9 Agosto 2025

I festeggiamenti per sant’Antonio con la comunità di Santa Dorotea

Solenni celebrazioni, processione e momenti di fraternità nella parrocchia di Santa Dorotea, in occasione della festa liturgica di sant’Antonio da Padova, che si celebra il 13 giugno. In quella giornata la Messa delle ore 18 sarà presieduta dal cardinale Javier Lozano Barragàn, titolare della chiesa.

Sabato 15, la celebrazione eucaristica sarà guidata dal parroco padre Umberto Fanfarillo, nel cinquantesimo di ordinazione sacerdotale; al termine si terrà la processione per le vie di Trastevere con la reliquia e la statua del santo. Previsti inoltre concerti, momenti di condivisione, festa e fraternità.

Durante le Messe per i festeggiamenti del santo, sarà distribuito il pane benedetto di sant’Antonio.

3 giugno 2019

I Domenica di Quaresima. Celebrazione del rito dell’Elezione

I Domenica di Quaresima. Celebrazione del rito dell’Elezione.

I DOMENICA DI QUARESIMA

I DOMENICA DI QUARESIMA

I domenica di Avvento

I domenica di Avvento

I Domenica di Avvento

La Domenica della Parola.

I Domenica di Avvento

I Domenica di Avvento

I Domenica di Avvento

I Domenica di Avvento

I documenti per il cammino sinodale diocesano

Il cammino sinodale nella nostra diocesi è partito già da lunedì, con gli incontri del cardinale vicario Angelo De Donatis nei diversi settori, proprio il giorno successivo alla Messa di apertura celebrata da Papa Francesco. E adesso inizia in tutte le comunità parrocchiali. Per portarlo avanti al meglio, sono a disposizione diversi documenti della Cei e indicazioni della diocesi stessa. Inoltre, proseguirà anche quest’anno la formazione per le équipe pastorali, che sarà parte integrante del cammino sinodale: il primo appuntamento è in programma per sabato 6 novembre, dalle 10 alle 11, sul canale Nsl e sulla pagina Facebook della diocesi. Sui social e sul sito diocesano saranno disponibili a breve anche due video dedicati al tema.

«Il cammino sinodale punta a creare lo “spazio” in cui emerga la voce dello Spirito Santo e non la nostra voce – si legge nelle Indicazioni preparate dalla diocesi di Roma –. La voce dello Spirito risuona attraverso l’ascolto della Parola di Dio e attraverso l’ascolto dei fratelli, quando la comunità cristiana si riunisce e compie un discernimento comunitario su ciò che vive, su ciò che ascolta, sulla storia umana che abita». Ma affinché questo si realizzi, sono necessarie due condizioni: «il Popolo di Dio si riunisce per ascoltare la sua Parola che illumina la vita» e «la Chiesa diventa sempre più un luogo di incontro cordiale e di accoglienza reciproca in cui possono nascere fiducia ed amicizia».

Alle comunità parrocchiali viene quindi proposto un cammino sulle Beatitudini: si tratta di un itinerario spirituale di otto incontri (uno per beatitudine) che sarà il “luogo” in cui avviene anche la consultazione sinodale: lì si affrontano l’interrogativo fondamentale e le domande che lo articolano, suddivise in dieci temi. In concreto, quindi, si legge nelle Indicazioni, «gli incontri sinodali quindi, assembleari o di gruppo, partiranno sempre dall’ascolto della Parola delle Beatitudini e verranno custoditi dal clima creato da questo ascolto».

A livello diocesano, viene inoltre costituita una équipe diocesana, come previsto dal vademecum del Sinodo dei Vescovi, guidata da due referenti: la sua funzione consiste nel coordinare il cammino sinodale in sinergia con il cardinale vicario e il consiglio episcopale. Mentre in parrocchia, «bisognerà prima di tutto vedersi con l’équipe pastorale parrocchiale. Una domenica di fine ottobre e di inizio novembre – è il suggerimento – può essere l’occasione per proporre a tutti il cammino sinodale: durante l’omelia o al termine della celebrazione si spiega il senso del percorso sinodale, si inseriscono delle specifiche intenzioni nella preghiera dei fedeli, si distribuisce il Messaggio della Cei all’uscita dalla celebrazione, si diffonde tra i parrocchiani e nei gruppi degli operatori pastorali il video e lo si mette nel sito della parrocchia».

