9 Giugno 2025

Alla Cittadella della Carità partecipa all’incontro sulla memoria della Caritas diocesana

Alla Cittadella della Carità partecipa all’incontro sulla memoria della Caritas diocesana.

Alla Cittadella della Carità l’incontro con Pietro Bartolo

Si chiama “Le stelle di Lampedusa” l’incontro in programma giovedì 13 febbraio alle ore 20.30 alla Cittadella della Carità di via Casilina Vecchia, organizzato dalla Caritas diocesana, che avrà come protagonista Pietro Bartolo. Il titolo della serata riprende infatti una famosa frase del medico siciliano, eletto lo scorso anno deputato al Parlamento europeo, che dà anche il titolo a un suo libro: «Mi piace pensare che le stelle di Lampedusa siano lì per proteggere le migliaia di bambini che ogni giorno devono affrontare viaggi disperati come quello di Anila».

Pietro Bartolo, nato a Lampedusa da una famiglia di pescatori, a tredici anni ha lasciato l’isola per andare a studiare prima a Trapani e poi a Siracusa. Laureatosi in medicina, nel 1988 è tornato a Lampedusa, dove dal 1991 si occupa del poliambulatorio, in cui si è trovato a dover esercitare la sua professione in un contesto cruciale come l’isola siciliana che si trova nel mezzo del mare che divide l’Europa dall’Africa, diventando per tutti il medico di Lampedusa. Quando non soccorre o cura migranti, ha provato a raccontare quello che ha visto agli altri. Dal 2019 è deputato al Parlamento Europeo.

3 febbraio 2020

Alla Cittadella della Carità il festival “Come in cielo, così in strada”

La Cittadella della Carità della Caritas diocesana di Roma, a Ponte Casilino, dal 18 novembre al 15 dicembre diventa vetrina di arte e cultura con l’avvio della prima edizione del festival “Come in cielo, così in strada”. Un’iniziativa che si pone l’obiettivo di creare un nuovo punto di riferimento per la creatività della città in un luogo simbolo di accoglienza e promozione sociale, attraverso concerti, incontri musicali, laboratori di danza e canto, mostre e opere di street art. Questo primo appuntamento, la cui direzione artistica è stata affidata al maestro Ambrogio Sparagna e a Erasmo Treglia, vuole coinvolgere il pubblico unendo artisti di diverse discipline in un contesto che celebra l’arte e la condivisione.

La programmazione, infatti, prevede sei appuntamenti principali con le performance di Mario Incudine, il “cuntastorie” siciliano; Theodoro Melissinopoulos, il cantore greco; Ziad Trabelsi, il virtuoso di oud (già solista dell’orchestra di Piazza Vittorio); e del gruppo I Pifferari, che rivisiteranno la tradizione delle zampogne e ciaramelle laziali in chiave moderna. Poi ancora La Buona Novella, ensemble di musiche tradizionali legate al Natale, e per finire Ambrogio Sparagna con il coro San Filippo Neri completeranno l’affascinante panorama musicale.

La Cittadella, oltre che luogo di solidarietà, si propone quindi come un nuovo hub culturale. Oltre agli spettacoli, il festival promuove laboratori di danza tradizionale e canto corale, coinvolgendo ospiti della Caritas diocesana di Roma e cittadini del territorio. Di particolare rilevanza saranno le iniziative legate all’arte di strada con il progetto Caritas Art, in collaborazione con il Liceo artistico Ripetta, che darà vita a dei murales nel centro di accoglienza e a oggetti d’arte povera. Da non perdere anche la mostra fotografica dell’artista Mohssen Kassirossafar, dedicata a Roma riflessa nelle pozzanghere, in una suggestiva interpretazione visiva del titolo del festival “Come in cielo, così in strada”.

Alcune attività del festival fungeranno poi da preludio a “Il Canto delle Creature”, spettacolo originale in programma all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nell’ambito dell’evento “La Chiarastella 2024”. Il progetto è realizzato con il sostegno del Ministero della cultura – Direzione generale spettacolo ed è vincitore dell’Avviso pubblico culture in movimento 2023, promosso da Roma Capitale – Dipartimento attività culturali. La produzione è affidata alla Finisterre srl in collaborazione con Caritas diocesana di Roma, Fondazione musica per Roma e altri partner.

15 novembre 2023

Alla Cittadella della Carità gli scatti contro la tratta

Una mostra fotografica per raccontare agli studenti l’impegno nella lotta contro la tratta. Inaugurata da Papa Francesco e presentata nella prestigiosa cornice dell’Aula Paolo VI in Vaticano, gli scatti della fotografa statunitense di fama internazionale Lisa Kristine approdano nella sede della Cittadella della Carità (in via Casilina vecchia 19) della Caritas diocesana.

