30 Aprile 2025

Benedetto XVI: le indicazione per i sacerdoti che desiderano concelebrare i funerali

Giovedì 5 gennaio 2023, alle ore 9.30, in Piazza San Pietro, il Santo Padre Francesco presiederà la Messa esequiale per il defunto Sommo Pontefice Emerito Benedetto XVI.

L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha comunicato che i presbiteri potranno concelebrare muniti di apposito biglietto da richiedere sul sito biglietti.liturgiepontificie.va/ e si dovranno trovare, entro le ore 8.30, direttamente nel settore loro riservato in Piazza San Pietro, dove indosseranno l’amitto, il camice, il cingolo e la stola rossa che avranno portato con sé.

Per tutti gli altri fedeli l’accesso in Piazza San Pietro sarà libero non essendo previsto un biglietto.

2 gennaio 2023

Benedetto XVI: la biografia

Joseph Aloisius Ratzinger era nato il 16 aprile 1927, Sabato Santo, a Marktl, in Baviera. Terzogenito di Maria Rieger e Joseph Ratzinger senior, fu battezzato lo stesso giorno. I due fratelli maggiori erano Maria (1921-1991) e Georg (1924-2020), a cui fu particolarmente legato fino alla fine, tanto che l’ultimo viaggio da Papa emerito fu per andare a trovare il fratello ormai in fin di vita.

Nel 1939 si iscrisse al seminario di Traunstein, chiuso nel 1942. Fu costretto a iscriversi alla Gioventù hitleriana per non ricevere sanzioni nelle tasse scolastiche ma grazie a un insegnante di matematica riuscì a non partecipare alle riunioni. A 16 anni fu arruolato nell’esercito tedesco, da cui disertò nelle ultime settimane di guerra, senza aver mai partecipato ad alcuna battaglia. Nel 1947 si iscrisse al seminario interdiocesano di Monaco. Il 29 giugno 1951, fu ordinato presbitero assieme al fratello Georg dal cardinale Michael von Faulhaber, arcivescovo di Monaco e Frisinga.

Professore universitario, partecipò al Concilio Vaticano II prima come consulente teologico del cardinale di Colonia Frings, poi come perito. Il 24 marzo 1977 fu nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI. Fu consacrato il 28 maggio. Come motto episcopale scelse l’espressione Cooperatores veritatis.

Il 27 giugno 1977 Paolo VI lo creò cardinale, del titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino.

Nel 1978 partecipò ai due conclavi che elessero Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Quest’ultimo il 25 novembre 1981 lo nominò prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 27 novembre 2002 fu eletto decano del Sacro Collegio.

Fu eletto Pontefice il 19 aprile 2005. L’11 febbraio 2013, durante il concistoro per alcune canonizzazioni, annunciò la sua libera rinuncia al ministero petrino. Il 28 febbraio alle 20 si ritirò nel palazzo apostolico di Castelgandolfo, dando inizio alla sede vacante che portò all’elezione di Francesco.

31 dicembre 2022

Benedetto XVI: il testamento spirituale

Scritto il 29 agosto 2006, è stato diffuso dopo la morte del Papa emerito il suo testamento spirituale. Un testo che pubblichiamo integralmente.

Il mio testamento spirituale

Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene.

Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi. La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un’eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta.

Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria.

A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono.

Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l’esegesi della Sacra Scrittura) dall’altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d’altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità. Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo.

Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne. A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno va di cuore la mia preghiera.

Benedictus PP XVI

Benedetto XVI: il rito del funerale

Roma 2/1/2023 Basilica Vaticana San Pietro Papa Benedetto XVI esposizione della salma Ph: Cristian Gennari/Siciliani

Sarà simile a quello di un pontefice regnante il funerale del Papa emerito Benedetto XVI, come ha chiarito il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni durante un incontro con i giornalisti, nel pomeriggio di ieri (3 gennaio 2023). È stato infatti diffuso il libretto delle esequie preparato dall’Ufficio per le celebrazioni liturgiche, scaricabile on line. La Messa esequiale avrà inizio alle ore 9.30 di giovedì 5 gennaio, sul sagrato della basilica di San Pietro; sarà presieduta da Papa Francesco, il quale terrà l’omelia e i riti di commiato, e celebrata dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. Concelebranti oltre 120 cardinali, più di 400 vescovi e quasi quattromila sacerdoti. Più di 60 mila i fedeli previsti dalla Prefettura di Roma. Per volere dello stesso Papa emerito Benedetto XVI, saranno due le delegazioni ufficiali presenti ai funerali: quella della Germania, Paese natale di Joseph Ratzinger, e dell’Italia.

