15 Maggio 2025

La lettera da Floresta di don Paolo Boumis

Pubblichiamo una recente lettera di don Paolo Boumis, missionario fidei donum romano in Brasile, inviata al Centro missionario diocesano.

Carissimi e carissime,

siamo tutti ancora pieni delle gioie pasquali che ci rinnovano nella speranza e torno a raccontarvi un po’ di me e della missione di Itacuruba. Abbiamo vissuto la Quaresima insieme a tutta la Chiesa brasiliana nella tradizionale Campagna della Fraternità, che ha avuto per tema: “Fraternità e superamento della violenza”. Come ogni anno abbiamo pregato, riflettuto sulla Parola di Dio, discusso e celebrato la Via Crucis con l’occhio, la mente ed il cuore rivolti alla realtà drammatica del nostro povero Brasile. Ogni giorno, come sapete, registriamo omicidi in tutte le città della Diocesi. Ad Itacuruba questo succede un po’ meno, ma le conseguenze sono drammatiche lo stesso: le famiglie coinvolte in un omicidio di alcuni anni fa, carnefici e vittime, sono condannate a vivere separate, con i parenti sparpagliati a centinaia di chilometri perché, pur non essendoci una responsabilità diretta, il semplice incontro per strada di parenti può provocare incidenti anche molto gravi. Sradicare la cultura della vendetta e della morte è terribilmente difficile. Sotto sotto, sto scoprendo che molte famiglie della parrocchia sono in realtà legatissime a questo problema, tanto che anche una semplice attività parrocchiale è fallita perché io, inconsapevolmente, avevo messo insieme a lavorare persone di fronti opposti. Il miracolo di poter collaborare tra persone di diverse opinioni politiche mi è quasi riuscito del tutto. Per queste situazioni, invece, devo imparare pregare di più per capire di più…

Il mercoledì delle Ceneri ho lanciato una provocazione in chiesa, annunciando la campagna “Arma Zero”, dicendo che la notte del Giovedì Santo, durante l’Adorazione, la chiesa sarebbe rimasta aperta tutta la notte e che una cesta sotto l’altare avrebbe accolto le armi deposte anonimamente da chi, toccato dalla parola di Gesù Cristo crocifisso, avesse deciso di cambiare vita. Nella profonda convinzione che molte famiglie, anche di persone fedeli alla Chiesa, abbiano armi in casa, ho parlato apertamente del problema, durante tutta la Quaresima. La cosa che mi ha fatto pensare di più è stata la reazione della gente. Quando dicevo: “So che in molte case della nostra parrocchia ci sono armi”, le persone non si sono ribellate, come se stessi dicendo un’eresia offensiva. Al contrario: è calato il gelo, come se avessi pizzicato un bambino con le dita nel barattolo della marmellata. Silenzio. Nessun commento. E, purtroppo, nessuna arma consegnata. Io non credo di aver sbagliato nel denunciare questa cultura, né di aver esagerato in un ottimismo ingenuo, sperando chissà cosa. A Natale farò lo stesso discorso e lancerò la stessa sfida. La cosa preoccupante e frustrante è che nessuno, dico nessuno, dei miei parrocchiani è venuto a dirmi di condividere questa mia angoscia. L’abitudine alla cultura della violenza è così radicata che sembra impossibile anche lontanamente pensare di liberare la propria famiglia da uno strumento di morte. Ma siamo qui anche per questo, senza perdere la speranza che qualcuno cominci a capire che c’è un’altra strada per vivere meglio.

Come saprete dalle notizie del Telegiornale, abbiamo assistito impotenti alla truffa giuridica che ha portato il presidente Lula in carcere. È un momento molto brutto per il Brasile: i ricchissimi potentati economici hanno ripreso in pieno il controllo del paese e hanno spento in meno di un anno le speranze di milioni di persone che avevano cominciato a vivere una condizione migliore. Torneremo a pagare tutto, medicine e cure, scuole e università, e il paese ripiomberà ancora più violentemente nell’incredibile divario tra la grande massa di persone impoverite e maltrattate e la piccolissima élite di chi detiene le redini di tutto. La candidatura presidenziale di Bolsonaro (il Trump brasiliano) rischia di essere vincente. Questo ex militare, violento con le parole e con le armi, a differenza di Trump non spara solo stupidaggini e volgarità. Spara pallottole.

Ma insieme a questo quadro fosco e triste, ci sono le belle notizie: da gennaio a tutt’oggi la pioggia sta facendo rivivere la terra e la gente. Piove spesso e abbondantemente, riempiendo gli invasi e traboccando dagli argini, invadendo le campagne e riappropriandosi di spazi che aveva sempre avuto ma che negli ultimi sette anni avevano visto solo pietre e spine. Una grande festa per tutti e per la natura che ora è bellissima, verde e rigogliosa. Si chiama “risurrezione della Caatinga”, che è il bioma tutto brasiliano del sertão. Caatinga significa “pianta bianca”, perché quando ci sono gli anni di secca le piante assumono tutte un colore grigio chiaro e aspettano con una incredibile resistenza la prima acqua per esplodere di germogli. È uno spettacolo meno famoso dei ciliegi (o peschi?) del Giappone, ma molto più emozionante, sapendo quanto essere un “albero bianco” significhi per chi quotidianamente rischia di morire di sete. La vita, ancora una volta, ha trionfato sulla morte. Su tutti noi, “alberi bianchi” in attesa dell’acqua della vita, scenda la gioia della Resurrezione!