Ma nell’arco dell’anno «è importante trovare occasioni di incontro con chi non partecipa alla vita della comunità – è la conclusione –, o perché cristiano non praticante o perché credente di altre religioni o perché non credente. Il farsi vicini a queste persone, il dialogo, il prendere sul serio il loro punto di vista (anche quando è critico verso la fede o la Chiesa), testimonia il coraggio di una comunità cristiana capace di “prendere l’iniziativa”, di accogliere e coinvolgersi, di mettersi in discussione».

L’intervento integrale del cardinale De Donatis

Udienza di Papa Francesco alla diocesi del 18 settembre

Lettera della Cei ai presbiteri e agli operatori pastorali

Lettera della Cei agli uomini e alle donne di buona volontà

Indicazioni operative per il cammino sinodale

Scheda delle Beatitudini con Questionario Sinodale

Suggerimenti liturgici per l’apertura del cammino sinodale

15 ottobre 2021

I dieci anni dell’Ordo Viduarum. La lettera del cardinale De Donatis

Foto Diocesi di Roma / Gennari

«Sono grato al Signore per voi, per questo decennale dell’Ordo Viduarum, primizia di un cammino che spero possa crescere ancor di più nella consapevolezza che, in ogni stato di vita, si può servire il Signore consacrando a lui la propria vita». Lo scrive il cardinale vicario Angelo De Donatis, nella lettera indirizzata alle vedove consacrate nel decimo anniversario di istituzione dell’Ordo Viduarum nella diocesi di Roma. Un importante anniversario che è stato celebrato con la Messa, oggi 8 dicembre alle 10.30, presieduta dal vescovo Guerino Di Tora nella basilica di San Giovanni in Laterano. Il messaggio del cardinale è stato letto durante la celebrazione.

«Nel vostro cuore di donne – sono le parole del porporato – c’è tanta esperienza di vita, di spose, di mamme, di nonne; c’è sicuramente il dolore per la perdita del vostro sposo, ci sono le emozioni e i sentimenti di chi ha sperimentato il lutto. Vivendo e riscoprendo la fede è poi entrato in voi il desiderio di un Amore sempre più grande, capace di trasformare la croce dolorosa in croce gloriosa, la morte in vita e così l’esperienza della morte di vostro marito vi ha portato ad essere testimoni di resurrezione, trovando lo Sposo in Cristo Signore, nel quale si rivelano tutti i volti delle persone che amiamo e ameremo per sempre».

Il cardinale De Donatis paragona poi le vedove consacrate ai discepoli di Emmaus, icona di questo secondo anno del cammino sinodale. Anche loro sono infatti «passati da un’esperienza di morte alla bellezza della vita, accorgendosi che era proprio il Signore a stare loro accanto nei passi fatti nel dolore; è Lui che aveva scaldato il loro cuore con l’annuncio della Parola e si era rivelato nello spezzare il Pane».

L’auspicio è allora che anche quante hanno scelto l’Ordo Viduarum sappiano sempre riconoscere il Signore «nella lettura orante della Parola di Dio e nell’Eucaristia celebrata e adorata, perché il servizio della preghiera e della carità, vissute all’interno delle vostre comunità e della Chiesa, abbia sempre il profumo dell’umiltà e della gratuità». Infine, l’affidamento a Maria Immacolata, «l’umile serve che ha detto il suo “Eccomi” rendendosi disponibile ad accogliere il Verbo fatto carne – conclude il cardinale vicario –: lei vi aiuti a fare sempre ciò che il Signore vi dirà. Anche per voi la festa di nozze non è terminata, il vino non è esaurito. C’è un vino nuovo, un vino buono, un vino migliore, che dà pienezza di grazia in questo tempo della vostra esistenza».

Il testo integrale della lettera del cardinale

7 dicembre 2023

I delegati nelle parrocchie, riflessione e festa

Foto Gennari/diocesidiroma

Dal Vaticano alle periferie di Roma. Nello spirito della Chiesa “in uscita” e del cammino sinodale, l’ascolto e il racconto delle famiglie che si sono date appuntamento nella Capitale per il X Incontro mondiale delle famiglie si è spostato dall’Aula Paolo VI alle prefetture diocesane. Quindici le parrocchie che ieri sera, 24 giugno, hanno ospitato gruppi di delegati per momenti di confronto e di convivialità.

