E’ tornato alla casa del Padre Zefirino, papà di don Marco Valenti
E’ tornato alla casa del Padre
Zefirino,
papà di don Marco Valenti
(parroco di San Saturnino)
sarà sepolto domani sabato 14 marzo
alle ore 16
nel cimitero di Cantalupo in Sabina.
13 marzo 2020
Decreto del cardinale vicario Angelo De Donatis del 13 marzo 2020
In relazione al Decreto Prot. n. 468/20, da me emanato ieri, 12 marzo 2020, si rende opportuno precisare e – nella misura del necessario modificare – quanto esposto nel n. 1 della parte dispositiva del medesimo.
La Chiesa di Roma, in piena comunione con il suo Vescovo, Supremo Pastore della Chiesa Universale, è consapevole del significato simbolico della decisione presa col predetto Decreto. L’infezione da Coronavirus si sta diffondendo in maniera esponenziale: in pochissimi giorni il numero dei contagiati è raddoppiato, e di questo passo non è difficile prevedere che in pochissimo tempo raggiunga l’ordine delle decine di migliaia di persone solo in Italia. È evidente il rischio di collasso delle strutture sanitarie, già ventilato da molti, soprattutto per la sproporzione tra le risorse di terapia intensiva disponibili e il crescente numero di malati. Potrebbe essere coinvolto un numero ancor più elevato di persone, soprattutto anziani e soggetti vulnerabili. Possiamo arginare questa tragica eventualità solo applicando misure per frenare il contagio e permettendo al SSN di riorganizzarsi. Gli italiani crescono nella consapevolezza che dietro l’invito di non uscire di casa c’è un’esigenza improcrastinabile di tutelare il bene comune.
Tuttavia, ogni provvedimento cautelare ecclesiale deve tener conto non soltanto del bene comune della società civile, ma anche di quel bene unico e prezioso che è la fede, soprattutto quella dei più piccoli.
Il Decreto Prot. N. 468/20 viene pertanto modificato, ponendo in capo ai sacerdoti e a tutti i fedeli la responsabilità ultima dell’ingresso nei luoghi di culto, in modo tale da non esporre ad alcun pericolo di contagio la popolazione e nel contempo evitare il segno dell’interdizione fisica dell’accesso al luogo di culto attraverso la chiusura del medesimo, la quale potrebbe creare disorientamento e maggior senso di insicurezza.
In particolare
SI DISPONE
Che il n. 1 del Decreto prot. 468/20 del 12 marzo u.s. venga così modificato:
1. Si esortano i fedeli, fino a venerdì 3 aprile p. v. ad attenersi con matura coscienza e con senso di responsabilità alle direttive dei Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri di questi ultimi giorni, in particolare quelle del c.d. Decreto “#Io resto a casa#”. In conseguenza di questo sopra esposto, i fedeli sono dispensati dall’obbligo di soddisfare al precetto festivo (cf. cann. 1246-1248 C.I.C.). Rimangono chiuse all’accesso del pubblico le chiese non parrocchiali e più in generale gli edifici di culto di qualunque genere (cf. can. 1214 ss. C.I.C.); restano invece aperte le chiese parrocchiali e quelle che sono sedi di missioni con cura d’anime ed equiparate. Restano altresì accessibili gli oratori di comunità stabilmente costituite (religiose, monastiche, ecc. cf. can. 1223 C.I.C.), limitatamente alle medesime collettività che abitualmente ne usufruiscono in quanto in loco residenti e conviventi, con interdizione all’accesso dei fedeli che non sono membri stabili delle predette comunità.
La comunione ecclesiale che ci lega continuerà a sostenerci nel nostro sforzo quotidiano di reagire all’emergenza con rapidità, efficacia e autentico spirito di fede.
Vi benedico. Madonna del Divino Amore prega per noi!
Dato in Roma, alla sede del Vicariato nel Palazzo Apostolico Lateranense, il giorno 13 marzo A.D. 2020.
13 marzo 2020
Gli auguri della diocesi a Papa Francesco nell’anniversario della sua elezione
Santità,
in occasione del settimo anniversario della Sua elezione come Vescovo di Roma, tutta la sua comunità diocesana loda e benedice il Signore per il dono del Suo ministero come successore di Pietro.
Nell’esprimerLe la nostra gratitudine per gli insegnamenti, per la testimonianza di vita evangelica e per la paternità spirituale con cui guida il Santo popolo fedele di Dio a Lei affidato, Le assicuriamo la nostra filiale preghiera, per la Sua persona e per le Sue intenzioni.
