“Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia, di pace.

Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno senza povertà, senza violenza, senza guerre” (FT)



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L’ascolto «come l’amore: senza misura»


Ieri sera il cardinale vicario De Donatis ha svolto il secondo dei quattro incontri di inizio anno pastorale 2019-2020. Nella Basilica di San Giovanni in Laterano ha incontrato gli operatori di pastorale giovanile.

Ricordiamo che gli ultimi due incontri si terranno oggi (dedicato ai poveri) e venerdì 20 (dedicato alle famiglie). L’inizio è previsto per tutti alle ore 19.

Riportiamo l’articolo sul secondo incontro, pubblicato oggi, 19 settembre 2019, sul sito Romasette. it

Il cardinale De Donatis ha incontrato nella basilica lateranense gli operatori di pastorale giovanile, a cui ha rinnovato l’invito ad «ascoltare il cuore dell’altro»

Usare il cuore, «centro di tutta la persona e luogo in cui risiede, opera e agisce lo Spirito Santo», per praticare «l’ascolto del grido della città e in particolare dei ragazzi e dei giovani». Questa la consegna che il cardinale vicario Angelo De Donatis ha affidato ieri sera, 18 settembre, ai tanti operatori di pastorale giovanile riuniti nella basilica di San Giovanni in Laterano per la seconda delle quattro serate di avvio dell’anno pastorale. «Anche noi come Samuele siamo desiderosi di un ascolto autentico – ha detto il porporato commentando la lettura del profeta e ultimo giudice d’Israele -: animati da un atteggiamento di profonda conversione, chiediamo la grazia di un cuore attento perché non ci sfugga nessuna delle parole dei giovani, riuscendo ad entrare così nell’intimo dei loro bisogni e delle loro attese», avendo come modello e riferimento «Maria che custodiva nel cuore tutto quello che udiva».

Per ascoltare davvero, «con tutto ciò che siamo, è decisivo avere un atteggiamento ospitale – ha aggiunto -, facendo spazio all’altro, sottraendoci per non essere noi al centro» e, ancora, «serve uno sguardo di simpatia per generare una relazione vera». De Donatis ha poi evidenziato come «il cuore è abitato dallo Spirito Santo»; nel cuore dunque «c’è la presenza di Dio e la Parola, allora, non ci raggiunge dall’esterno ma trova una risonanza interiore in noi», quella che possiamo riconoscere «nel sentimento della gioia che accompagna l’ascolto della Parola stessa». Quindi, la sottolineatura: è importante ascoltare non solo con il nostro cuore ma «ascoltare il cuore dell’altro perché nel cuore di ognuno agisce lo Spirito Santo» e vi opera Dio che «per primo ha ascoltato il grido degli abitanti di Roma e oggi manda noi ad ascoltarlo, anche quando è scomodo e difficile» perché quello dell’ascolto «è un cammino che non si esaurisce mai, è come l’amore: senza misura».

Il momento di meditazione e preghiera comunitaria degli operatori di pastorale giovanile che gremivano la cattedrale, alla presenza dei vescovi ausiliari dei diversi settori della diocesi, è stato un primo momento di ascolto concreto dei giovani. All’inizio della celebrazione, l’invocazione allo Spirito Santo con la consegna da parte di 8 adolescenti di altrettante lampade accese a 8 adulti chiamati a essere, in diversi ambiti di intervento, interlocutori privilegiati dei più giovani: una coppia di genitori, un sacerdote, un educatore, un animatore di oratorio, un insegnante di religione, un animatore di un gruppo universitario, una consacrata e un rappresentante di un movimento ecclesiale.

Quindi, sono stati proiettati tre brevi video che hanno offerto, attraverso la voce dei giovani stessi, spunti di riflessione rispetto a quelle tematiche che interessano più da vicino la loro vita. Per prima, la paura di non saper corrispondere alle aspettative degli adulti che sembrano volerli grandi e vincenti; poi l’incertezza nei confronti del futuro che appare sempre più precario e nel quale anche gli adulti sembrano riporre sempre meno fiducia. Infine, spazio al grido dell’orfananza e della assenza di radici: in un mondo in cui tutti gridano le loro verità, pochi sembrano ascoltare davvero i giovani che si dicono incapaci di poter capire dove andare se non sono messi nelle condizioni di definire con certezza da dove vengano e quali siano i loro riferimenti.

