L’editoriale di Mons. Francesco Pesce e Oliviero Bettinelli
E’ significativo che la nascita e la resurrezione di Gesù avvengano di notte. Mentre i pastori “vegliavano di notteâ€(Lc 2,8) il Verbo si fa carne, e “quando ancora era buioâ€(Gv20,1) la carne diviene eterna.
In quel sabato di più di 2000 anni fa, quando era ancora buio, Maria corse da Simone e dall’altro discepolo, che Gesù amava. Correvano insieme anche Pietro e Giovanni.
Che cosa meravigliosa è la corsa dell’amore. La fede nel Risorto è proprio passare attraverso il buio degli ostacoli, delle difficoltà , del dolore, con amore, perché l’amore è più forte della morte. Nessuno abbia paura delle proprie notti, perché il Signore che ci ama illumina la notte: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta†(GV 1,4-5).
Cosa significa questo per noi cristiani? L’indicazione della Parola di Dio è chiara: â€Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità ». (1 Gv 3,18) Il baricentro di una vita e di una comunità che abbia le misure del Risorto, non è dentro i propri confini, nella propria autosufficienza, ma fuori, dove c’è il buio della sofferenza, della solitudine, della morte.
Noi crediamo che il Signore che ha creato l’universo, e ha dato a noi la vita, questa vita già la custodisce per sempre con sé. Dice la Liturgia: “Ai tuoi fedeli Signore la vita non è tolta ma trasformataâ€. La resurrezione è la Buona Notizia di Gesù Cristo. Ci ricorda San Paolo :†se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.â€(1 Cor 14)
Come Maria, come le donne e i discepoli che corrono al sepolcro, noi cristiani non possiamo rassegnarci ad accettare nessun sepolcro.
Noi crediamo che la morte non è un evento naturale, ma l’evento di una natura corrotta dal mistero del male e del peccato. La vita, la gioia, la felicità , sono un evento naturale. Noi siamo fatti per la vita, e per averla “in abbondanzaâ€, questa è la nostra natura.
Come San Paolo nell’Aeropago, anche noi oggi siamo chiamati ad annunciare e testimoniare nel mondo contemporaneo la Parola del Risorto.
La dobbiamo proclamare senza gridare, senza alzare il tono, tantomeno con l’arroganza di chi si sente padrone della verità , perché la verità della resurrezione non ha padroni, ma solo testimoni.