3 Giugno 2025

Giovedì 29 la veglia missionaria diocesana

Sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis a guidare la veglia missionaria diocesana, in programma il prossimo giovedì 29 ottobre alle ore 20.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano. Durante il rito il porporato consegnerà anche il mandato diocesano a sei tra fratelli e sorelle della diocesi che partiranno per la missione ad gentes appena sarà possibile. “Tessitori di fraternità. Eccomi, manda me!” è il tema che farà da filo conduttore alla veglia, durante la quale porteranno la propria testimonianza suor Annamaria Panza, missionaria dell’Immacolata del Pime, impegnata in Bangladesh, e don Alfredo De Marsico, sacerdote della diocesi di Roma fidei donum in Messico. La veglia sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

Spiega don Michele Caiafa, addetto del Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma: «Il tema che abbiamo dato quest’anno è quello suggerito da Missio Italia. Un invito, una scoperta vocazionale, che trova la sua origine nel messaggio inviato da Papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale». In qualche modo, prosegue il sacerdote, «ci proponiamo di unire i due grossi messaggi contenuti nel titolo. “Eccomi, manda me” è la proposta di Isaia al Signore, ma a fare cosa? A essere “tessitore di fraternità” è la risposta, cioè un rinnovato impegno che tutti noi cristiani dobbiamo assumerci. Dobbiamo essere tessitori di accoglienza – prosegue don Caiafa –, premurosi nel prenderci cura degli altri, avere l’audacia e la mitezza della propria fede, impegnarci nel far prevalere sempre il bene comune… Essere, in sintesi, segni concreti della misericordia di Dio. Generare umanità, quell’umanità che il mondo si attende e che Dio ha scelto per rivelarsi. È il mistero della nostra fede».

Come tradizione, durante la veglia missionaria diocesana il cardinale vicario consegnerà il mandato a coloro che, durante l’anno pastorale, dovrebbero partire per la missione. Quest’anno sono sei le persone che lo riceveranno, ma a causa dell’emergenza sanitaria non si sa quando potranno partire. «Il tempo che stiamo vivendo – riflette ancora don Caiafa – può essere davvero una palestra per esercitare uno sguardo contemplativo, che della missio ad gentes è pane quotidiano. Il missionario scorge lo sguardo di Dio anche laddove c’è miseria, sofferenza, povertà».

28 ottobre 2020

Giovedì 12 la Messa per i dipendenti. Uffici aperti dalle ore 9

Giovedì 12 settembre, alle ore 8, nella basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la Messa per il personale del Vicariato di Roma, in occasione dell’inizio del nuovo anno pastorale.

Tutti gli Uffici pertanto apriranno al pubblico a partire dalle ore 9.

10 settembre 2019

Giovanni Paolo I è beato: la Messa di Papa Francesco

di Roberta Pumpo

La pioggia battente su piazza San Pietro non ha contenuto la gioia dei fedeli: un lungo applauso ha coperto il fragore dei tuoni, quando l’immagine del beato Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, è stata svelata subito dopo la lettura della formula con la quale Papa Francesco ieri, domenica 4 settembre, lo ha elevato agli onori degli altari. Alla liturgia, che ha visto circa 400 concelebranti tra cardinali, vescovi e sacerdoti, ha partecipato, tra gli altri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il 263° Papa della Chiesa cattolica, ultimo italiano del ‘900 a salire sul soglio pontificio, sarà celebrato il 26 agosto, giorno in cui, 44 anni fa, fu eletto pontefice. Dalla loggia delle benedizioni il volto sorridente di Papa Luciani, ritratto dall’artista cinese Yan Zhang, si è “affacciato” sulla piazza gremita di fedeli provenienti da Canale D’Agordo, città natale di Giovanni Paolo I, Feltre, Belluno, Vittorio Veneto, di cui fu vescovo, e Venezia, di cui fu patriarca. Subito dopo la proclamazione, Lina Petri, nipote del nuovo beato, ha portato all’altare la reliquia: uno scritto autografo di Albino Luciani, un appunto su un foglio bianco risalente al 1956 sulle tre virtù teologali. «Con il sorriso, Papa Luciani è riuscito a trasmettere la bontà del Signore – ha detto Papa Francesco -. È bella una Chiesa con il volto lieto, sereno, sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata, non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo».