In questo tempo di prova, dalle case della nostra città, più che mai Chiese domestiche, sale a Dio la nostra supplica per intercessione della Vergine Maria, Madonna del Divino Amore.
La Sua comunità diocesana
13 marzo 2020
Lettera del cardinale De Donatis ai fedeli della diocesi di Roma
Roma, 13 marzo 2020
Siamo tribolati, ma non schiacciati;
siamo sconvolti, ma non disperati (2 Cor 4,8).
Con una decisione senza precedenti, consultato il nostro Vescovo Papa Francesco, abbiamo pubblicato ieri, 12 marzo, il decreto che fissa la chiusura per tre settimane delle nostre chiese.
Non ci ha spinto una paura irrazionale o, peggio, un pragmatismo privo di speranza evangelica, ma l’obbedienza alla volontà di Dio. Questa volontà si è manifestata attraverso la realtà del momento storico che stiamo vivendo. È l’obbedienza alla vita che è forse il modo più esigente con cui il Signore ci chiede di obbedirgli.
Il contagio da coronavirus si sta diffondendo in maniera esponenziale. In pochissimi giorni il numero degli infetti raddoppia e di questo passo non è difficile prevedere che in due mesi raggiunga l’ordine di decine di migliaia di persone solo in Italia. È evidente il rischio di collasso delle strutture sanitarie, già ventilato da molti, soprattutto per la sproporzione tra le risorse di terapia intensiva disponibili e il crescente numero di malati. Potrebbe perdere la vita un numero elevato di persone, soprattutto anziani e soggetti vulnerabili. Possiamo arginare questa tragica eventualità solo applicando misure per frenare il contagio e permettendo al Servizio Sanitario Nazionale di riorganizzarsi. Gli italiani crescono nella consapevolezza che dietro all’invito di non uscire di casa c’è un’esigenza improcrastinabile di curare il bene comune. È questa la realtà che stiamo vivendo in questi giorni.
Cosa ci chiede il Signore? Qual è la sua volontà, quella a cui siamo tenuti ad obbedire? Fare del nostro meglio e dare il nostro contributo per la salute di ognuno. Stringersi gli uni agli altri non fisicamente, ma con la solidarietà reciproca, perché gli anziani e i malati, che in questo momento sono i “piccoli” che Gesù mette al centro, possano percepire che c’è una società intera, Chiesa compresa, che non si rassegna alla loro morte. Di fronte a questo l’esigenza spirituale del popolo di Dio di radunarsi per celebrare l’Eucarestia diventa per noi cristiani oggetto di una rinuncia dolorosa. Rimane l’esigenza spirituale della cura per i nostri fratelli. Purtroppo, recarsi in chiesa non è differente dall’andare in altri luoghi: è a rischio di contagio.
Sappiamo bene che questo ci turba ma non ci sconvolge. Il tempio è la Chiesa, Corpo del Cristo risorto e lo Spirito di Dio è presente “dove due o tre sono riuniti nel Suo nome”. “Adorare il Padre in spirito e verità”, offrirgli il sacrificio della nostra vita, è il nostro culto spirituale, indipendentemente dal luogo in cui preghiamo. In questi pochi giorni è stato edificante constatare come i cristiani di Roma sappiano inventare mille modi per rimanere in contatto, sostenersi reciprocamente, annunciare la Parola di Dio, celebrare l’Eucarestia a distanza… La Chiesa è un corpo vivo.
Un ulteriore confronto con Papa Francesco, questa mattina, ci ha spinto però a prendere in considerazione un’altra esigenza: la chiusura di tutte le nostre chiese può suscitare disorientamento e confusione. Il rischio per le persone è di sentirsi ancora di più isolate. Di qui il nuovo decreto che vi viene inviato con questa lettera e che contiene l’indicazione di lasciare aperte le sole chiese parrocchiali e quelle che sono sedi di missioni con cura d’anime ed equiparate.
Cari sacerdoti, ci affidiamo al vostro saggio discernimento. Siate vicinissimi al popolo di Dio, fate sentire ciascuno amato e accompagnato, aiutate tutti a percepire che la Chiesa non chiude le porte a nessuno, ma che si preoccupa che nessun “piccolo” rischi la vita o venga dimenticato. Portate pure, con tutte le precauzioni necessarie, il conforto dei sacramenti agli ammalati, assicurate l’aiuto per le necessità ai poveri e a chi non ha nessuno su cui contare, evitate tutte quelle situazioni di contatto tra le persone che possano creare pericolo per la salute.