Il feretro con le spoglie di Benedetto XVI sarà portato sul sagrato alle 8.45 di giovedì, per la recita del Rosario di tutti i fedeli. Al termine della celebrazione delle esequie avverrà la sepoltura nelle Grotte vaticane, nello stesso luogo dove è stato sepolto Giovanni Paolo II prima che la sua tomba venisse spostata nella parte superiore della basilica, dopo la canonizzazione. Il rito della sepoltura comincerà con una fettuccia che verrà avvolta intorno alla bara di cipresso, con i sigilli della Camera apostolica, della Casa Pontificia e dell’Ufficio per le celebrazioni liturgiche. La bara di cipresso verrà poi collocata in una cassa di zinco, appositamente chiusa e sigillata, e infine in una terza cassa, di legno.

Questa sera, mercoledì 4 gennaio, dopo le 19 e la chiusura della basilica all’omaggio dei fedeli, verrà chiusa la bara di cipresso nella quale riposerà il Papa emerito, inserendo, come da tradizione, le medaglie e le monete coniate durante il pontificato, i pallii da arcivescovo metropolita di Monaco e di Roma, e poi il rogito, il testo che descrive in breve il suo pontificato, in un cilindro di metallo.

Intanto continua, incessante, l’omaggio dei fedeli nella basilica di San Pietro: leggi l’articolo su Romasette.it.

4 gennaio 2023

Benedetto XVI: il cordoglio della diocesi di Roma

Di seguito il testo della lettera che il cardinale vicario Angelo De Donatis ha scritto ai sacerdoti, ai diaconi, alle religiose, ai religiosi e a tutto il popolo di Dio della diocesi di Roma

Carissimi fratelli e sorelle,
ho appreso con grande dolore, questa mattina, del ritorno alla Casa del Padre del nostro amato Papa emerito Benedetto XVI. Vi scrivo esprimendo il cordoglio mio e dell’intero Consiglio episcopale, unito ai sentimenti di gratitudine e amore per la sua persona e per il suo ministero. Proprio ieri sera ci siamo riuniti nella nostra cattedrale per accompagnarlo con la nostra preghiera e per sostenerlo con il nostro affetto. Da sacerdote, da teologo, da vescovo, da Papa, Benedetto XVI ha espresso, allo stesso tempo, la fortezza e la dolcezza della fede, l’essenzialità e la semplicità. Nella vecchiaia e nella malattia ha continuato a sostenere l’umanità con l’offerta di sé stesso, divenendo segno del volto bello della Chiesa che riflette la luce del volto di Cristo.

Vogliamo pensare che questa mattina, Dio si è avvicinato a questo nostro fratello nel sonno della morte, Cristo e sua Madre sono venuti a prenderlo con loro e a condurlo nel Paradiso, dove il sogno di una vita è già diventato la realtà dell’eternità.

Continuiamo a pregare in tutte le comunità aggiungendo l’intenzione della preghiera dei fedeli, che troverete nel documento in allegato, da rivolgere al Signore nella santa Messa della solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Sarà opportuno, inoltre, nei prossimi giorni celebrare la messa in suffragio del papa emerito Benedetto XVI. Si può utilizzare uno dei formulari proposti dal Messale Romano per le Messe dei defunti «Per il Papa» (pp. 976-977). Nei testi si dovrà aggiungere la dicitura «il Papa emerito Benedetto XVI». Nella colletta dello schema B e nell’orazione sulle offerte dello schema A si dovrà dire «il tuo servo, il Papa emerito Benedetto XVI».

Il corpo del Papa emerito sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli dal 2 gennaio 2023. Vi invito a partecipare ai funerali, presieduti da Papa Francesco, che si terranno giovedì 5 gennaio 2023 alle 9.30 in piazza San Pietro. Nei prossimi giorni vi indicheremo le modalità di partecipazione.

31 gennaio 2022

Benedetto XVI: alla Chiesa del Gesù la Messa nel trigesimo

Martedì 31 gennaio alle ore 19 il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede, presiederà la celebrazione eucaristica nel trigesimo della morte di Benedetto XVI nella chiesa del Santissimo Nome di Gesù all’Argentina.

11 gennaio 2023

Benedetto XVI, vescovo di Roma

Da quando lasciò l’arcidiocesi di Monaco, Joseph Ratzinger visse a Roma come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Un legame profondo con la città eterna che si rinsaldò ulteriormente una volta eletto Vescovo di Roma. Sono numerosi i momenti che si potrebbero ricordare in merito al legame tra Benedetto XVI e la sua diocesi, in particolare le numerose visite nelle parrocchie. Ma forse due eventi spiccano sugli altri.

