda; praticando una vita fedele al Vangelo; interrogando la Rivelazione secondo un’ermeneutica pellegrina che sa custodire il cammino cominciato negli Atti degli Apostoli. Diversamente si umilierebbe lo Spirito Santo».

Tornando al processo sinodale, ha proseguito, «la fase diocesana è molto importante, perché realizza l’ascolto della totalità dei battezzati, soggetto del sensus fidei infallibile in credendo. Ci sono molte resistenze a superare l’immagine di una Chiesa rigidamente distinta tra capi e subalterni, tra chi insegna e chi deve imparare, dimenticando che a Dio piace ribaltare le posizioni: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,52). Camminare insieme scopre come sua linea piuttosto l’orizzontalità che la verticalità. La Chiesa sinodale ripristina l’orizzonte da cui sorge il sole Cristo: innalzare monumenti gerarchici vuol dire coprirlo. I pastori camminano con il popolo, a volte davanti, a volte in mezzo, a volte dietro. Davanti per guidare, in mezzo per incoraggiare e non dimenticare l’odore del gregge, dietro perché il popolo ha “fiuto”. Ha fiuto nel trovare nuove vie per il cammino, o per ritrovare la strada smarrita».

L’intervento integrale del Santo Padre

18 settembre 2021

Nell’Aula Paolo VI partecipa all’Udienza del Santo Padre per la diocesi di Roma

Nell’Aula Paolo VI partecipa all’Udienza del Santo Padre per la diocesi di Roma.

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