30 Agosto 2025

A San Giovanni in Laterano le ordinazioni sacerdotali

Sono cinque i diaconi che sabato 3 ottobre, alle ore 17.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano, saranno ordinati sacerdoti dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Quattro di loro si sono formati al Pontificio Seminario Romano Maggiore mentre uno ha studiato al Collegio diocesano Redemptoris Mater. La celebrazione verrà trasmessa in diretta su Nsl (canale 74 del digitale terrestre) e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

Si tratta di Jorge Gomis Coloma, 37 anni, originario di Valencia, arrivato a Roma appositamente per frequentare il seminario. «La mia vocazione è arrivata tardi – racconta –; avevo un altro progetto di vita, un lavoro, una fidanzata. Ma poi all’improvviso ho perso il lavoro e la mia storia d’amore è finita. Sono entrato in crisi profonda, e ne sono uscito solo grazie al Signore. Ho capito che i progetti che avevo fatto fino a quel momento per la mia vita non erano niente in confronto a quello che Lui aveva in serbo per me». Don Jorge è stato assegnato alla parrocchia di Sant’Alberto Magno, dove spera di rimanere per qualche anno. Poi spostarsi, anche lontano. «Stare Roma è bellissimo – dice –, ma il nostro è un seminario missionario, ha il carisma della missione».

Una vocazione matura pure quella di Simone Bellato, 38 anni, un cammino nato e cresciuto nella parrocchia di San Giovanni Evangelista a Spinaceto. «In parrocchia ci sono i Figli dell’Amore Misericordioso e la mia fede si è nutrita grazie a loro, ai sacerdoti che ho incontrato, ai numerosi pellegrinaggi fatti al santuario di Collevalenza e in Terra Santa», spiega. Eppure non avrebbe mai pensato al sacerdozio. «Diciamo che ero molto impegnato! – scherza – Ho studiato Scienze Politiche a Roma Tre e sono stato anche in Erasmus, poi facevo parte degli scout, suonavo il basso in due gruppi diversi. Avevo una vita molto piena, ma dentro di me percepivo un vuoto». Da lì l’idea di frequentare il cammino dei Dieci Comandamenti con don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni della diocesi: «Sono riuscito finalmente a dire di sì alla chiamata del Signore, che in qualche modo percepivo da almeno dieci anni». Adesso don Simone presta servizio nella parrocchia di San Bernardo di Chiaravalle.

A Santa Maria Addolorata è invece affidato Mario Mesolella, trentaseienne napoletano, cresciuto tra Sparanise (Caserta), Villammare di Vibonati (Salerno) e Foligno. «Sono i miei luoghi del cuore e qui potrò celebrare le prime Messe», annuncia. Ma la sua vocazione è legata anche ad Assisi, ai corsi vocazionali di padre Giovanni Marini: «Grazie a quella esperienza ho capito che il Vangelo poteva essere veramente incarnato nella mia vita – dice –. Non mi sento diverso da tanti altri, ma capisco di essere strumento tra le mani di Dio».

È cresciuta nella parrocchia di Santa Galla, tra una partita di pallavolo in oratorio e il catechismo, la vocazione di Diego Del Fa, 27 anni, romano, assegnato alla comunità di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. «Quando ho detto ai miei genitori che volevo entrare in seminario, non l’hanno presa benissimo – confida il futuro sacerdote –. Avevano tanti sogni e aspettative sulla mia vita e in qualche modo erano anche distanti dalla fede. A me piace dire che hanno fatto questo percorso insieme a me, perché adesso invece collaborano attivamente con la parrocchia, sono impegnati nella Caritas e nei corsi prematrimoniali. Anche loro hanno fatto un percorso bello di avvicinamento al Signore».

Viene da «una famiglia molto credente», invece, Francesco Palazzo, 34 anni, romano, che fin da piccolo ha frequentato l’Opus Dei. «Ma non pensavo di diventare prete – ammette –, ero fidanzato e con la mia ragazza partecipammo a un corso per fidanzati ad Assisi, dalle Suore Francescane Alcantarine. Da quell’esperienza uscii però frastornato. Ho iniziato quindi una direzione spirituale, che mi ha fatto comprendere che mi avvicinavo a una vita esclusiva per il Signore». Sta prestando servizio a San Roberto Bellarmino. «La mia vocazione – conclude – passa per il sentirmi amato per quello che sono e sentirmi chiamato nonostante quello che sono».

1 ottobre 2020

Al Pontificio Seminario Romano Maggiore incontra i formatori

Al Pontificio Seminario Romano Maggiore incontra i formatori.

Corso per seminaristi e diaconi “Dalla teologia liturgica alla prassi celebrativa, corso sull’ars celebrandi”

Corso per seminaristi e diaconi “Dalla teologia liturgica alla prassi celebrativa, corso sull’ars celebrandi”,, l’1, il 2, il 3 e il 6 ottobre, a cura dell’Ufficio liturgico diocesano.

