5 Agosto 2025

Decreto del cardinale vicario Angelo De Donatis del 12 marzo 2020

– In relazione ai Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4, 8 e 9marzo 2020, nonché alla “Comunicazione” del Segretario Generale del Vicariato di Roma del 5 marzo 2020 e alla “Lettera ai fedeli” del Cardinale Vicario del 6 marzo 2020;
– considerate le nuove e ancor più cogenti limitazioni poste all’ordinaria circolazione delle persone del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri emanato in data 11 marzo 2020;
– considerati, altresì i “Comunicati” dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni sociali della CEI n. 11/20 in data 8 marzo u.s. e, in specie, quello n. 15/2020 in data odierna, in cui si riferisce: «Viviamo una situazione gravissima sul piano sanitario […] A ciascuno, in particolare, viene chiesto di avere la massima attenzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone. Di questa responsabilità può essere espressione anche la decisione di chiudere le chiese. Questo non perché lo Stato ce lo imponga, ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana, esposta ad un virus di cui ancora non conosciamo la natura né la propagazione»;
– viste le disposizioni di cui al mio Decreto prot. 446/20 dell’8 marzo u.s., tuttora in vigore, e confermate altresì le restrizioni alle attività ordinarie nelle parrocchie, rettorie e negli altri luoghi di culto già poste al medesimo;

SI DISPONE

che il n. 1 del Decreto prot. 446/20 dell’8 marzo u.s. venga così modificato:
1. Sino a venerdì 3 aprile 2020 l’accesso alle chiese parrocchiali e non parrocchiali della Diocesi di Roma, aperte al pubblico (cf. cann. 1214 ss C.I.C.), e più in generale agli edifici di culto di qualunque genere aperti al pubblico, viene interdetto a tutti i fedeli. Rimangono accessibili solo gli oratori di comunità stabilmente costituite (religiose, monastiche, ecc.: cf. can. 1223 C.I.C.), limitatamente alle medesime collettività che abitualmente ne usufruiscono in quanto in loco residenti e conviventi, con interdizione all’accesso dei fedeli che non sono membri stabili delle predette comunità.
I fedeli sono in conseguenza dispensati dall’obbligo di soddisfare al precetto festivo (cf. cann. 1246-1248 C.I.C.).
Sarà cura dei sacerdoti responsabili dell’esercizio di culto nei singoli luoghi (Parroci, Rettori, Cappellani, ecc.) attivarsi per dar seguito a questa disposizione, innanzitutto con la chiusura delle aule di culto e con ogni altra iniziativa idonea allo scopo.
Ricordiamo che questa disposizione è per il bene comune. Accogliamo le Parole di Gesù che ci dice «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt. 18.20). In questo tempo, ancora di più, le nostre case sono Chiese domestiche.

Vi benedico, affidandovi tutti ancora una volta alla materna intercessione della Madonna del Divino Amore.
Dato in Roma, dalla sede del Vicariato nel Palazzo Apostolico Lateranense, il giorno 12 marzo A. D. 2020.
Prot. n. 468/20

12 marzo 2020

Omelia del cardinale De Donatis al Divino Amore 11 marzo

«Possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova».

«O Maria, tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza. Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede. Tu, Salvezza del popolo romano, sai di che cosa abbiamo bisogno e siamo certi che provvederai perché, come a Cana di Galilea, possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova. Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione. Amen. Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta». Papa Francesco manda la sua preghiera alla Madre di Dio con un videomessaggio. Poi il suo vicario Angelo De Donatis inizia a celebrare la Messa. In un Santuario del Divino Amore deserto, con i fedeli chiusi nelle loro case, a seguire la celebrazione eucaristica sui loro tablet, computer e cellulari, grazie allo streaming sulla pagina Facebook della diocesi, o in televisione, in diretta su Tv2000.