Circa 80 le persone che si sono ritrovate nella parrocchia di San Bonaventura da Bagnoregio, a Torre Spaccata, periferia est, appartenente alla XVI prefettura. Accolti dal parroco don Stefano Cascio i delegati provenienti da Francia, Spagna, Honduras, Mali, ma anche da varie parti d’Italia, hanno raccontato il legame con la parrocchia di appartenenza, l’aiuto trovato nella Chiesa per superare momenti difficili, il motivo che li ha portati a Roma.

L’atmosfera è quella della festa. Poco prima dell’inizio dell’incontro in chiesa i bambini hanno giocato in giardino mentre alcuni laici sistemavano i tavoli e le sedie per la cena e i delegati commentavano i lavori del Congresso teologico pastorale. Gioele, 6 anni, si è addormentato nel primo banco della cappellina riservata all’adorazione perpetua. «È stremato dal viaggio ma è stato proprio lui che ci ha incentivati a venire a Roma» racconta la mamma Antonella. Con il marito Dario e la secondogenita Alisea di 4 anni sono partiti venerdì mattina da Palermo e resteranno a Roma fino a domenica pomeriggio. «Essere qui è una chiamata – prosegue -. Con questo invito Papa Francesco vuole sottolineare che l’amore salverà il mondo. Amore è vita e la vita nasce e cresce in famiglia».

Tra i vari interventi, quello di Gloria e Albert di Pamplona. Sposati da 18 anni, hanno due figli di 13 e 10 anni. Qualche anno fa i genitori di quattro amici della figlia più grande si sono separati e questo li ha portati a riflettere sul loro rapporto. «Per il bene dei nostri figli dovevamo rafforzare la nostra unione – hanno testimoniato -. Dovevamo lavorare per migliorare e superare quegli screzi che ci sono in tutte le famiglie. Abbiamo trovato un ciclo di catechesi di San Giovanni Paolo II che hanno aiutato noi e altre famiglie della parrocchia».

La serata è proseguita con la cena organizzata anche grazie alla collaborazione di una ventina di laici della parrocchia Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo al Quarticciolo, una delle chiese della XVI prefettura che hanno collaborato per la riuscita dell’incontro. «Questi confronti sono molto importanti – dice Egidio -. La prima cellula della società è la famiglia che però oggi è molto trascurata. Questa è l’occasione per far sentire la nostra voce».

A Santa Giovanna Antida Thouret, nel quartiere di Fonte Meravigliosa, il parroco, don Davide Lees ha organizzato il momento di preghiera, presieduto da monsignor Jesús Herrera, vescovo di Nuevo Casas Grandes, nello stato messicano di Chihuahua, da monsignor Alfonso Miranda, vescovo ausiliare di Monterrey, sempre in Messico. Molti, infatti, i latinoamericani tra i circa 150 delegati presenti, provenienti in particolare da Cile, Colombia, Costa Rica, Argentina, Messico, Cuba. Presenti anche gruppi da Polonia e Ucraina.

«Siamo grati di essere qui, questi incontri ci arricchiscono e ci aiutano a creare armonia all’interno delle nostre famiglie e con gli altri», ha spiegato monsignor Herrera nel salutare i fedeli. «Pregare e poi cenare insieme non significa solo condividere del cibo, ma simboleggia la condivisione dei cuori», ha aggiunto monsignor Miranda. Proprio della condivisione ha parlato don Lees: «Mettiamo in pratica la Scrittura e rendiamo partecipi gli altri delle nostre vite, debolezze, paure, ma anche idee, proposte e dei nostri cammini».

Un’accoglienza particolare è stata riservata alle famiglie ucraine, con il canto iniziale “Shalom” per la pace. «La situazione è drammatica e la guerra ha devastato tutto: vite, case, economia e anche il lavoro di anni che avevamo fatto con la pastorale familiare» spiegano Marta Palojtay e Pavle Popovych, provenienti dall’ovest del Paese. «Essere a Roma però ci dà una boccata d’ossigeno e di speranza che tutto possa riprendere normalmente come prima, in particolare ciò che facevamo con le coppie prima e dopo il matrimonio, perché molti sentono il bisogno di essere aiutati anche dopo essersi sposati».

(Hanno collaborato Roberta Pumpo e Salvatore Tropea)

25 giugno 2022

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