Nell’omelia, Papa Francesco ha rimarcato come il nuovo beato abbia vissuto «nella gioia del Vangelo, senza compromessi, amando fino alla fine. Egli ha incarnato la povertà del discepolo, che non è solo distaccarsi dai beni materiali ma soprattutto vincere la tentazione di mettere il proprio io al centro e cercare la propria gloria. Al contrario, seguendo l’esempio di Gesù, è stato pastore mite e umile. Considerava se stesso come la polvere su cui Dio si era degnato di scrivere». Commentando il Vangelo, Bergoglio ha illustrato «lo stile di Dio» il quale non si comporta come «un astuto leader» in cerca solo di consensi. Ieri come oggi è facile farsi ammaliare da discorsi altisonanti e gesti eclatanti, «specialmente nei momenti di crisi personale e sociale – ha detto il vescovo di Roma -, quando siamo più esposti a sentimenti di rabbia o siamo impauriti da qualcosa che minaccia il nostro futuro, diventiamo più vulnerabili; e, così, sull’onda dell’emozione, ci affidiamo a chi con destrezza e furbizia sa cavalcare questa situazione, approfittando delle paure della società e promettendoci di essere il “salvatore” che risolverà i problemi, mentre in realtà vuole accrescere il proprio gradimento e il proprio potere, la propria figura, la propria capacità di avere le cose in pugno».

Ma lo “stile di Dio” è un altro: Lui «non strumentalizza i nostri bisogni, non usa mai le nostre debolezze per accrescere se stesso – ha proseguito Francesco -. Non vuole sedurci con l’inganno e non vuole distribuire gioie a buon mercato. A Lui non interessano le folle oceaniche. Non ha il culto dei numeri, non cerca il consenso, non è un idolatra del successo personale». Il Papa ha anche ammonito chi, anche «fra i cristiani», segue Gesù per ragioni «mondane. Dietro una perfetta apparenza religiosa – le parole di Bergoglio – si può nascondere la mera soddisfazione dei propri bisogni, la ricerca del prestigio personale, il desiderio di avere un ruolo, di tenere le cose sotto controllo, la brama di occupare spazi e di ottenere privilegi, l’aspirazione a ricevere riconoscimenti e altro ancora».

Seguire davvero Cristo significa «imparare l’amore, attingerlo dal Crocifisso» ha proseguito Francesco citando Papa Luciani, per il quale «siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile». E sempre citando il suo predecessore, ha spiegato che bisogna amare sempre «anche se costa la croce del sacrificio, del silenzio, dell’incomprensione, della solitudine, dell’essere ostacolati e perseguitati. Amare così, anche a questo prezzo, perché – diceva ancora il beato Giovanni Paolo I – se vuoi baciare Gesù crocifisso “non puoi fare a meno di piegarti sulla croce e lasciarti pungere da qualche spina della corona, che è sul capo del Signore”».

Al termine della Messa, durante la preghiera dell’Angelus, Francesco è tornato a chiedere l’intercessione della Vergine Maria «perché ottenga il dono della pace in tutto il mondo, specialmente nella martoriata Ucraina».