Un grande abbraccio.

Don Paolo

Nonno e vedovo, diventa sacerdote

Da generale, passando per nonno e vedovo, a sacerdote. Una storia semplice allo stesso tempo straordinaria quella di Antonio Celletti, sessantotto anni, nonno di due nipotine, generale dell’Aeronautica in pensione e, da sabato 2 giugno, sacerdote della diocesi di Roma. Già diacono permanente, sarà ordinato nella sua parrocchia, Sant’Ireneo a Centocelle, dal vescovo Daniele Libanori.

«Provo un senso di inadeguatezza per la grandezza del compito a cui sono chiamato – queste le parole di Celletti – ma questa esperienza mi apre necessariamente a una dimensione più grande e totalizzante, quale è l’amore di Dio, ed è solo Lui la base solida sulla quale fondare la propria vita».

Nel novembre del 2006 Celletti rimase vedovo della moglie, morta dopo una lunga malattia. Da allora ha iniziato un cammino di formazione e discernimento che lo ha portato prima al diaconato e infine al sacerdozio.

1 giugno 2018

Venticinque anni di Casa Betania, la Messa con il vicario

Festeggia il venticinquesimo anniversario di fondazione Casa Betania, la prima struttura di accoglienza aperta dalla Cooperativa l’Accoglienza. Per festeggiare l’anniversario, domenica 10 giugno, l’arcivescovo Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, celebrerà la Messa alle ore 19, nella sede di via delle Calasanziane, 12 (zona Pineta Sacchetti).

La giornata sarà scandita da spettacoli e concerti per grandi e piccoli. Si esibiranno, tra gli altri, la Geo-Gift Economy Orchestra – l’Orchestra popolare di Primavalle; i Ladri di Carrozzelle, l’Orchestra di Piazza Vittorio, Massimiliano Maiucchi e Daniele Miglio, gli artisti del Teatro Verde.

Per il programma completo www.coopaccoglienza.it

1 giugno 2018

La Cresima, come un tatuaggio interiore

Quarantatre studenti universitari, lo scorso 26 maggio, hanno ricevuto il sacramento della Confermazione nella basilica di San Giovanni in Laterano. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo ausiliare della diocesi monsignor Daniele Libanori e concelebrata da monsignor Andrea Lonardo, direttore del Servizio per la cultura e l’università, e dai cappellani delle università coinvolte. La liturgia è stata animata dal coro “San Tommaso d’Aquino” della Cappella universitaria di Tor Vergata, diretto da Rita Tomasi.

In particolare, erano presenti il giorno della celebrazione don Pino Fanelli e Padre Facundo Bernabei di Roma Tre, padre Giulio Parnofiello e padre Leonardo Vezzani della Sapienza, padre Nicola Tovagliari e padre Jesus Parreño dell’Europea, don Victor Tambone del Campus Bio Medico, don Saverio Monitillo di Tor Vergata, don Francesco Dell’Orco della Cattolica, padre Simone Bellomo della Lumsa, padre Giuseppe Daminelli della Luiss, don Michele Lugli, assistente spirituale di Clu.

Di seguito l’intervista al gruppo proveniente dall’Università di Roma Tre, pubblicata sul sito del Servizio diocesano per la cultura e l’università.

Da quali università provengono gli studenti cresimati insieme a voi?

Siamo stati cresimati in 43, 10 da Roma Tre, 8 dalla Sapienza, 6 dall’Europea, 4 dal Campus Bio Medico, 3 da Tor Vergata, 3 dalla Cattolica, 3 dalla LUMSA, 1 dalla LUISS, ma c’erano fra noi anche una bibliotecaria dell’università e altri appartenenti al personale che rendono a noi possibile il cammino universitario.

Cosa ha significato per voi ricevere la Cresima da giovani?

Possiamo rispondere che abbiamo colto l’opportunità di riprendere il cammino iniziato tanti anni fa. È stata una grande possibilità di riavvicinarci a Dio e alla Chiesa con consapevolezza, aprendo il nostro cuore al suo Amore infinito, che offre a ciascuno di noi vita in abbondanza e la vera felicità.

Perché riscegliere di essere cristiani oggi?

Perché abbiamo compreso che solo lo Spirito di Gesù realizza in noi la “miglior versione di noi stessi”. Per questo possiamo essere testimoni della Buona Novella, perché essa è la chiave per vivere da uomini in pienezza.

Cosa ricorderete delle parole con le quali il vescovo che vi ha donato la Cresima, Sua Eccellenza monsignor Daniele Libanori, già cappellano della Sapienza, vi ha aiutato a comprendere la celebrazione?

