10 Maggio 2025

Accordo con l’Inps per l’accesso ai bisognosi

Favorire l’accesso alle prestazioni di welfare sociale gestite dall’Inps da parte di coloro che, pur avendone potenzialmente diritto, hanno difficoltà a fruirne, a causa del contesto di emarginazione o della condizione di fragilità economica, sociale e familiare. È questo l’obiettivo del protocollo di collaborazione “Inps per tutti” sottoscritto martedì (23 novembre) dall’Istituto di previdenza con l’Anci regionale, le Caritas delle diocesi del Lazio e la Comunità di Sant’Egidio. L’iniziativa è stata presentata nella sala conferenze della direzione nazionale dell’Istituto alla presenza di Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, e del vescovo Benoni Ambarus, ausiliare della diocesi di Roma e incaricato per la pastorale della carità della Conferenza episcopale del Lazio.

«Il progetto – ha spiegato Rosanna Casella, direttrice Inps Lazio – nasce dalla volontà di supportare chi si trova in condizioni di difficoltà al fine di facilitare l’accesso ai servizi erogati dall’Istituto. L’iniziativa ha l’obiettivo di favorire l’integrazione sociale, rimuovere gli ostacoli che impediscono l’accesso alle prestazioni assistenziali e previdenziali, tutelare i bisogni sociali ed economici del singolo e delle famiglie e creare isole di accoglienza e comunicazione». Il progetto prevede per i Centri di ascolto diocesani un canale di dialogo dedicato con le agenzie e filiali Inps di riferimento territoriale. Gli operatori Caritas – dopo aver svolto un periodo di formazione coordinato con Inps e Anci – potranno così dialogare direttamente con i funzionari dell’ente previdenziale, per email o con video-conferenze, per seguire le pratiche delle persone in grave emarginazione.

«Con la pandemia abbiamo preso coscienza di essere tutti più poveri, con la consapevolezza che è necessario collaborare – ha detto il vescovo Ambarus -. I poveri sono tali anche e soprattutto per la loro incapacità di accedere ai diritti e, come Caritas del Lazio, non possiamo e non vogliamo dare per elemosina quello che è dovuto per giustizia. I poveri sono prima di tutto cittadini che vanno aiutati a conoscere e comprendere i loro diritti e anche i loro doveri». Con questa iniziativa, ha spiegato il presule «vogliamo essere collanti e facilitatori di coesione sociale».

Il presidente dell’Inps ha parlato dell’importanza di «favorire l’emersione dei diritti che spesso rimangono inespressi». Nelle parole di Tridico, «sono soprattutto quelli che riguardano le fasce più povere e emarginate della popolazione. Esistono molte misure, soprattutto il Reddito di cittadinanza, che spesso non sono conosciute proprio dalle persone che me hanno più bisogno». Per il presidente si tratta di «un progetto di qualità, che non avrà numeri imponenti, ma che vuole cambiare la vita a chi ne ha più bisogno».

Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma, è intervenuto insieme ai partner territoriali del progetto spiegando che «questo protocollo di collaborazione si inserisce in un percorso che la diocesi di Roma ha iniziato nel corso della pandemia con il Fondo Gesù Divino Lavoratore in cui 713 operatori delle parrocchie sono stati formati attraverso il Manuale operativo dei diritti. Si tratta – ha detto – di un’opportunità che arricchisce e potenzia tali forme di intervento, con la speranza che possa rappresentare una relazione a doppio senso in cui oltre a facilitare i servizi per le persone in difficoltà che si rivolgono alla Caritas sia possibile far arrivare all’Inps, e attraverso di essa anche alle istituzioni, le reali necessità di chi versa in stato di bisogno. La riuscita – ha spiegato Trincia – dipenderà dalla disponibilità dei soggetti coinvolti di andare oltre i propri limiti, di aprirsi all’innovazione nel modo di comunicare e di lavorare insieme, facendo dell’incontro e della cooperazione tra differenti di punti di vista, approcci e metodi di lavoro».