5 settembre 2022

Giovani, poveri, famiglie: quattro incontri in cattedrale con il cardinale per “ascoltare il grido della città”

Nella basilica di San Giovanni in Laterano si terranno quattro incontri di inizio anno pastorale, con il cardinale vicario Angelo De Donatis. Il primo appuntamento è per lunedì 16 settembre; ne seguiranno altri tre: mercoledì 18, giovedì 19 e venerdì 20. L’inizio è previsto per tutti alle ore 19. La serata di lunedì sarà aperta dall’adorazione eucaristica; seguirà l’ascolto della Parola di Dio e la proclamazione di due testi biblici. Quindi è previsto l’intervento del cardinale vicario. Gli incontri di mercoledì, giovedì e venerdì vedranno anche la divisione in gruppi di lavoro.

Il porporato ha invitato a partecipare con una lettera, spedita lunedì 2 settembre, in cui ha delineato gli obiettivi di questi incontri. «In un clima di preghiera e riflessione – si legge infatti – ci porremo in un autentico ascolto dello Spirito, per comprendere cosa significhi “Abitare con il cuore la città”. In particolare rifletteremo sull’identità, i compiti e lo stile delle équipes pastorali».

Al primo incontro, lunedì 16, sono invitati sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, équipe e membri dei Consigli pastorali, «per dare concretezza – sottolinea il porporato – alle “Linee per il cammino pastorale 2019–2020”». Sui giovani sarà incentrato l’incontro di mercoledì, al quale parteciperanno educatori e catechisti degli adolescenti e dei ragazzi, insegnanti di religione, docenti, responsabili di ortatori, associazioni e movimenti, animatori dei gruppi universitari e «tutti coloro che sono vicini ai diversi mondi giovanili». Il giorno successivo, invece, la cattedrale sarà gremita di operatori pastorali dediti al servizio degli ammalati oppure al servizio dei poveri; sarà possibile ascoltare quattro storie di vita vissute, testimonianze di diverse forme di povertà: solitudine, malattia, migrazioni. Infine, nell’ultima serata, quella di venerdì, spazio alla riflessione e alla condivisione con gli operatori di pastorale familiare; al termine il cardinale vicario benedirà le gestanti e i bambini presenti. Per l’occasione sarà attivo un servizio gratuito di baby sitting, in collaborazione con il Centro oratori romani (Cor).

L’appuntamento di lunedì 16 sarà trasmesso in diretta su Telepace (canale 73 e 214 in hd, 515 su Sky) e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma; gli altri incontri verranno trasmessi in streaming sulla pagina Facebook della diocesi.

12 settembre 2019

Giovani, famiglie e poveri: le linee guida per il nuovo anno pastorale

Ascoltare «il grido della città», che non significa solo «la raccolta dolorosa delle tante sofferenze ed ingiustizie che dilaniano la vita degli abitanti di Roma». Ma fare un passo in più. Magari «programmare una visita nelle case del quartiere» o «individuare un referente-missionario per ogni scala dei palazzi del quartiere». Parrocchie in uscita, dunque, dando sempre la priorità ai giovani, alle famiglie, ai poveri. Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha indicato le linee pastorali per il prossimo anno, al termine dei Secondi Vespri celebrati nella solennità della Natività di San Giovanni Battista, nella basilica di San Giovanni in Laterano. “Abitare con il cuore la città” il titolo dell’intervento del vicario.

Il pomeriggio di oggi (24 giugno 2019) si era aperto nella cattedrale di Roma con la Messa delle ore 17.30, durante la quale una quarantina di sacerdoti hanno celebrato il loro giubileo sacerdotale, vale a dire il venticinquesimo, cinquantesimo e sessantesimo anniversario di ordinazione; a presiederla il cardinale De Donatis. Quindi i Secondi Vespri, con la consegna delle linee pastorali.

«Per lasciare spazio alla guida dello Spirito Santo la Chiesa deve farsi piccola – ha detto il cardinale –: solo così riscoprirà la gioia di essere missionaria e di sperimentare insieme nuove vie di evangelizzazione. Non che siano mancate in questi anni esperienze anche molto positive di evangelizzazione, ma nel loro insieme le comunità cristiane della diocesi sentono una certa stanchezza, un calo di entusiasmo, e soprattutto non collaborano tra di loro, talvolta presumendo di bastare a se stesse. Di qui la necessità di un cammino sinodale. Questo significa un processo in cui si permette a Dio di parlarci».