Il primo è la presa di possesso della cattedra nella Basilica di San Giovanni in Laterano. L’insediamento ebbe luogo il 7 maggio 2005. Nell’omelia, parlando della centralità di Cristo (quel sabato era la vigilia, per la Chiesa italiana, dell’Ascensione), Benedetto ricordò che «il compito di tutti i Successori di Pietro» è «essere la guida nella professione di fede in Cristo, il Figlio del Dio vivente. La Cattedra di Roma è anzitutto Cattedra di questo credo. Dall’alto di questa Cattedra il Vescovo di Roma è tenuto costantemente a ripetere: Dominus Iesus – Gesù è il Signore». E concluse così il suo discorso: «Cari Romani, adesso sono il vostro Vescovo. Grazie per la vostra generosità, grazie per la vostra simpatia, grazie per la vostra pazienza! In quanto cattolici, in qualche modo, tutti siamo anche romani. Con le parole del salmo 87, un inno di lode a Sion, madre di tutti i popoli, cantava Israele e canta la Chiesa: “Si dirà di Sion: L’uno e l’altro è nato in essa…”. Ugualmente, anche noi potremmo dire: in quanto cattolici, in qualche modo, siamo tutti nati a Roma. Così voglio cercare, con tutto il cuore, di essere il vostro Vescovo, il Vescovo di Roma. E tutti noi vogliamo cercare di essere sempre più cattolici – sempre più fratelli e sorelle nella grande famiglia di Dio, quella famiglia in cui non esistono stranieri. Infine, vorrei ringraziare di cuore il Vicario per la Diocesi di Roma, il Cardinale Camillo Ruini, e anche i Vescovi ausiliari e tutti i suoi collaboratori. Ringrazio di cuore i parroci, il clero di Roma e tutti coloro che, come fedeli, offrono il loro contributo per costruire qui la casa vivente di Dio».

Il secondo è l’indimenticabile incontro con il clero romano tre giorni dopo l’annuncio della sua rinuncia, il 14 febbraio. Un appuntamento tradizionale, all’inizio della Quaresima, in cui il Pontefice incontra i sacerdoti della sua diocesi, che assunse un risvolto speciale. «È per me un dono particolare della Provvidenza che, prima di lasciare il ministero petrino, possa ancora vedere il mio clero, il clero di Roma. È sempre una grande gioia vedere come la Chiesa vive, come a Roma la Chiesa è vivente; ci sono Pastori che, nello spirito del Pastore supremo, guidano il gregge del Signore. È un clero realmente cattolico, universale, e questo risponde all’essenza della Chiesa di Roma: portare in sé l’universalità, la cattolicità di tutte le genti, di tutte le razze, di tutte le culture. Nello stesso tempo, sono molto grato al Cardinale Vicario (Vallini, ndr) che aiuta a risvegliare, a ritrovare le vocazioni nella stessa Roma, perché se Roma, da una parte, dev’essere la città dell’universalità, dev’essere anche una città con una propria forte e robusta fede, dalla quale nascono anche vocazioni. E sono convinto che, con l’aiuto del Signore, possiamo trovare le vocazioni che Egli stesso ci dà, guidarle, aiutarle a maturare, e così servire per il lavoro nella vigna del Signore». Come disse lo stesso Benedetto, non si trattò di un discorso ma di una «piccola chiacchierata sul Concilio Vaticano II». Cominciata con un aneddoto (il motivo per cui il cardinal Frings lo volle come suo esperto), fu in realtà una memorabile lezione sull’ermeneutica conciliare, concluso con la celebre affermazione secondo cui ci furono due Concili, quello dei Padri, vero, e quello “virtuale” dei media, che vedeva l’assise conciliare come una lotta di potere. «Sappiamo come questo Concilio dei media fosse accessibile a tutti. Quindi, questo era quello dominante, più efficiente, ed ha creato tante calamità, tanti problemi, realmente tante miserie: seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia banalizzata … e il vero Concilio ha avuto difficoltà a concretizzarsi, a realizzarsi; il Concilio virtuale era più forte del Concilio reale. Ma la forza reale del Concilio era presente e, man mano, si realizza sempre più e diventa la vera forza che poi è anche vera riforma, vero rinnovamento della Chiesa. Mi sembra che, 50 anni dopo il Concilio, vediamo come questo Concilio virtuale si rompa, si perda, e appare il vero Concilio con tutta la sua forza spirituale». Detto dall’ultimo Papa che ha partecipato personalmente al Vaticano II, appare come una potente dichiarazione profetica.

di Andrea Acali

31 dicembre 2022

Bassetti: per la Messa non serve il Green Pass

Foto di Cristian Gennari

Niente Green Pass per andare a Messa e partecipare alle celebrazioni liturgiche. Lo ha ribadito il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Città della Pieve e presidente della Cei, spiegando che il termine “trattativa” utilizzato in un colloquio con i giornalisti è stato mal interpretato.

«La certificazione verde non è richiesta per partecipare alle celebrazioni – ha chiarito –. Si continua a osservare quanto previsto dal Protocollo Cei-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, comunione solo nella mano, niente scambio della pace con la stretta di mano, acquasantiere vuote».

24 settembre 2021

Basilica di San Pietro, Messa in occasione del 20° anniversario del ritorno alla Casa del Padre di san Giovanni Paolo II Papa

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Basilica di San Pietro – Santa Messa del Crisma

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Basilica di San Giovanni in Laterano: beatificazione di don Giovanni Merlini

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