Padre Libanori ha utilizzato un’immagine inconsueta per spiegarci il Sigillo dello Spirito. Lo ha paragonato ai tatuaggi con i quali si è sempre espressa nei secoli l’appartenenza ad un popolo: un segno indelebile con il quale si afferma con fierezza l’appartenenza e che dice la vittoria sulla solitudine e la certezza di appartenere ad un mondo sensato e non inutile e irrilevante. Un segno indelebile, incancellabile di vita.

Come siete giunti ad intraprendere questo cammino?

Ognuno di noi ha iniziato a prepararsi alla Cresima per un motivo diverso, ma tutti sentivamo le stesse sensazioni e l’anima che “lavorava” durante gli incontri in cappellania. Abbiamo ricevuto la Cresima due giorni fa, ma sono sicura che anche se non ci saranno più gli incontri settimanali ci sarà modo di incontrarci e di condividere i nostri pensieri con i sacerdoti ed i catechisti che ci hanno coinvolti incoraggiandoci ad aprirci al Signore ed essere sicuri di noi e della nostra Fede, senza temere il giudizio degli altri e dandoci coraggio in quello che facciamo ogni giorno.

Volete aggiungere ancora qualcosa?

Ci ha colpito la testimonianza di una delle cresimate che diceva: «Ogni fessura sanguinante, ogni cicatrice, ogni domanda senza risposta, ha lentamente smesso di fare male. Questo percorso mi ha reso cosciente della luce che il Signore ci dona, mi ha reso più capace di vedere il Signore in tutte le cose, mi ha reso più salda nell’amore per gli altri e per me stessa. È solo l’inizio ma con il Signore, lo so, non mi sentirò mai più sola».

1 giugno 2018

Esercizi spirituali per gli aspiranti al diaconato permanente

Esercizi spirituali per gli aspiranti al diaconato permanente

Tavola rotonda al Pontificio Istituto Liturgico…

Alle ore 18,30 al Pontificio Istituto Liturgico partecipa alla  tavola rotonda sul tema la riforma liturgica nella Diocesi di Roma.

Convegno sulla riforma liturgica al Sant’Anselmo

“La Riforma liturgica nella diocesi di Roma”: convegno al Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo (piazza Cavalieri di Malta, 5)

Dalle ore 8,30 incontra i sacerdoti.

Dalle ore 8,30 incontra i sacerdoti.

 

Gli studenti del Ripetta realizzano un mosaico per la Caritas

“Trasmettere” è il titolo del mosaico realizzato dagli studenti del Liceo artistico Ripetta per la Cittadella della Carità. L’opera è stata inaugurata oggi da monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma. L’iniziativa è stata realizzata dai giovani del quinto anno nell’ambito del programma di alternanza scuola-lavoro attivato presso i centri della Caritas.

«Tra le tecniche artistiche consegnate dal tempo – scrivono gli studenti presentando l’opera -, quella del mosaico rappresenta al meglio due concezioni: una esecutiva, si tratta di piccole tessere quadrangolari fissate su calce e intonaco freschi, e una espressiva, data dalla figura che da quella pratica affiora. L’uno e il tutto sono, così, armoniosamente integrati: la tecnica musiva, unita allo stile che ne deriva, trasmette vita all’epifania dell’immagine. Così è anche per noi, frammenti isolati ma anche parti di un insieme. Se ci accostiamo gli uni agli altri, fino a unire le nostre mani in un intreccio, avvertiamo di far parte di un tutto. E da quell’intreccio amoroso riceviamo energia e vita».

30 maggio 2018

Il Rotary Club Eur dona un nuovo ecografo al Poliambulatorio Caritas

«La malattia è di per se una condizione emarginante e quando si presenta in persone fragili, povere, in condizioni sociali deprivate, può divenire una esperienza devastante. Ma può anche essere occasione di incontro, di relazione, di accoglienza e di cura. Per fare ciò servono persone formate e motivate, strumenti tecnici adeguati e il sostegno della Comunità. Oggi questi elementi si incontrano e testimoniano impegno e professionalità». Queste le parole pronunciate da monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, durante la cerimonia di consegna di un nuovo ecografo, donato dal Rotary Club Eur al Poliambulatorio dell’organismo cattolico che si trova nei pressi della Stazione Termini (via Marsala, 97), allo scopo di assicurare continuità di diagnosi e assistenza a quanti rimangono ai margini del Servizio Sanitario Nazionale.

La partecipazione e l’energia positiva manifestate da tutti, hanno commosso il presidente del Rotary Club Eur, Carla Lendaro, la quale ha voluto sottolineare come «l’impegno profuso dai medici volontari e dalla Caritas per la tutela della salute di tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro provenienza sociale, economica o geografica, sia la più nobile affermazione del diritto alla dignità dell’essere umano».

Con il nuovo ecografo, potrà essere incrementata l’attività di diagnosi integrata con l’attività clinica di cura e prevenzione, con la possibilità di assistere tempestivamente quanti sono in condizione di marginalità e bisogno.

30 maggio 2018

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