Dal titolo “Nuns healing hearts”, le immagini mostrano lo stile inconfondibile di Lisa Kristine, lontano dalla semplice documentazione, ma piuttosto sensibile e diversificato. Un lavoro durato oltre 18 mesi, durante i quali la fotografa umanitaria ha viaggiato tra Italia, Guatemala, Messico, Stati Uniti e Thailandia, per documentare le storie, l’accoglienza e l’assistenza fornite da Talitha Kum, rete mondiale della vita consacrata contro la tratta, alle donne e agli uomini feriti da violenza e disumanità.

Destinatari del percorso espositivo saranno le ragazze e i ragazzi di cinque istituti superiori che hanno aderito al percorso di formazione proposto alle scuole dal Coordinamento anti-tratta della diocesi di Roma. Dal 18 al 28 aprile, nel corso delle assemblee con gli istituti scolastici, al secondo dei quali parteciperà anche il vescovo ausiliare delegato per la carità monsignor Benoni Ambarus, gli studenti avranno modo non solo di visitare la mostra ma anche di approfondire alcuni aspetti attraverso delle testimonianze dirette delle donne che hanno affrontato il difficile percorso di uscita dalla tratta e dallo sfruttamento.

Per informazioni: volontariato.giovani@caritasroma.it

21 aprile 2023

Alla Chiesa degli Artisti per il Corpus Domini l’opera sull’Ultima Cena di Leonardo

“L’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci prende vita e diventa un cortometraggio della durata di 9 minuti. Succede grazie a “The last supper. The living tableau” del regista e creatore Armondo Linus Acosta, che per realizzarlo ha riunito tre maestri della cinematografia mondiale, ciascuno vincitore di tre premi Oscar: il direttore della fotografia Vittorio Storaro, lo scenografo Dante Ferretti e la decoratrice del set Francesca Lo Schiavo. Potrà essere ammirato in una cornice speciale, in occasione del Corpus Domini: venerdì 4 (dalle 17 alle 22), sabato 5 e domenica 6 giugno (dalle ore 12 alle 22 sia il sabato che la domenica) verrà infatti proiettato all’interno della volta della basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo, che verrà oscurata in modo da mostrare al meglio l’installazione. L’iniziativa ha il patrocinio del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, dell’Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma, del Ministero per i Beni e le Attività culturali, del Comune di Roma e della Fondazione Film Commission di Roma e del Lazio.

«Quest’anno – spiega il rettore della basilica monsignor Walter Insero – per il Corpus Domini non si sono potute organizzare le tradizionali processioni per il centro di Roma, così si è pensato a un momento meditativo e un invito alla preghiera. Partendo dal capolavoro di Leonardo, reinterpretato in chiave cinematografica, saremo aiutati a contemplare il mistero dell’Eucarestia nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo».

Le note dello Stabat Mater di Rossini accolgono il visitatore, che si trova immerso in un paesaggio debolmente illuminato. Pian piano entra nella scena ed ecco che si vedono gli apostoli, da soli, già seduti a tavola; quindi Gesù, al centro, che benedice il pane e il vino e annuncia il tradimento da parte di uno di loro. Il tutto è ripreso lentamente, con grande attenzione alle luci e ai dettagli. «Ho filmato “The Living Tableau” intenzionalmente al rallentatore estremo poiché non considero questo lavoro un film in sé, ma appunto un “tableau”. Un pezzo minuziosamente accurato in cui hai l’opportunità di meditare sui dettagli divini di questo straordinario capolavoro mistico di Leonardo da Vinci», spiega Acosta. «Leonardo mette Gesù al centro della scena perché in questo modo vuole dire: Gesù è Dio che diventa uomo, e quest’uomo è comunque il centro del mondo, il centro dell’universo», aggiunge Vittorio Storaro.

Tutti i particolari del dipinto – datato 1494-1498 e realizzato nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano – sono stati ricostruiti fedelmente. Per i costumi, sono stati realizzati calchi di gesso di supporto, in modo che gli attori che interpretano gli apostoli potessero mantenere con più facilità le posizioni immaginate da Leonardo. Nessuno di loro è un professionista: si tratta di persone che lavoravano sul set e che sono stati notati da Acosta per la somiglianza con i personaggi dipinti da Leonardo. Un apostolo, Taddeo, è impersonato dallo stesso regista: «Ho fatto come Alfred Hitchcock!», scherza il cineasta americano, originario della Pennsylvania.