La preghiera in famiglia, tradizione dei nostri genitori e dei nostri nonni, venga recuperata e incrementata, attraverso anche i sussidi dell’ufficio liturgico e le iniziative sui social (#iopregoacasa#).
Affidiamoci ancora una volta all’intercessione della Madonna del Divino Amore. Preghiamo per il nostro Vescovo, Papa Francesco, nell’anniversario della sua elezione. Chiediamo per lui, come sette anni fa quando si affacciò dal balcone, la benedizione di Dio.
Con affetto e gratitudine
Angelo Card. De Donatis
Vicario Generale di Sua Santità
per la Diocesi di Roma
13 marzo 2020
Decreto del cardinale vicario Angelo De Donatis del 12 marzo 2020
– In relazione ai Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4, 8 e 9marzo 2020, nonché alla “Comunicazione” del Segretario Generale del Vicariato di Roma del 5 marzo 2020 e alla “Lettera ai fedeli” del Cardinale Vicario del 6 marzo 2020;
– considerate le nuove e ancor più cogenti limitazioni poste all’ordinaria circolazione delle persone del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri emanato in data 11 marzo 2020;
– considerati, altresì i “Comunicati” dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni sociali della CEI n. 11/20 in data 8 marzo u.s. e, in specie, quello n. 15/2020 in data odierna, in cui si riferisce: «Viviamo una situazione gravissima sul piano sanitario […] A ciascuno, in particolare, viene chiesto di avere la massima attenzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone. Di questa responsabilità può essere espressione anche la decisione di chiudere le chiese. Questo non perché lo Stato ce lo imponga, ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana, esposta ad un virus di cui ancora non conosciamo la natura né la propagazione»;
– viste le disposizioni di cui al mio Decreto prot. 446/20 dell’8 marzo u.s., tuttora in vigore, e confermate altresì le restrizioni alle attività ordinarie nelle parrocchie, rettorie e negli altri luoghi di culto già poste al medesimo;
SI DISPONE
che il n. 1 del Decreto prot. 446/20 dell’8 marzo u.s. venga così modificato:
1. Sino a venerdì 3 aprile 2020 l’accesso alle chiese parrocchiali e non parrocchiali della Diocesi di Roma, aperte al pubblico (cf. cann. 1214 ss C.I.C.), e più in generale agli edifici di culto di qualunque genere aperti al pubblico, viene interdetto a tutti i fedeli. Rimangono accessibili solo gli oratori di comunità stabilmente costituite (religiose, monastiche, ecc.: cf. can. 1223 C.I.C.), limitatamente alle medesime collettività che abitualmente ne usufruiscono in quanto in loco residenti e conviventi, con interdizione all’accesso dei fedeli che non sono membri stabili delle predette comunità.
I fedeli sono in conseguenza dispensati dall’obbligo di soddisfare al precetto festivo (cf. cann. 1246-1248 C.I.C.).
Sarà cura dei sacerdoti responsabili dell’esercizio di culto nei singoli luoghi (Parroci, Rettori, Cappellani, ecc.) attivarsi per dar seguito a questa disposizione, innanzitutto con la chiusura delle aule di culto e con ogni altra iniziativa idonea allo scopo.
Ricordiamo che questa disposizione è per il bene comune. Accogliamo le Parole di Gesù che ci dice «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt. 18.20). In questo tempo, ancora di più, le nostre case sono Chiese domestiche.
Vi benedico, affidandovi tutti ancora una volta alla materna intercessione della Madonna del Divino Amore.
Dato in Roma, dalla sede del Vicariato nel Palazzo Apostolico Lateranense, il giorno 12 marzo A. D. 2020.
Prot. n. 468/20
12 marzo 2020
«Possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova».
«O Maria, tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza. Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede. Tu, Salvezza del popolo romano, sai di che cosa abbiamo bisogno e siamo certi che provvederai perché, come a Cana di Galilea, possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova. Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione. Amen. Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta». Papa Francesco manda la sua preghiera alla Madre di Dio con un videomessaggio. Poi il suo vicario Angelo De Donatis inizia a celebrare la Messa. In un Santuario del Divino Amore deserto, con i fedeli chiusi nelle loro case, a seguire la celebrazione eucaristica sui loro tablet, computer e cellulari, grazie allo streaming sulla pagina Facebook della diocesi, o in televisione, in diretta su Tv2000.