Tra le novità accennate dal vicario del Papa per la diocesi di Roma, la «necessità di far nascere in ogni una piccola equipe pastorale. Il suo compito è fondamentale: animare dal di dentro la comunità parrocchiale, perché, nei suoi vari membri e livelli, possa realizzare l’ascolto del quartiere e delle storie di vita dei suoi abitanti».

Anche nell’omelia non sono mancati i riferimenti alla realtà romana e al compito che attende la Chiesa di Roma per il prossimo anno pastorale. «Che cos’è l’ascolto del grido della città che ci accingiamo a compiere il prossimo anno – ha domandato il porporato –? Non è soltanto la raccolta dolorosa ma doverosa delle tante sofferenze ed ingiustizie che dilaniano la vita degli abitanti di Roma. C’è qualcosa di più, che richiede uno sguardo contemplativo, ci ha detto il nostro Vescovo Papa Francesco. È riconoscere la presenza e la voce dello Sposo. Egli è al fianco dei piccoli e i poveri, e la loro carne sofferente è la carne stessa dello Sposo. Egli è nell’inquietudine dei giovani che cercano il senso della loro vita, “qualcosa di bello” per cui valga la pena di vivere, qualcosa di cui innamorarsi».

Leggi le linee guida per l’anno 2019-2020

Leggi l’omelia dei Secondi Vespri

Giovani e Spiritualità

Strumento per un ascolto interattivo dei ragazzi che ci permetterà di aggiungere un ulteriore tassello nella comprensione della generazione più colpita dall’epidemia che stiamo vivendo. Ecco le domande a cui cerchiamo di rispondere con il nostro video sull’ascolto dei giovani.

MOMENTI 0:18 qual è stato il momento più brutto della tua vita? 2:26 e il momento più bello? 3:12 SENSO 3:26 le cose che accadono nella nostra vita hanno un SENSO? 5:24 SPIRITUALITÀ 6:46 come la vivi? 8:13 COLPA 8:41 quando qualcosa va male, con chi te la prendi? 10:12 te la prendi mai con DIO?

Giovani e dialogo interreligioso, il convegno delle diocesi del Lazio

«In questo tempo gravido di sfide epocali, ci interroghiamo assieme per cercare e dare contenuti comprensibili alla speranza, per i giovani, con i giovani». Gli organizzatori delineano così l’obiettivo del convegno “Giovani generazioni, fragilità, sogni e attese in un tempo segnato dal conflitto e dall’incertezza”, promosso dalle diocesi del Lazio, organizzato dalla Commissione ecumenismo e dialogo, con la collaborazione della Commissione per la pastorale scolastica e Irc (Insegnamento religione cattolica).

L’incontro si terrà lunedì 13 marzo 2023 alla Fraterna Domus di Sacrofano e si propone di leggere la complessità del presente, aiutati dalla competenza scientifica della professoressa Daniela Lucangeli, ordinario in Psicologia dell’educazione e dello sviluppo all’Università di Padova. Ci sarà spazio per le suggestioni e le proposte degli studenti e poi il dialogo con rappresentanti di altre confessioni cristiane e religioni: interverranno infatti rav Benedetto Carucci Viterbi, la pastora Mirella Manocchio, il professor Rosario Chiarazzo, sua eccellenza Atanasie di Bogdania, l’imam Nader Akkad. Modera il dibattito monsignor Marco Gnavi, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Le conclusioni saranno affidate a monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino e di Anagni-Alatri.