Tutti fisicamente separati, ma uniti nella preghiera. «Ci siamo tutti, c’è realmente tutta la Chiesa, c’è la Chiesa di Roma», dice infatti il cardinale De Donatis. La Messa conclude la Giornata di digiuno e di preghiera promossa dalla diocesi. «Siamo qui per gridare di essere salvati dal Signore per la sua misericordia – dice il porporato –; Maria è qui con noi e chiediamo la sua intercessione potente». Poi traduce a parole il pensiero e il sentire di tanti. «Siamo qui ai tempi del coronavirus con tanta fede, ma anche con tanta angoscia», ammette. «La vediamo nei volti delle persone, ma la sentiamo anche nel nostro cuore».

Un’angoscia, prosegue il vicario del Papa per la diocesi di Roma, provata da Gesù stesso, prima della Passione. «Alle tue mani affido il mio Spirito»: le ultime parole di Gesù sulla croce, spiega il cardinale De Donatis, sono «una consapevolezza permanente nel cuore di Gesù, e ci dicono che nessuno ha il potere di strapparci dalle mani di Dio». La «terapia» per essere liberati dall’angoscia, spiega, consiste nell’«affidarci alle mani di Dio: nessuno può strapparci da lì, neppure la morte».

«L’unica cosa autentica e utile in questo tempo di coronavirus – la conclusione del cardinale vicario – è mettersi in ginocchio, alla presenza di Dio dentro noi stessi. Dio custodirà la nostra umanità, ci porterà a stringerci gli uni agli altri» scegliendo la vicinanza «senza cadere nella competizione» e fuggendo «la tentazione di salvare se stessi infischiandosi della vita degli altri».

11 marzo 2020

Celebra la Messa al Divino Amore senza la presenza di fedeli, trasmessa in diretta su Telepace e Tv2000 e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi

Celebra la Messa al Divino Amore senza la presenza di fedeli, trasmessa in diretta su Telepace e Tv2000 e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi.

Il nuovo sito del Tribunale interdiocesano di prima istanza

In un momento in cui i rapporti interpersonali sono ridotti e tutti siamo chiamati a restare in casa, il Tribunale interdiocesano di prima istanza apre il suo nuovo sito internet, per trasmettere comunicazioni a chiunque abbia bisogno. “Si comunica – si legge infatti sulla home page – che le sessioni istruttorie del Tribunale di prima istanza e di appello presso il Vicariato di Roma sono rinviate fino al 3 aprile c.a. Parimenti, a partire da oggi, si sospendono i termini di legge”.

11 marzo 2020

Chiamati a farci prossimi di chi soffre. La lettera del direttore della Caritas diocesana

Carissimi,
innanzitutto permettetemi di riportare un pensiero del nostro cardinale vicario Angelo De Donatis: “In questi giorni, non potremmo nutrirci insieme del Signore nell’Eucaristia; mi consola invece il pensare che possiamo nutrire noi stessi il Signore nella persona dei più piccoli. E sono grato a tutti coloro che vivono questa dimensione e ci aiutano a farlo”. Aggiungo personalmente anche un ringraziamento a ciascuno di voi che ogni giorno si sta spendendo al servizio dei più piccoli della nostra città.

Come comunità cristiana ancora una volta siamo chiamati a farci prossimi alle sofferenze della città, in modo particolare agli ultimi e agli emarginati. Molte volte, la vicinanza a chi soffre, ci ha portato a essere presenti in situazioni di sofferenza, rispondendo a calamità, crisi e conflitti. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci pone di fronte a nuove necessità, rischiando di minare proprio quella che è la principale caratteristica del nostro agire: tessere relazioni e curare le ferite dell’anima.

Conosco bene e ne sono consapevole che la paura del contagio tende a sacrificare questo tipo di rapporti: si ha timore di incontrare le persone, in modo particolare i poveri, perché in essi vediamo un agente del contagio. È fondamentale, invece, non vedere essi come degli untori, ma fratelli che proprio in questo periodo in cui tutti si chiudono in sé stessi, hanno ancora più bisogno di qualcuno che li ascolti e li aiuti, pur con tutte le attenzioni e precauzioni.