Tutti fisicamente separati, ma uniti nella preghiera. «Ci siamo tutti, c’è realmente tutta la Chiesa, c’è la Chiesa di Roma», dice infatti il cardinale De Donatis. La Messa conclude la Giornata di digiuno e di preghiera promossa dalla diocesi. «Siamo qui per gridare di essere salvati dal Signore per la sua misericordia – dice il porporato –; Maria è qui con noi e chiediamo la sua intercessione potente». Poi traduce a parole il pensiero e il sentire di tanti. «Siamo qui ai tempi del coronavirus con tanta fede, ma anche con tanta angoscia», ammette. «La vediamo nei volti delle persone, ma la sentiamo anche nel nostro cuore».
Un’angoscia, prosegue il vicario del Papa per la diocesi di Roma, provata da Gesù stesso, prima della Passione. «Alle tue mani affido il mio Spirito»: le ultime parole di Gesù sulla croce, spiega il cardinale De Donatis, sono «una consapevolezza permanente nel cuore di Gesù, e ci dicono che nessuno ha il potere di strapparci dalle mani di Dio». La «terapia» per essere liberati dall’angoscia, spiega, consiste nell’«affidarci alle mani di Dio: nessuno può strapparci da lì, neppure la morte».
«L’unica cosa autentica e utile in questo tempo di coronavirus – la conclusione del cardinale vicario – è mettersi in ginocchio, alla presenza di Dio dentro noi stessi. Dio custodirà la nostra umanità, ci porterà a stringerci gli uni agli altri» scegliendo la vicinanza «senza cadere nella competizione» e fuggendo «la tentazione di salvare se stessi infischiandosi della vita degli altri».
11 marzo 2020
Celebra la Messa al Divino Amore senza la presenza di fedeli, trasmessa in diretta su Telepace e Tv2000 e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi
Celebra la Messa al Divino Amore senza la presenza di fedeli, trasmessa in diretta su Telepace e Tv2000 e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi.
Il nuovo sito del Tribunale interdiocesano di prima istanza
In un momento in cui i rapporti interpersonali sono ridotti e tutti siamo chiamati a restare in casa, il Tribunale interdiocesano di prima istanza apre il suo nuovo sito internet, per trasmettere comunicazioni a chiunque abbia bisogno. “Si comunica – si legge infatti sulla home page – che le sessioni istruttorie del Tribunale di prima istanza e di appello presso il Vicariato di Roma sono rinviate fino al 3 aprile c.a. Parimenti, a partire da oggi, si sospendono i termini di legge”.
11 marzo 2020
Chiamati a farci prossimi di chi soffre. La lettera del direttore della Caritas diocesana
Carissimi,
innanzitutto permettetemi di riportare un pensiero del nostro cardinale vicario Angelo De Donatis: “In questi giorni, non potremmo nutrirci insieme del Signore nell’Eucaristia; mi consola invece il pensare che possiamo nutrire noi stessi il Signore nella persona dei più piccoli. E sono grato a tutti coloro che vivono questa dimensione e ci aiutano a farlo”. Aggiungo personalmente anche un ringraziamento a ciascuno di voi che ogni giorno si sta spendendo al servizio dei più piccoli della nostra città.
Come comunità cristiana ancora una volta siamo chiamati a farci prossimi alle sofferenze della città, in modo particolare agli ultimi e agli emarginati. Molte volte, la vicinanza a chi soffre, ci ha portato a essere presenti in situazioni di sofferenza, rispondendo a calamità, crisi e conflitti. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci pone di fronte a nuove necessità, rischiando di minare proprio quella che è la principale caratteristica del nostro agire: tessere relazioni e curare le ferite dell’anima.
Conosco bene e ne sono consapevole che la paura del contagio tende a sacrificare questo tipo di rapporti: si ha timore di incontrare le persone, in modo particolare i poveri, perché in essi vediamo un agente del contagio. È fondamentale, invece, non vedere essi come degli untori, ma fratelli che proprio in questo periodo in cui tutti si chiudono in sé stessi, hanno ancora più bisogno di qualcuno che li ascolti e li aiuti, pur con tutte le attenzioni e precauzioni.
Allo stesso tempo, le nostre opere – i centri di ascolto, le mense, gli ostelli, gli empori, i servizi su strada, i centri di distribuzione di alimenti e vestiario, le docce – sono chiamate a ripensare alcune procedure operative affinché l’azione caritativa sia più vicina alle esigenze di chi soffre e si svolga in modo sicuro per i volontari e le comunità che li ospitano.