Per informazioni e iscrizioni: 06,69886517; ufficioecumenismo@diocesidiroma.it; https://www.diocesidiroma.it/convegno-delle-diocesi-del-lazio/

2 marzo 2023

Giorno della memoria: l’omaggio del settore Centro al Portico d’Ottavia

Il prossimo 27 gennaio alle ore 10 i parroci e una rappresentanza delle parrocchie del Centro Storico di Roma si ritroveranno presso il Portico d’Ottavia per compiere un gesto di omaggio nel Giorno della Memoria.

Un’iniziativa analoga era stata organizzata anche lo scorso anno, come ha raccontato monsignor Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere e responsabile dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. «Ricordo come, il 27 gennaio, memoria della Shoah e liberazione del campo di Auschwitz, ci recammo al Ghetto insieme al vescovo Libanori e al vescovo Selvadagi – eravamo una quarantina di preti del centro e numerosi laici – per sostare in silenzio davanti alla lapide che ricorda la deportazione del 16 ottobre 1943, mentre il rabbino capo leggeva in ebraico il salmo 130».

26 gennaio 2023

Giorno della memoria: a San Bonaventura il “Processo a Dio”

Nei giorni di sabato 28 (alle ore 21) e domenica 29 gennaio (alle ore 18), in occasione del Giorno della memoria, nella parrocchia di San Bonaventura da Bagnoregio, a Torre Spaccata, va in scena il “Processo a Dio” di Stefano Massini. Organizzato dall’Associazione di promozione sociale “È tutta scena”, lo spettacolo prevede un costo di 8 euro a biglietto, che saranno devoluti ai ragazzi dell’oratorio di San Bonaventura per finanziare il viaggio a Lisbona per la Giornata mondiale della gioventù. Per acquistare i biglietti, http://www.etuttascena.org/

“Processo a Dio” è un dramma del 2005 scritto da Stefano Massini. Se Dio esiste, perché la Shoah? Come si può conciliare il Bene assoluto con il male estremo? Ha ancora un senso invocare l’Onnipotente che ha permesso lo sterminio di milioni di innocenti? La Shoah non è un episodio fra tanti, bensì l’Evento che discrimina tra un prima e un dopo e che costringe a ripensare radicalmente lo stesso concetto di Dio: Giobbe leva nuovamente la sua domanda, ma il cielo resta muto. Domande che fanno nascere altre domande a cui è difficile dare risposte. Domande che si pone il giovane drammaturgo Stefano Massini nel suo “Processo a Dio”, dove immagina che alla liberazione del campo di Maidanek un’internata, l’ex attrice Elga Firsch fieramente adirata con Dio, decida di fargli un processo davanti a due saggi, a un rabbino, al giovane figlio del rabbino e a un SS carnefice e testimone. Un testo che è anche un entrare nella lucida determinazione dello sterminio, in un’orrenda macchina messa in moto per razzismo, odio dell’uomo per l’uomo, tra silenzio di massa e indifferenza di massa. È un processo emotivamente squassante nel quale tra le cinque accuse lanciate da Elga contro l’Onnipotente che ha sconfessato anche i sacri testi, tra le deboli repliche del rabbino e la sprezzante volgarità dell’ufficiale delle SS fino a ieri un dio col potere di vita e di morte, si fa strada la verità storica, cifra su cifra, prova su prova, di una vergogna senza pari. Alla fine, l’unica sentenza possibile è quella dell’uomo sull’uomo.

Claudia Zarini è alla prova con un personaggio, quello di Elga, di grande tensione: il suo mondo è andato in frantumi, le resta l’urgenza di conoscere fino in fondo la verità, la sua «rabbia», il suo sgomento. Con lei Christian Licameli nei panni del nazista, Berto Barbieri in quelli del giovane e “dritto” Adek Biederman, Giorgio Pompei in quelli del rabbino, Francesco Zannoni e Mario Parisini in quelli di due anziani saggi. Uno spettacolo di forte tensione etica che costringe a chiedersi: dov’ era l’uomo mentre venivano con scientificità e metodo uccisi milioni di innocenti, dov’ è l’uomo oggi quando si nega la Shoah? “Processo a Dio” è un modo per essere «messaggero dei morti fra i vivi», come ha definito se stesso Elie Wiesel, perché con l’oblio e le negazioni non si aggiungano altre vittime. Regia di Giorgio Pompei.