Allo stesso tempo, le nostre opere – i centri di ascolto, le mense, gli ostelli, gli empori, i servizi su strada, i centri di distribuzione di alimenti e vestiario, le docce – sono chiamate a ripensare alcune procedure operative affinché l’azione caritativa sia più vicina alle esigenze di chi soffre e si svolga in modo sicuro per i volontari e le comunità che li ospitano.

Per questo, gli operatori della Caritas diocesana in contatto con le autorità competenti, hanno predisposto una nota (che vi allego alla presente) con una serie di consigli su come organizzare i servizi nei diversi centri. Si tratta di indicazioni che in questi giorni sono state sperimentate nelle Opere-Segno promosse dalla diocesi.

L’invito per tutti, oltre che ad attenersi a tali disposizioni, è anche quello di vivere e promuovere quelle forme di carità della “porta accanto”: un’attenzione particolare a quanti vivono in solitudine, soprattutto gli anziani, e che in questo contesto possono sentirsi ancora più emarginati.

Per qualsiasi informazione e per un aiuto a recepire nel migliore dei modi tali indicazioni nelle vostre comunità, vi invito a contattare l’Area Promozione Umana al numero 06.88815130 (e-mail: promozioneumana@caritasroma.it).

Non ci scoraggiamo, il Signore ci sostiene e ci accompagna ogni giorno. Ringraziando ognuno di voi per la preziosa testimonianza, vi saluto assicurandovi vicinanza nella preghiera; nella speranza di vivere questo tempo di Quaresima condividendo le difficoltà e le energie nel nome del Signore.

Don Benoni Ambarus
direttore

Messa al Divino Amore in diretta su Tv2000 e su Facebook alle 19

Sono sospese le celebrazioni con la presenza di fedeli, ma la diocesi di Roma intensifica la sua preghiera. In questi giorni di emergenza sanitaria, in cui tutti siamo chiamati a rimanere nelle nostre abitazioni per non diffondere il contagio e tutelare soprattutto i più deboli, ogni mattina alle 7, la Messa presieduta da Papa Francesco a Santa Marta viene trasmessa sulla pagina Facebook della diocesi di Roma, su Tv2000 (canale 28) e su Telepace (canale 73 e 214 in hd, 515 su Sky). Non solo: a partire da mercoledì 11 marzo anche l’appuntamento con una celebrazione eucaristica serale, alle 19, presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis, in diretta su Tv2000 e in streaming sulla pagina Facebook diocesana. Il via appunto l’11 marzo, con la Messa presieduta dal vicario al Santuario della Madonna del Divino Amore, senza la presenza dei fedeli. «Vista la necessità del momento – aveva scritto il porporato nei giorni scorsi –, in comunione con il Consiglio Episcopale, chiedo a tutti i cristiani di Roma, di offrire una giornata di preghiera e di digiuno, mercoledì 11 marzo 2020, per invocare da Dio aiuto per la nostra città, per l’Italia e per il mondo. Lo stesso giorno presiederò una Santa Messa dal Santuario del Divino Amore».

Prima dell’inizio della celebrazione dell’11 marzo, sempre su Tv2000 e sulla pagina Facebook della diocesi di Roma, è stato diffuso un video messaggio in cui Papa Francesco ha rivolto la sua preghiera alla Vergine: il Santo Padre ha affidato così la città, l’Italia e il mondo alla protezione della Madre di Dio, come segno di preghiera e di speranza. Per l’occasione saranno anche disponibili nelle parrocchie delle immaginette con il quadro della Madonna del Divino Amore e la preghiera di Papa Francesco.