Corso il ministero della presidenza e l’animazione liturgica modalità web

Corso il ministero della presidenza e l’animazione liturgica modalità web, a cura dell’Ufficio liturgico diocesano

Corso “Domus Ecclesiae. Luoghi liturgici di Roma” modalità web

Corso “Domus Ecclesiae. Luoghi liturgici di Roma” modalità web, a cura dell’Ufficio liturgico diocesano.

Giornata di spiritualità missionaria per la religiose

Giornata di spiritualità missionaria per la religiose, a cura del Centro Missionario diocesano.

Domenica 4 ottobre la colletta per l’Obolo di San Pietro

Tradizionalmente si tiene il 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo. Ma quest’anno, a motivo dell’emergenza sanitaria, la colletta per l’Obolo di San Pietro è stata posticipata a domenica 4 ottobre, giorno della memoria di san Francesco d’Assisi. In vista dell’occasione, il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive una lettera alla diocesi per invitare a partecipare per sostenere le opere di carità del Papa.

«Con questo dono – scrive il vicario – possiamo allargare lo sguardo ed il cuore della Madre Chiesa, sparsa nel mondo, che si fa compagna di strada di famiglie e di popoli in cammino per lo sviluppo umano, spirituale e materiale, a beneficio di tutta la società. Quanto ciascun fedele può donare sarà utile per provvedere alle necessità della Chiesa intera, soprattutto dove essa incontra maggiori difficoltà».

«Sono consapevole – si legge ancora – delle difficoltà che le nostre comunità parrocchiali stanno vivendo, anche dal punto di vista economico, ma lasciamoci guidare dalla fiducia nel Signore che ricompensa con il “centuplo” chi dona con gioia. Nella logica cristiana della prodigalità e della gratuità, offriamo il nostro contributo che la Provvidenza non mancherà di moltiplicare, dando vita al miracolo della condivisione. Le nostre comunità – prosegue il porporato – che tante volte hanno dato vita a generose azioni di comunione, vivano sempre il banchetto eucaristico, spezzando il proprio pane con gli altri e diventando pane per gli altri».

Come sempre i soci del Circolo S. Pietro collaboreranno alla raccolta; eventuali offerte potranno dunque essere versate a loro oppure presso la cassa dell’Amministrazione del Vicariato.

Leggi la lettera del cardinale

30 settembre 2020

L’11 ottobre la Giornata mensile del malato

L’11 di ogni mese nella diocesi di Roma si celebra la Giornata mensile del malato. Lo stesso avverrà l’11 ottobre e, come di consueto, il Centro per la pastorale sanitaria ha indicato una speciale intenzione di preghiera.

La Giornata mondiale del malato è una ricorrenza annuale istituita il 13 maggio 1992 da San Giovanni Paolo II. Dal 1993 si celebra sempre l’11 febbraio, memoria liturgica della Madonna di Lourdes, assumendo il carattere di giorno speciale di preghiera e di condivisione, di offerta della sofferenza e di sensibilizzazione delle varie comunità diocesane e parrocchiali sui temi relativi alla malattia. «Crediamo che però non basti – sostengono dal Centro per la pastorale sanitaria –. In questo tempo in cui siamo chiamati ad “abitare con il cuore la città” e ad ascoltare il grido di tante persone che sono nella sofferenza, vogliamo proporre a tutte le comunità di dedicare una maggiore attenzione ai malati, con la Giornata mensile del malato».

Il nuovo incaricato del Centro diocesano è don Carlo Abate, che sostituisce don Giovanni Matitecchia. Il vescovo delegato è monsignor Paolo Ricciardi.

30 settembre 2020

In Caritas la missione popolare dei seminaristi del Maggiore

Gli studenti del Pontificio Seminario Romano Maggiore hanno iniziato il 25 settembre la missione popolare nei centri della Caritas di Roma. Fino a domenica 4 ottobre saranno impegnati nelle mense, nelle comunità di accoglienza e nei centri di ascolto parrocchiali.

I 46 giovani (primo, secondo, quarto e quinto anno) saranno coinvolti anche in alcuni laboratori di formazione sui temi delle migrazioni, della solitudine, del disagio sociale e delle dipendenza dal gioco d’azzardo.

30 settembre 2020

Ai Santi XII Apostoli il laboratorio liturgico-musicale

Si chiama “Date a Dio splendida lode” il laboratorio liturgico musicale promosso da padre Gennaro Becchimanzi nella basilica dei Santi XII Apostoli, con la collaborazione dell’Ufficio liturgico diocesano. Il corso intende offrire una formazione di base ai cantori, animatori della liturgia, organisti, direttori e quanti desiderano formarsi nell’ambito del canto liturgico. Gli incontri riprendono il 10 ottobre e si terranno dalle 8.45 alle 12.30 nella Sala dell’Immacolata della basilica del centro storico.