Da ultimo, la basilica e il chiostro adiacente si sono trasformati in un grande laboratorio che ha visto lavorare in gruppi gli educatori presenti, chiamati a confrontarsi e poi a sintetizzare in un’immagine l’atteggiamento che manca in loro e nelle loro comunità per generare un ascolto autentico del cuore e fatto con il cuore. Prima della benedizione finale quindi De Donatis ha affidato a tutti la lettura delle indicazioni pastorali presentate lo scorso 24 giugno, suggerendo inoltre l’uso del “quaderno dell’Esodo”, realizzato dall’Ufficio scuola diocesano, per appuntare sulle pagine bianche «le suggestioni di un cammino condiviso tutto da scrivere».

Appunti di ecologia integrale

La road map di Papa Francesco: dalla Evangelii Gaudium alla Fratelli Tutti“: https://fb.watch/dEgsNse8x_/

Oltre l’emergenza per promuovere la cultura della cura” – Don Maurizio Tarantino, Direttore Caritas di Otranto: https://fb.watch/dEgx2k-FER/

Il processo sinodale: luogo dell’ascolto e della condivisione” – Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro e Oliviero Bettinelli, Vicedirettore Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEgAkckCaK/

Custodi del creato al tempo dei cambiamenti climatici” – Cecilia Dall’Oglio, Direttrice programmi europei “Movimento Laudato Si’”, Pierluigi Sassi, Presidente Earth Day Italia: https://fb.watch/dEgEzichiA/

Quando commerciare fa rima con armare”- Don Renato Sacco, Consigliere Nazionale Pax Christi, redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgK32ZCpd/

Informare per partecipare: dal PNRR ai trattati internazionali” – Monica Di Sisto, giornalista, vicepresidente Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima e con Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia WWF Italia https://fb.watch/dEgOrJVYfP/

Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura” – don Tonio Dell’Olio, Presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, giornalista e redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgUr2TpWm/

Pace è giustizia sociale” – Nicoletta Dentico, responsabile programma di salute globale, Society for International Development (SID): https://fb.watch/dEgX_UItj9/

La finanza: meccanismi e responsabilità” – Simone Grillo, Banca Etica: https://fb.watch/dEg-LxIDhM/

Migrazioni e migranti” – Luca Di Sciullo, Presidente Centro Studio e Ricerche IDOS: https://fb.watch/dEh2E6iAkj/

A proposito di economia trasformativa” – Riccardo Troisi , economista e docente di Economia Trasformativa presso l’Università Cooperativa di Colombia: https://fb.watch/dEh61_WndS/

Questa economia uccide” – Monica Di Sisto , giornalista, Vicepresidente di Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima: https://fb.watch/dEh9hhR_M6/

Dalle buone prassi alla buona politica” – Toni Mira, giornalista Avvenire, esperto di problemi sociali: https://fb.watch/dEhbZaFxqX/

Il tortuoso mondo del lavoro. Sulle tracce di percorsi possibili” – Soana Tortora (Solidarius Italia) e con Marco Ruopoli (coop. SOPHIA): https://fb.watch/dEhff_xT6s/

Pensare progetti per iniziare processi. La sfida e la pazienza del lavoro di comunità” – Oliviero Bettinelli, Vicedirettore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Roma: https://fb.watch/dEhhQhipux/

La comunità ecclesiale tra coerenze, impegno e annuncio. Tracce di un cammino” – Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEhjEhe0ex/

 

Editoriale

Il diritto a “Laudare Deum ” di Oliviero Bettinelli

RIFLESSIONE SULLA LAUDATE DEUM, OLIVIERO BETTINELLI

La carta dei diritti dell’uomo si evolve con la nostra storia. Gli uni non cancellano gli altri, ma li integrano con sempre maggiore consapevolezza. Papa Francesco ne è interprete e guida. La sua riflessione e il suo discernimento nella “Laudate Deum” ci orientano con sapienza a declinare alcuni diritti che come singolo e come comunità siamo chiamati a esercitare.