«Oltre al digiuno, rinunciando ad un pasto – proseguiva nella lettera il cardinale De Donatis –, vogliamo essere vicini, con un segno di elemosina, raccogliendo delle offerte che devolveremo a sostegno del personale sanitario che si sta spendendo con generosità e sacrificio nella cura dei malati». La diocesi di Roma lancia quindi una raccolta fondi straordinaria a sostegno di medici, infermieri, operatori sanitaria. Questo l’iban per versare le somme: IT 25 E 05216 03229 0000 0009 2433; intestatario: Vicariato di Roma; causale “Offerte emergenza coronavirus – Centro per la pastorale sanitaria”.

«Saranno due gli appuntamenti spirituali “on line” che potrà vivere la nostra comunità diocesana – sottolinea il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma don Walter Insero –, all’inizio della giornata con l’Eucarestia presieduta dal nostro vescovo Francesco e la sera alle 19 con il suo vicario De Donatis. Sarà un momento di grazia, in cui uniti in comunione spirituale, ci sentiremo più forti nella fede, solidali e non diffidenti gli uni verso gli altri».

 

Santa Francesca Romana, Advocata Urbis

Il mese di marzo porta con sé la celebrazione liturgica di quella donna che, insieme a San Pietro, San Paolo e San Filippo Neri, è stata eretta a patrona di Roma: si tratta della conosciutissima Santa Francesca Romana.

L’amore della sua città verso di lei fu subito chiaro tanto che il nome “Romana” le fu impartito non alla nascita bensì dopo la morte per decisione unanime del Senato di Roma che individuò in lei l’Advocata Urbis, l’avvocata della città. La Santa visse nella prima metà del XV secolo, in una città turbata da feroci vendette delle famiglie romane e impoverita da carestie ed epidemie. Non possiamo quindi non schiudere le meraviglie che il monastero di Tor de’ Specchi, tra il Teatro di Marcello e Santa Maria in Aracaeli, fondato da Santa Francesca Romana, svela ogni anno il giorno della ricorrenza liturgica della loro fondatrice: il 9 marzo.

Donna ricca di doni celesti Francesca, anche detta bonariamente Ceccolella, che mai ricusò di compiere ciò che il Signore le chiedeva seppur lontano dai suoi piani. Difatti, seppur fin da piccola avesse mostrato al padre il suo desiderio di consacrarsi, fu destinata in sposa a un buon partito dell’epoca Lorenzo Ponziani al quale Francesca diede tre figli dei quali, per alterne vicende, sopravvisse solamente uno. In quest’unione intima con Dio, Francesca si prendeva cura della sua famiglia, della conduzione della sua casa e anche di tutti coloro che percepiva aver bisogno di aiuto sia materiale che spirituale. In breve, si radunò intorno a lei un gruppo di giovani donne che, come lei, volevano consacrare la loro vita al Signore. Nacquero così le Oblate della Santissima Vergine, fondate da Francesca il 25 marzo 1433 nel giorno dell’Annunciazione, che da subito andarono a vivere in una povera casa vicino al Campidoglio, la Torre degli specchi. Il “grande affare” come lo chiamava lei, era iniziato, in ogni modo la santa non poté unirsi al gruppo delle sue figlie spirituali poiché il marito Lorenzo era ancora in vita ed era inoltre gravemente malato. Tuttavia, le cure premurose per il marito che il Signore le aveva messo a fianco non erano per lei affatto motivo di lamento anzi, Francesca amava sinceramente e castamente Lorenzo e lo assistette fino alla fine. Alla morte del coniuge, oramai libera dagli impegni del matrimonio, Francesca era pronta ad unirsi alle sue compagne. A nulla servirono le lacrime della nuora o dei nipotini.

Aveva 51 anni Francesca, quando finalmente varcò per sempre l’atrio di Tor de’ Specchi per coronare quello che, fin dalla tenera età, era stato il desiderio più grande del suo cuore, quello di consacrarsi al Signore. La sua fama di santità era oramai ben nota in tutta la città e innumerevoli erano le grazie e i miracoli che i fedeli ottenevano quando ricorrevano alla sua intercessione. Ancora oggi, varcando la porta di Tor de’ Specchi si assiste ad uno scrigno che svela sempre di più la sua preziosità. L’antica struttura del XV secolo conserva tutto il suo fascino plurisecolare insieme alle decorazioni parietali, riportano chi entra indietro nel tempo.