«Come il carrello di Vittorio Storaro che arriva proprio dentro il set, noi facciamo la stessa cosa – osserva Francesca Lo Schiavo –: andiamo dentro il quadro, dentro l’anima degli apostoli e assistiamo al miracolo di Gesù. Io credo che questo interessi tutto il mondo. Mi ha molto toccato l’idea di partecipare a questa operazione, a questa realizzazione». Entusiasta del progetto anche Dante Ferretti: «Tutto è nato da quando Armondo mi ha chiamato a Roma e mi ha proposto di ricostruire l’Ultima Cena di Leonardo – spiega –. Dovevamo far diventare viva la pittura, con personaggi veri, che si muovono. Mi è sembrato molto interessante e ho detto subito di sì». (Giulia Rocchi)

30 maggio 2021

Alla chiesa degli artisti nasce il progetto “sapienziale e solidale”

Il vescovo Staglianò

Il presidente della Pontificia Accademia di Teologia (PATH), il vescovo Antonio Staglianò – recentemente nominato rettore della basilica di Santa Maria di Montesanto, la famosa “chiesa degli artisti” di Roma – ha insediato un Comitato che avrà il compito di organizzare un progetto culturale “sapienziale e solidale” rivolto a tutti e in particolare ai giovani, attraverso i registri linguistici dell’immaginazione e delle arti.

Come ha spiegato nell’introduzione, la chiesa degli artisti è stata messa a disposizione da Papa Francesco soprattutto per i due nuovi volti della PATH, quello sapienziale e quello solidale, perché diventi come una sorta di «centrale della sapienza e della carità». Con questo il Papa desidera dare concretezza a quella «teologia che sa di carne e di popolo» su cui ha insistito in Ad Theologiam promovendam, la Lettera apostolica del 1° novembre 2023, che ha approvato i nuovi Statuti dell’Accademia teologica.

«L’idea di fondo – spiega Staglianò – è quella di saper produrre una ‘teologia sapienziale’ che parli al cuore della gente comune, educando la coscienza dei credenti a praticare la fede cristiana in opere di carità corporale e manifesti l’intima natura “solidale” del cristianesimo».

Contestualmente, è stato insediato il consiglio di amministrazione della chiesa degli artisti che gestirà tutte le risorse all’insegna della “carità del Papa”, valorizzando i gruppi che già lavorano in opere di carità e appartengono alla grande famiglia della PATH solidale. Dopo il Giubileo degli artisti, il Comitato presenterà un progetto “Artisti in Giubileo” da distendere per tutto l’anno giubilare.

7 febbraio 2025

Alla Chiesa degli Artisti “La Parousia 2017”

Una pioggia di stelle luminose per celebrare la nascita di Gesù Bambino. È “La Parousia 2017” realizzata dall’artista romana Maria Camilla Pallavicini e inaugurata ieri sera, giovedì 21 dicembre, nella chiesa di Santa Maria in Montesanto a piazza del Popolo che da oltre settant’anni è la Chiesa degli Artisti. Fede, amore e bellezza sono le tre parole che hanno caratterizzato il settimo appuntamento del ciclo “Arte e Liturgia” voluto da don Walter Insero, rettore della Chiesa degli Artisti, in occasione delle festività natalizie e pasquali. L’installazione, in mostra fino al 21 gennaio, è stata allestita nella cappella a destra dell’altare, che ospita un quadro raffigurante la Natività, ed è stata presentata da Lea Mattarella, docente di Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti.

Nella chiesa, lasciata completamente al buio, accompagnate da un sottofondo musicale, sono state lentamente illuminate quindici stelle in legno di diverse dimensioni  vivacemente dipinte e pendenti dal soffitto della cappella. Le tre più grandi rappresentano la Santissima Trinità, sette di medie dimensioni simboleggiano gli arcangeli e le ultime cinque, piccoline, gli uomini di Dio.

Attraverso l’opera, realizzata appositamente per l’occasione su invito di don Walter, l’artista ha voluto raccontare la sua storia ed esprimere il suo percorso interiore, la sua fede. «È solo un minuscolo tentativo per esprimere al Signore tutta la mia fiducia e la mia gratitudine – ha affermato Maria Camilla Pallavicini -. Nella mia vita ho potuto sperimentare più volte la Sua presenza e la Sua protezione. Ogni stella rappresenta la storia della genealogia e ogni arcangelo ha un suo colore ma sarà il visitatore a dare la sua interpretazione e a scegliere la stella da seguire».

“Parousia” è un termine di origine greca utilizzato nel Nuovo Testamento e indica la “presenza”, come ha spiegato don Walter, «la venuta di Cristo, il suo ritorno alla fine dei tempi. Contemplando l’opera si può vedere che la parousia è il completamento della venuta a Betlemme. Come i magi e i pastori anche noi questa stasera siamo invitati a seguire le stelle». Obiettivo dell’installazione è quello di accompagnare il visitatore a penetrare nel mistero della nascita di Cristo che si celebra a Natale aiutato dal linguaggio dell’arte contemporanea. Citando Papa Benedetto XVI, don Walter ha ricordato che «l’arte è una porta verso l’infinito che ci permette di elevarci al di sopra di ciò che vediamo e tocchiamo e ci fa contemplare il mistero».

Maria Camilla Pallavicini ha esposto in Italia e all’estero e da oltre 20 anni è molto impegnata nel mondo culturale come presidente dell’associazione Athenaeum N.A.E che organizza studi e ricerche sui principi universali dell’etica applicati ai diversi ambiti della vita umana.

22 dicembre 2017

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