Per questo, gli operatori della Caritas diocesana in contatto con le autorità competenti, hanno predisposto una nota (che vi allego alla presente) con una serie di consigli su come organizzare i servizi nei diversi centri. Si tratta di indicazioni che in questi giorni sono state sperimentate nelle Opere-Segno promosse dalla diocesi.
L’invito per tutti, oltre che ad attenersi a tali disposizioni, è anche quello di vivere e promuovere quelle forme di carità della “porta accanto”: un’attenzione particolare a quanti vivono in solitudine, soprattutto gli anziani, e che in questo contesto possono sentirsi ancora più emarginati.
Per qualsiasi informazione e per un aiuto a recepire nel migliore dei modi tali indicazioni nelle vostre comunità, vi invito a contattare l’Area Promozione Umana al numero 06.88815130 (e-mail: promozioneumana@caritasroma.it).
Non ci scoraggiamo, il Signore ci sostiene e ci accompagna ogni giorno. Ringraziando ognuno di voi per la preziosa testimonianza, vi saluto assicurandovi vicinanza nella preghiera; nella speranza di vivere questo tempo di Quaresima condividendo le difficoltà e le energie nel nome del Signore.
Don Benoni Ambarus
direttore
Messa al Divino Amore in diretta su Tv2000 e su Facebook alle 19
Sono sospese le celebrazioni con la presenza di fedeli, ma la diocesi di Roma intensifica la sua preghiera. In questi giorni di emergenza sanitaria, in cui tutti siamo chiamati a rimanere nelle nostre abitazioni per non diffondere il contagio e tutelare soprattutto i più deboli, ogni mattina alle 7, la Messa presieduta da Papa Francesco a Santa Marta viene trasmessa sulla pagina Facebook della diocesi di Roma, su Tv2000 (canale 28) e su Telepace (canale 73 e 214 in hd, 515 su Sky). Non solo: a partire da mercoledì 11 marzo anche l’appuntamento con una celebrazione eucaristica serale, alle 19, presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis, in diretta su Tv2000 e in streaming sulla pagina Facebook diocesana. Il via appunto l’11 marzo, con la Messa presieduta dal vicario al Santuario della Madonna del Divino Amore, senza la presenza dei fedeli. «Vista la necessità del momento – aveva scritto il porporato nei giorni scorsi –, in comunione con il Consiglio Episcopale, chiedo a tutti i cristiani di Roma, di offrire una giornata di preghiera e di digiuno, mercoledì 11 marzo 2020, per invocare da Dio aiuto per la nostra città, per l’Italia e per il mondo. Lo stesso giorno presiederò una Santa Messa dal Santuario del Divino Amore».
Prima dell’inizio della celebrazione dell’11 marzo, sempre su Tv2000 e sulla pagina Facebook della diocesi di Roma, è stato diffuso un video messaggio in cui Papa Francesco ha rivolto la sua preghiera alla Vergine: il Santo Padre ha affidato così la città, l’Italia e il mondo alla protezione della Madre di Dio, come segno di preghiera e di speranza. Per l’occasione saranno anche disponibili nelle parrocchie delle immaginette con il quadro della Madonna del Divino Amore e la preghiera di Papa Francesco.
«Oltre al digiuno, rinunciando ad un pasto – proseguiva nella lettera il cardinale De Donatis –, vogliamo essere vicini, con un segno di elemosina, raccogliendo delle offerte che devolveremo a sostegno del personale sanitario che si sta spendendo con generosità e sacrificio nella cura dei malati». La diocesi di Roma lancia quindi una raccolta fondi straordinaria a sostegno di medici, infermieri, operatori sanitaria. Questo l’iban per versare le somme: IT 25 E 05216 03229 0000 0009 2433; intestatario: Vicariato di Roma; causale “Offerte emergenza coronavirus – Centro per la pastorale sanitaria”.
«Saranno due gli appuntamenti spirituali “on line” che potrà vivere la nostra comunità diocesana – sottolinea il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma don Walter Insero –, all’inizio della giornata con l’Eucarestia presieduta dal nostro vescovo Francesco e la sera alle 19 con il suo vicario De Donatis. Sarà un momento di grazia, in cui uniti in comunione spirituale, ci sentiremo più forti nella fede, solidali e non diffidenti gli uni verso gli altri».