Il cuore della visita è sicuramente l’oratorio o antica cappella della comunità che fu completamente affrescato da Antoniazzo Romano con 25 riquadri che rappresentano scene della vita della santa accompagnate da una didascalia in volgare che ne spiega il contenuto, il ciclo pittorico fu terminato nel 1468. Tra di esse spicca indubbiamente quello sovrastante l’altare con Maria tra i santi Benedetto e Francesca e quello della sua visione dell’inferno.

Ma i tesori di Tor de’ Specchi non finiscono qui. Basti pensare all’emozione nell’entrare nella stanza della santa dove sono conservati i suoi abiti vedovili e dove essa stesse ebbe numerose estasi e ripetuti attacchi del demonio. Proprio ad essi allude la lunga parete affrescata da un autore ignoto nel 1485 in monocromo, che immediatamente cattura l’attenzione di chi vi passa accanto. Infine, non si può di certo tralasciare il coro della Santissima Annunziata dove le figlie spirituali di Santa Francesca Romana, ieri come oggi, recitano l’Ufficio Divino. Questo spazio sacro riccamente decorato attraverso il geniale uso di marmi, affreschi e dipinti è coronato da un magnifico soffitto dorato a cassettoni del 1601 che presenta, centrale, un altorilievo di Francesca e del suo angelo custode che già dal 1403 la santa poteva vedere al suo fianco. E mentre nel catino absidale troneggia San Michele Arcangelo tra gli angeli, dietro l’altare vi è la bellissima tela di Alessandro Allori dell’Annunciazione del XVI secolo.

Molte altre sono le preziosità nelle quali l’occhio si perde nel varcare la soglia di Tor de’ Specchi ed è impossibile qui descrivere tutti i tesori del monastero e ancor più tracciare in modo esaustivo la ricchezza e la profondità di Santa Francesca Romana che ha lasciato il segno per il suo modello di sposa, madre, vedova e consacrata. Possa dal Cielo, continuare ad essere la nostra Advocata Urbis, gemma di rara bellezza incastonata tra le glorie dei santi della nostra diocesi.

A cura delle Missionarie della Divina Rivelazione.

Decreto del cardinale vicario Angelo De Donatis dell’8 marzo 2020

– In relazione al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4 marzo 2020, a cui hanno fatto seguito la “Comunicazione” del Segretario Generale del Vicariato di Roma del 5 marzo 2020 e la “Lettera ai fedeli” del Cardinale Vicario del 6 marzo 2020;

– considerate le nuove e più cogenti disposizioni del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri pubblicato in data odierna, 8 marzo 2020, in particolare l’articolo 2 lettera v): “l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro (…). Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”;

– considerato, altresì il “Comunicato” 11/2020 in data odierna dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni sociali della CEI, in cui si riferisce: “l’interpretazione fornita dal Governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le cerimonie religiose. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica”;

– confermate altresì le restrizioni alle attività ordinarie nelle parrocchie e negli altri luoghi di culto già poste dalla “Comunicazione” del Segretario Generale del Vicariato di Roma in data 5 marzo 2020;

SI DISPONE
quanto segue:
1. sino a venerdì 3 aprile 2020 le chiese parrocchiali e non parrocchiali della Diocesi di Roma rimarranno, come di consueto, aperte per la preghiera personale alle condizioni sopra citate;

2. Papa Francesco, introducendo la preghiera dell’Angelus odierno, ha detto: “Questo modo di oggi di pregare l’Angelus lo facciamo per compiere le disposizioni preventive, così da evitare piccoli affollamenti di gente che possono favorire la trasmissione del virus”. La Chiesa di Roma, fedele al suo Pastore, assume un atteggiamento di piena responsabilità verso la collettività nella consapevolezza che la tutela dal contagio esige misure anche drastiche, soprattutto nel contatto interpersonale. Pertanto, sino alla medesima data del 3 aprile p.v. sono sospese le celebrazioni liturgiche comunitarie (eucarestie feriali e festive, esequie, ecc…).