Abbiamo diritto a governanti che reagiscano di più, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura.

Abbiamo diritto di non nasconderci di fronte agli eventi che ci dicono come “l’impatto del cambiamento climatico danneggi sempre più la vita di molte persone e famiglie.

Abbiamo il diritto di non pagare gli effetti del disastro che si instaura in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti

Abbiamo il diritto di considerare i problemi legati all’ambiente come un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana.

Abbiamo il diritto ad una informazione corretta che non cerchi di negare l’evidenza dei segni del cambiamento climatico, di nasconderli, di dissimularli o di relativizzarli.

Abbiamo il diritto di essere guidati da pastori liberi da opinioni sprezzanti e irragionevoli , che riconoscano che l’origine antropica del cambiamento climatico «non può più essere messa in dubbio» e ne facciano oggetto di riflessione.

Abbiamo il diritto a momenti di sensibilizzazione competenti perché come società possiamo vincere la tendenza a «minimizzare» il problema o addirittura a metterlo in ridicolo, riducendolo a una questione «solo ambientale, “verde”, romantica» e non invece – quale è – un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli.

Abbiamo il diritto di dimostrare che non è vero che gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico porteranno a una riduzione dei posti di lavoro quando, al contrario, milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico, come l’innalzamento del livello del mare o la siccità.

Abbiamo il diritto di camminare verso un punto di svolta reale, all’insegna della responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo.

Abbiamo il diritto di essere consapevoli che non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato e, forse, siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici.

Abbiamo il diritto di denunciare le grandi potenze economiche che non si preoccupano di questo, ma solo di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibile.

Abbiamo il diritto di temere un «paradigma tecnocratico», sottovalutando che il nostro potere è aumentato freneticamente in pochi decenni e siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza.

Abbiamo il diritto di denunciare la logica del massimo profitto al minimo costo e con essa la decadenza etica del potere reale, ormai mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, da meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l’opinione pubblica attraverso di essi.

Abbiamo il diritto di partecipare nello spazio dovuto alle aggregazioni e organizzazioni della società civile che a livello politico e diplomatico auspicano un multilateralismo dal basso che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi ma che abbia un’efficacia stabile.

Abbiamo il diritto di avere governanti che sviluppino più democratizzazione» nella sfera globale, anche tramite una nuova procedura per il processo decisionale e per la legittimazione di tali decisioni, poiché quella stabilita diversi decenni fa non è sufficiente e non sembra essere efficace. Non sarà utile sostenere istituzioni che preservino e tutelino i diritti dei più forti senza occuparsi dei diritti di tutti.

Abbiamo il diritto di richiedere un’inversione di rotta, che superi la logica dell’apparire sensibili al problema ma che non attivi con coraggio cambiamenti sostanziali.

Abbiamo il diritto a costruire un futuro di speranza per evitare il rischio nel quale corriamo il rischio di rimanere bloccati nella logica di rattoppare, rammendare, legare col filo, mentre sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare.

Abbiamo il diritto di essere profondamente e dignitosamente umani, responsabili e custodi del Creato che ci è stato dato in Dono, organizzando la speranza in modo efficiente, vincolante e facilmente monitorabile.

In Evidenza

Ascoltare i territori per narrare la speranza

17 aprile 2023

L’Ufficio della “Pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato” della Diocesi di Roma promuove il 17 aprile alle ore 17,30, presso la “sala Poletti” del Vicariato di Roma, un incontro su “RETI DI MUTUALISMO E POLI CIVICI A ROMA”: 0sservatorio delle reti romane di mutualismo e sperimentazione di centri civici a supporto dello sviluppo locale integrale delle periferie”.

Per leggere il comunicato: https://www.diocesidiroma.it/pastoralesociale/index.php/ascoltare-i-territori-per-narrare-la-speranza/

 

 

 

 

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