25 novembre 2021

Accolitato e Lettorato, l’omelia del vescovo Benoni Ambarus

Omelia del vescovo ausiliare mons. Benoni Ambarus in occasione dell’istituzione di nuovi accoliti e lettori del Pontificio Seminario Romano Maggiore.

Accoglienza diffusa: il punto in un incontro di Caritas diocesana e Centro Astalli

“L’accoglienza diffusa come strumento di integrazione: un modello replicabile?” è il tema della tavola rotonda promossa dalla Caritas di Roma con il Centro Astalli e la CRS-Cooperatova Roma Solidaietà il prossimo 21 febbraio, alle ore 9, presso l’Oratorio di San Francesco Saverio (via del Caravita, 7).

L’iniziativa si svolge nell’ambito del progetto “Rafforzare #Integrazione, Costruire #Ospitalità. Piani individuali di inclusione sociale, lavorativa e abitativa per titolari di protezione internazionale nel territorio di Roma”.

Oltre ai risultati in termini di inclusione socio-lavorativa e abitativa raggiunti tramite l’attività progettuale, l’evento di chiusura del progetto sarà occasione per presentare la guida “Le chiavi di casa”, uno strumento per l’orientamento e l’accompagnamento all’autonomia abitativa dei protetti internazionali nella nostra città.

L’incontro si aprirà con i saluti di don Benoni Ambarus, direttore della Caritas di Roma, e di Martha Matscher, viceprefetto. Verranno poi illustrati i principali risultati del progetto “Rafforzare #Integrazione, Costruire #Ospitalità” e presentata la guida “Le chiavi di casa”. A seguire la tavola rotonda “L’accoglienza diffusa come strumento di integrazione: un modello replicabile?” che verrà moderata dal giornalista Toni Mira di Avvenire e vedrà gli interventi di Lorenzo Chialastri, responsabile Area Immigrati e Rifugiati Caritas di Roma; padre Camillo Ripamonti, direttore Fondazione Centro Astalli; Laura Baldassare, assessore alle Politiche sociali di Roma Capitale; Maria Grazia Baldanzi, Consiglio Regionale OAS Lazio; Andrea De Bonis, UNCHR Protection Associate.

19 febbraio 2019

Accoglie il Santo Padre in visita alla parrocchia di San Giulio

Accoglie il Santo Padre in visita alla parrocchia di San Giulio.

Accoglie il Santo Padre in visita alla parrocchia di San Crispino da Viterbo

Accoglie il Santo Padre in visita alla parrocchia di San Crispino da Viterbo.

Accoglie il Santo Padre in piazza di Spagna per l’omaggio alla statua dell’Immacolata

Accoglie il Santo Padre in piazza di Spagna per l’omaggio alla statua dell’Immacolata.

Accoglie il Santo Padre in Piazza di Spagna per l’omaggio alla Statua dell’Immacolata

Accoglie il Santo Padre in Piazza di Spagna per l’omaggio alla Statua dell’Immacolata.

Accoglie il Santo Padre in Piazza di Spagna per l’omaggio alla Statua dell’Immacolata

Accoglie il Santo Padre in Piazza di Spagna per l’omaggio alla Statua dell’Immacolata.

Accoglie il Santo Padre a San Giovanni in Laterano

Accoglie il Santo Padre nella Basilica lateranense per l’Udienza e Magistero a conclusione del Corso di Formazione su Matrimonio e Famiglia per parroci, diaconi permanenti, sposi e operatori della pastorale familiare promosso dalla Diocesi di Roma e dalla Rota Romana.

