“Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia, di pace.

Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno senza povertà, senza violenza, senza guerre” (FT)



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Mappa sui sentieri di una Ecologia Integrale


di Oliviero Bettinelli

Abbiamo accettato la sfida. Impegnativa e rivoluzionaria. Ma l’abbiamo accettata. Con entusiasmo, consapevoli dei nostri limiti, poco attrezzati e magari un po’ riottosi, ma siamo partiti.

Ci viene chiesto di ribaltare il mondo. Non facile per noi che ci abitiamo dentro. Da una parte consapevoli della necessità di farlo, dall’altra consapevoli  che per farlo dobbiamo cambiare dentro per riuscire forse a cambiare il fuori. Schiacciati tra sogni irrealizzabili e realismo sterile, navighiamo in cerca di luoghi ariosi dimenticando che il luogo da areare è il luogo dove viviamo il qui ed ora.

Ci è stato consegnato un manuale per rendere più stabile la rotta. Un manuale non nato solo dalle intuizioni di un Pastore illuminato ma un manuale che trova radici nella Parola che alimenta la nostra fede. La “Laudato sì†come ormai la chiamiamo confidenzialmente, è lo strumento che guida il nostro percorso. Uno strumento talmente ricco e profondo che cercare si estrarne una mappa è difficile e limitante.

Non abbiamo questa pretesa ma ci prendiamo la libertà di tracciare col gesso su una lavagna segni semplici e lineari, cosi come vengono, certi che ognuno di noi li possa completare e rendere vivi nel proprio agire quotidiano. Come i cartelli che incontriamo nelle nostre camminate ci indicano il sentiero e ci chiedono di fidarci.

Convertirsi.

E’ la prima riga della mappa. E paradossalmente un segnale che indica che la strada intrapresa fino ad ora, se non è del tutto sbagliata, è di sicuro deviante. Convertirsi significa prendere coscienza che occorre cambiare rotta, che le mappe seguite fino ad ora ci hanno avvicinato a porti nebulosi e saturi di odori nauseanti. Che la prima indicazione per seguire una mappa sia quella di seguirne un’altra è una provocazione che può spiazzare. Ma al semplice, e a volte infantile, “Così non si può più andare avanti†si può rispondere solo cercando di non andare più avanti così.

Incontrarsi

Hanna Arendt nel suo saggio “Disobbedienza civile†mette a fuoco un tema espresso da Don Milani quando, in “Lettera a una professoressaâ€, fa confessare al giovane alunno vessato dal sistema, che da questo problema “Sortirne da soli è l’avarizia, sortirne insieme è la politicaâ€. L’incontro è il fattore necessario per far si che le scelte personali, come le nostre tante obiezione di coscienza, diventino in scelte collettive di comunità e di popolo. Una scelta personale orienta alla conversione, ma perché sia una scelta significativa e capace di indirizzarci verso “cieli e terra nuovaâ€, deve crescere fino a diventare scelta di comunità. L’incontro è lo spazio dove questa coscienza comunitaria diventa testimonianza e la testimonianza può trasformarsi in stimolo al cambiamento

Studiare.

Non siamo pronti. Stiamo lavorando e proponendo esperienze per esserselo, ma non siamo pronti. Non è una colpa; lo sarebbe qualora non maturassimo questa consapevolezza. Non siamo pronti per esempio quando confondiamo l’ambiente con la natura, non riconoscendo che l’ambiente riguarda ogni luogo del vivere umano, la vita di tutti i giorni e le sue fatiche. Studiare aiuta a scoprire l’ecologia integrale come fondamento della dignità e del rispetto di ogni creatura, dei rapporti veri tra le persone, della presenza viva nei territori, della capacità di renderli belli e vivibili per tutti e non solo per coloro che possono abitarli senza fatica. Significa aprirci ai problemi della deforestazione, dell’uso dei combustibili fossili, dell’effetto serra non limitandosi a denunciare ma sviluppando azioni e proposte. Studiare significa diventare consapevoli che non si può fare tutto e che qualcuno, più bravo di noi ma desideroso di camminare con noi, può aprirci a nuovi scenari e nuove prospettive. Qualcuno con il quale ci dobbiamo alleare senza timori. Le comunità “Laudato sii†possono diventare la casa capace di ospitare tutti i promotori di questo impegno

Pregare.

Non si vuole fuggire da nessuna responsabilità. Con la preghiera si vogliono mettere invece radici profonde a cambiamenti che non saremmo in grado di gestire senza una profonda esperienza di fede in Dio e nell’uomo. Pregare è il momento forte e necessario che ci guida a dedicare tensione e apertura alle nostre motivazioni, alle nostre debolezze e alle nostre speranze. La Preghiera è il luogo dover tutto il nostro lavoro si ricompone e viene messo nella prospettiva corretta, quella della nostra chiamata ad essere da sempre collaboratori e responsabili alla creazione.

Futuro.

Certamente nella vita di ognuno sono tracciati percorsi diversi che nascono da storie diverse. Questa è la ricchezza e il dono di essere comunità. Avere a cuore il futuro significa rifiutare l’etichetta di buonisti per rappropriarci di quella di “operatori della pace e della giustiziaâ€. Deboli, a volte stanchi, ma sempre tesi verso un futuro forgiato dalla esigente ricerca di dignità per ogni persona. Questo siamo chiamati ad essere. Abbiamo l’avventatezza di credere nelle Beatitudini non come slogan consolatori ma come l’unico paradigma possibile per il mondo che verrà. Il futuro, come ci ha ricordato, Papa Francesco durante la pandemia, o è di tutti o non sarà di nessuno. Impegnarsi e darsi da fare perché non sia di nessuno è frutto della stoltezza biblica di chi si ritiene l’unico salvatore di se stesso. Impegnarci perché si salvino tutti è la consegna della mattina di Pasqua quando ci viene annunciato che la vita assume la sua pienezza quando la si dona agli altri per Amore.