Il tempo di Quaresima ci aiuti a vivere evangelicamente questa grande prova. Vi benedico affidandovi tutti alla Madonna del Divino Amore.

Dato in Roma, dalla sede del Vicariato nel Palazzo Apostolico Lateranense, il giorno 8 marzo A. D. 2020.
Prot. n. 446/20

8 marzo 2020

L’11 marzo una giornata di digiuno e preghiera: la lettera del cardinale vicario ai fedeli della diocesi di Roma

Carissimi,
vi scrivo al termine degli esercizi spirituali con la curia romana ad Ariccia. In questi giorni di preghiera e di silenzio, ho sentito forte il grido della nostra città, dell’Italia e del mondo, in questo momento particolare che stiamo vivendo. È una situazione a cui non siamo abituati, che ci preoccupa, ma soprattutto ora siamo chiamati a vivere con la forza della fede, la certezza della speranza, la gioia della carità.

Mettendoci in ascolto della Parola di Dio di ogni giorno, vogliamo leggere questi tempi con i Suoi occhi, aiutando le nostre comunità a tornare a Lui, a riscoprire ciò che è essenziale, a ritrovare il gusto della preghiera. Sono questi i giorni in cui infondere speranza, in cui trasmettere fiducia, in cui metterci in ginocchio per intercedere per il mondo. Penso all’intercessione della regina Ester per la salvezza del suo popolo (cfr. Est 4,17) e all’insegnamento di Gesù sull’efficacia della preghiera (cfr. Mt 7,7-12). Questa forza la sperimentiamo in particolare quando siamo consapevoli delle nostre debolezze, delle nostre fragilità, del senso di smarrimento che avvertiamo davanti all’imprevisto e all’ignoto.

“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7).
Chiedere è l’atteggiamento del mendicante che ha bisogno di ricevere dagli altri ciò che non può ottenere con le proprie forze. A Dio chiediamo ciò che non possiamo procurarci da soli: il soffio della vita, il perdono, la pace interiore, la salvezza. Cercare indica un movimento, un darsi da fare per avere prima di tutto “il Regno di Dio e la sua giustizia” (cfr. Mt 6,33), certi che Dio provvederà per ciò di cui abbiamo bisogno. Bussare è desiderare di entrare nell’intimità del Padre, cioè nella Sua volontà, attraverso la porta della misericordia che è Cristo stesso.

Il Centro per la Pastorale Sanitaria, dall’inizio dell’anno, invita a celebrare ogni mese, il giorno 11, la giornata mensile del malato. Vista la necessità del momento, in comunione con il Consiglio Episcopale, chiedo a tutti i cristiani di Roma, di offrire una giornata di preghiera e di digiuno, mercoledì 11 marzo 2020, per invocare da Dio aiuto per la nostra città, per l’Italia e per il mondo. Lo stesso giorno presiederò una Santa Messa dal Santuario del Divino Amore alle 19 che vi invito a seguire in diretta su Telepace (canale 73 e canale 515 di Sky) e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

Pregheremo per quanti sono contagiati e per chi si prende cura di loro; e per le nostre comunità, perché siano testimonianza di fede e di speranza in questo momento.

Oltre al digiuno, rinunciando ad un pasto, vogliamo essere vicini, con un segno di elemosina, raccogliendo delle offerte che devolveremo a sostegno del personale sanitario che si sta spendendo con generosità e sacrificio nella cura dei malati (le offerte si potranno consegnare al Centro per la Pastorale Sanitaria del Vicariato).

Affidandoci a Maria, Madre del Divino Amore e Salute degli infermi,
Vi benedico,

Angelo card. De Donatis

6 marzo 2020

Celebra la Messa nella parrocchia della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo

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