Accoglie il Santo Padre a piazza di Spagna per l’omaggio floreale all’Immacolata Concezione

Accoglie il Santo Padre a piazza di Spagna per l’omaggio floreale all’Immacolata Concezione

Accanto agli adolescenti autenticità e rispetto delle ferite

Quando incontri un adolescente, al primo sguardo colpisce il suo modo di stare in relazione: può essere timido; bene educato; desideroso di fare una buona impressione; scocciato; provocatore; desideroso di lasciare un segno, il suo segno. Se dopo il primo sguardo non ci lasciamo “catturare dal pensiero etichettante” che ne consegue, ma rimaniamo aperti all’incontro, abbiamo la possibilità di entrare nella verità di quel ragazzo\ragazza e di poter provare ad osservare come lui osserva il mondo che lo circonda e la realtà familiare di cui fa parte.

Accade che lo sguardo si muta, si espande fino ad includere osservatore ed osservato, in cui l’alternanza tra chi osserva e chi è oggetto di osservazione diventano una danza dove le figure che si compongono possono essere infinite a seconda di come procede la relazione. Non si tratta di osservare l’adolescente con un “occhiale” normativo, che cerca di vedere se quello che si ha davanti è un ragazzo adattato alla realtà o meno, ma di fare un viaggio nel suo mondo e capire cosa osserva di noi: mondo adulto.

Se nella poesia “I vostri figli” di Kahlil Gibran, che propongo a fine riflessione, si sottolinea come “noi siamo l’arco dal quale, come frecce vive, i nostri figli sono lanciati in avanti”, possiamo interrogarci su che tipologia di “arco” siamo e come i nostri figli ci considerano.

Andrea, 15 anni, guarda i suoi genitori separati da diversi anni e dice «A ma’.. a pa’.. famose a capì, siete gli ultimi che possono dire quello che devo fare, voi avete fatto quello che volevate… Avevate promesso che era per sempre… siete un bluff!». Andrea ha problemi scolastici, una diagnosi di disturbi dell’apprendimento, fatica a rispettare le regole ed è stato sospeso più volte, fuma marijuana, ha relazioni con ragazze solo per avere rapporti sessuali, dichiarando che l’amore «è una fregatura».

Lo sguardo di Andrea è quello di un ragazzo ferito, arrabbiato e deluso, è un gran provocatore con tutti, specialmente con chi ha autorità; allo stesso tempo è schietto, sincero e analizza la realtà che vive in modo da far trasparire ciò che i suoi occhi hanno visto, ciò che ha imparato dal mondo adulto e costantemente richiama ad una autenticità nella relazione. Andrea vorrebbe maggiore coerenza da parte dei suoi genitori, maggiore fermezza nelle decisioni, anche nella punizione, se è giusto che ci sia, deve essere sostenuta; non tollera “il genitore amico”, sente di non avere un limite e nonostante dichiari di voler fare «come gli pare» al tempo stesso richiama i genitori ad essere fermi nelle regole e nel farle rispettare.

Incontrare e danzare con Andrea richiede autenticità, rispetto delle sue ferite, ascolto senza pregiudizi su ciò che Andrea dovrebbe fare o come dovrebbe essere. Si tratta di poter osservare se stessi rispetto a ciò che si dice e assumere la coerenza rispetto alle proprie azioni. I ragazzi sono dei buoni osservatori. (Laura Boccanera, psicologa e psicoterapeuta di coppia e di famiglia).

 

 I vostri figli non sono figli vostri…

sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l’arco che rimane saldo.

 

Kahlil Gibran

Ac, incontro sugli adolescenti a San Romano

Domenica prossima, 30 marzo, alle ore 16.45, la parrocchia di San Romano Martire martire (via delle Cave di Pietralata, 81) ospita “Il filo che ci unisce”, incontro di formazione promosso dall’Azione cattolica di Roma e pensato per genitori, insegnanti ed educatori che si dedicano agli adolescenti.

Chi sono gli adolescenti e i preadolescenti di oggi? Che desideri grandi hanno nel cuore e quali sono le paure che li appesantiscono? Perché spesso è così difficile entrare in relazione con loro? Come sono cambiati gli adulti e le figure educative? A guidare la riflessione a partire da questi quesiti sarà Alessandro Ricci, psicologo e psicoterapeuta, docente all’Università Salesiana.

24 marzo 2025

Articoli recenti