Tra gli argomenti trattati, innodia, salmodia, notazione gregoriana, canti della Chiesa italiana e romani, focus sul Messale e sul Lezionario. Per ulteriori informazioni, contattare padre Becchimanzi: fragennaro@libero.it; 3332044045.

30 settembre 2020

Incontra gli ordinandi presbiteri nel Monastero della “Resurrezione” di Montefiolo a Casperia

Nel pomeriggio incontra gli ordinandi presbiteri nel Monastero della “Resurrezione” di Montefiolo a Casperia

L’amore di amicizia, lo «stile» della Chiesa: l’incontro di inizio anno con il clero

Respirare, uscire, incontrare, abbracciare: sono «i quattro verbi che abbiamo scelto per l’anno pastorale che comincia», ha detto il cardinale vicario Angelo De Donatis, e «descrivono la Chiesa il giorno di Pasqua. Respiriamo lo Spirito Santo che il Signore soffia su di noi – continua –; apriamo (superando la paura) le porte del Cenacolo per uscire verso gli altri; incontriamo gli altri e portiamo loro l’abbraccio del Risorto». Il cardinale, questa mattina, si è rivolto così ai presbiteri e ai diaconi riuniti nella basilica di San Giovanni in Laterano, per il secondo dei due incontri di inizio anno pastorale. Il primo, lo ricordiamo, si è tenuto sabato mattina sempre nella cattedrale di Roma ed era riservato agli operatori pastorali delegati dalle parrocchie.

«Il mondo è cambiato tanto. Anche noi siamo cambiati – ha riflettuto il vicario del Papa ricordando i mesi trascorsi e il lockdown –. È stata una dura esperienza, ma che ci ha costretto a non dare più nulla per scontato. Si sente un desiderio forte, che viene dallo Spirito, di respirare, uscire, incontrarci e abbracciarci, ma il timore sembra bloccare e contraddire questa spinta. Sentiamo una certa delusione nel prendere atto che il timore trattiene molte persone lontano dalle parrocchie, dalla partecipazione alla liturgia. Eppure comprendiamo che non possiamo rinchiuderci, ma dobbiamo trovare modalità nuove di incontro, di dialogo con le persone». Prima fra tutte, quella di «privilegiare il “tu per tu” – questo l’invito del cardinale de Donatis –: se con questo metodo il numero delle persone si riduce, l’incontro però acquista un di più in qualità e profondità».

Conta, soprattutto, lo «stile nel relazionarsi con gli altri», che è «l’amore di amicizia». «In esso – ha spiegato il porporato – si riassumono i tre atteggiamento indicati dal Papa a Firenze. Di questo amore parla san Paolo nell’inno alla carità che abbiamo ascoltato nella preghiera iniziale. È l’atteggiamento indispensabile per vivere la missione. Forse tanti nostri sforzi di annuncio del vangelo o di carità verso i poveri non hanno toccato il cuore di nessuno perché erano privi di amore di amicizia». Ancora, «è l’umiltà interiore che permette di stare di fronte all’altro in uno stato di uguaglianza che favorisce l’amicizia, il dialogo, l’intesa». Consente, ha aggiunto, «di donare senza arroganza, di annunciare il Vangelo senza esibirlo come un proprio merito, di aiutare i poveri senza umiliarli. L’amore di amicizia fa cadere le critiche, le obiezioni, disattiva il meccanismo perverso dell’affermazione di sé e del proprio gruppo favorendo l’incontro vero, il dialogo autentico senza “inquinamenti”».

«L’amore di amicizia – ha concluso – è quello stile che “fa tutt’uno” con i contenuti dell’annuncio della fede. Esso si esprime in tanti modi, quelli che san Paolo elenca nell’inno alla carità, e che danno spessore ai tanti gesti di condivisione e di solidarietà che saremo chiamati a vivere in quest’anno così particolare, in cui le diverse onde d’urto raggiungeranno la nostra vita sociale: la difficoltà a far partire la scuola, la povertà crescente per la fine delle misure di sostegno al reddito, la disoccupazione, la pervasività dell’economia sommersa legata alla criminalità, la violenza sociale che si scatena tra i soggetti più sociali più deboli… Uno sforzo grande ci è richiesto (pensate a come dobbiamo far convergere risorse per alimentare il Fondo Gesù Divino Lavoratore), per una ripartenza che è un vero “parto” doloroso, eppure carico di nuovo, un Nuovo che viene da Dio e che ci chiede la disponibilità a convertirci e a cambiare».

Leggi la relazione del cardinale

Scarica il libretto con le schede bibliche

28 settembre 2020

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