26 gennaio 2023

Giorno della Memoria, l’omaggio di vescovi e sacerdoti

La vigilia del giorno della Memoria, che si celebrerà domani sabato 27 gennaio, un gruppo di parroci e fedeli del settore Centro accompagnati dai vescovi Daniele Libanori e Riccardo Lamba hanno reso omaggio presso il Portico di Ottavia alle vittime deportate dal Ghetto ebraico di Roma il 16 ottobre del 1943. Accolti dal rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, che ha cantato i versetti del Salmo 130: “Dal profondo a te grido o Signore”. Un lungo silenzio commosso ha acceso la memoria del cuore e la richiesta al Dio dei Padri che conceda ai nostri giorni la sua pace.

26 gennaio 2024

Giorno della Memoria, evento a Santa Maria in Portico

In vista del Giorno della Memoria, giovedì 18 gennaio alle ore 17 la parrocchia di Santa Maria in Portico in Campitelli ospita l’evento “L’amicizia che vince in guerra. Storie vere di ieri e di oggi”, affinché «non si faccia solo memoria dell’odio ma anche delle mani tese», spiegano gli organizzatori. Nel corso dell’evento verranno infatti presentati il docufilm “Quel sabato nero”, di Fausta Speranza con la regia di Stefano Gabriele (produzione Framexs), e il libro “Uccisero anche i bambini”, di Pawel Rytel-Andrianik e Manuela Tulli (edizioni Ares).

A ottant’anni dal rastrellamento del quartiere ebraico di Roma, il 16 ottobre 1943, da parte delle forze naziste, il documentario “Quel sabato nero” ricorda i tragici eventi con riprese sui luoghi e approfondimenti, anche alla luce degli ultimi studi dopo l’apertura alla consultazione della parte degli Archivi vaticani relativa al pontificato di Pio XII. Emerge una storia finora inedita di straordinaria umanità vissuta tra le pieghe della tragica vicenda della Shoah. Una vicenda che ci porta dagli appartamenti di Mussolini alle stanze di Pio XII passando per la chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli: è la storia della famiglia Terracina (ebrei camiciai di Mussolini) nascosta dalla famiglia Cencelli (Armando Cencelli era stretto collaboratore di Pio XII).

Il libro racconta invece la storia della famiglia Ulma, che in Polonia, durante l’occupazione tedesca, tentarono di salvare famiglie ebree polacche nascondendole in casa. Scoperti, vennero uccisi con i loro figli. I coniugi Ulma sono stati riconosciuti Giusti tra le nazioni in Israele e il 10 settembre 2023 sono stati proclamati beati insieme ai loro sette figli.

Giovedì prossimo, con gli autori, parteciperanno: Pasquale Ferrara, direttore generale degli Affari Politici e di Sicurezza del Ministero degli Esteri; Grazia Loparco, autrice di studi sugli ebrei salvati a Roma tra il ‘43 e il ’44, della Pontificia Facoltà Auxilium; Antonello Blasi, docente di diritto Pontificia Università Lateranense; Matteo Luigi Napolitano, storico dell’Università degli Studi del Molise; Daniele De Luca, storico dell’Università del Salento. Modera Cristiana Caricato, giornalista di Tv2000.

11 gennaio 2024

Giorno dell’indipendenza della Polonia e 100° anniversario del ritorno alla comunità polacca della chiesa di San Stanislao alle Botteghe Oscure

Giorno dell’indipendenza della Polonia e 100° anniversario del ritorno alla comunità polacca della chiesa di San Stanislao alle Botteghe Oscure, a cura dell’Ufficio Migrantes.

Articoli recenti