Questa minuscola mappa è solo un insieme di righe su una lavagna, nulla più e nessuna di queste righe può essere la conclusiva. Ci sono molte guide che ci accompagnano ad approfondire la “Laudato sìâ€, tutte ricche e profonde. Ognuno certamente saprà trarre dalla lettura personale e dalla condivisione comunitaria altri titoli e altre tracce. Va bene così. La cosa essenziale e che le mappe siano frutto della conversione che vivifica ogni comunità.

Perché questo avvenga bisogna però imparare a leggerle in piedi, con lo sguardo ben piantato verso l’orizzonte. E non una sola volta.

Appunti di ecologia integrale

La road map di Papa Francesco: dalla Evangelii Gaudium alla Fratelli Tutti“: https://fb.watch/dEgsNse8x_/

Oltre l’emergenza per promuovere la cultura della cura” – Don Maurizio Tarantino, Direttore Caritas di Otranto: https://fb.watch/dEgx2k-FER/

“Il processo sinodale: luogo dell’ascolto e della condivisione†– Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro e Oliviero Bettinelli, Vicedirettore Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEgAkckCaK/

Custodi del creato al tempo dei cambiamenti climatici†– Cecilia Dall’Oglio, Direttrice programmi europei “Movimento Laudato Si’â€, Pierluigi Sassi, Presidente Earth Day Italia: https://fb.watch/dEgEzichiA/

“Quando commerciare fa rima con armareâ€- Don Renato Sacco, Consigliere Nazionale Pax Christi, redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgK32ZCpd/

“Informare per partecipare: dal PNRR ai trattati internazionali†– Monica Di Sisto, giornalista, vicepresidente Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima e con Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia WWF Italia https://fb.watch/dEgOrJVYfP/

“Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura†– don Tonio Dell’Olio, Presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, giornalista e redattore di Mosaico di Pace: https://fb.watch/dEgUr2TpWm/

Pace è giustizia sociale†– Nicoletta Dentico, responsabile programma di salute globale, Society for International Development (SID): https://fb.watch/dEgX_UItj9/

La finanza: meccanismi e responsabilità†– Simone Grillo, Banca Etica: https://fb.watch/dEg-LxIDhM/

“Migrazioni e migranti†– Luca Di Sciullo, Presidente Centro Studio e Ricerche IDOS: https://fb.watch/dEh2E6iAkj/

“A proposito di economia trasformativa†– Riccardo Troisi , economista e docente di Economia Trasformativa presso l’Università Cooperativa di Colombia: https://fb.watch/dEh61_WndS/

“Questa economia uccide†– Monica Di Sisto , giornalista, Vicepresidente di Fairwatch, osservatorio su commercio internazionale e clima: https://fb.watch/dEh9hhR_M6/

“Dalle buone prassi alla buona politica†– Toni Mira, giornalista Avvenire, esperto di problemi sociali: https://fb.watch/dEhbZaFxqX/

Il tortuoso mondo del lavoro. Sulle tracce di percorsi possibili†– Soana Tortora (Solidarius Italia) e con Marco Ruopoli (coop. SOPHIA): https://fb.watch/dEhff_xT6s/

Pensare progetti per iniziare processi. La sfida e la pazienza del lavoro di comunità” – Oliviero Bettinelli, Vicedirettore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Roma: https://fb.watch/dEhhQhipux/

“La comunità ecclesiale tra coerenze, impegno e annuncio. Tracce di un cammino†– Mons. Francesco Pesce, Incaricato Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro: https://fb.watch/dEhjEhe0ex/

 

Editoriale

Il diritto a “Laudare Deum ” di Oliviero Bettinelli

RIFLESSIONE SULLA LAUDATE DEUM, OLIVIERO BETTINELLI

La carta dei diritti dell’uomo si evolve con la nostra storia. Gli uni non cancellano gli altri, ma li integrano con sempre maggiore consapevolezza. Papa Francesco ne è interprete e guida. La sua riflessione e il suo discernimento nella “Laudate Deum†ci orientano con sapienza a declinare alcuni diritti che come singolo e come comunità siamo chiamati a esercitare.

Abbiamo diritto a governanti che reagiscano di più, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura.

Abbiamo diritto di non nasconderci di fronte agli eventi che ci dicono come “l’impatto del cambiamento climatico danneggi sempre più la vita di molte persone e famiglie.

Abbiamo il diritto di non pagare gli effetti del disastro che si instaura in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti

Abbiamo il diritto di considerare i problemi legati all’ambiente come un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana.

Abbiamo il diritto ad una informazione corretta che non cerchi di negare l’evidenza dei segni del cambiamento climatico, di nasconderli, di dissimularli o di relativizzarli.

Abbiamo il diritto di essere guidati da pastori liberi da opinioni sprezzanti e irragionevoli , che riconoscano che l’origine antropica del cambiamento climatico «non può più essere messa in dubbio» e ne facciano oggetto di riflessione.

Abbiamo il diritto a momenti di sensibilizzazione competenti perché come società possiamo vincere la tendenza a «minimizzare» il problema o addirittura a metterlo in ridicolo, riducendolo a una questione «solo ambientale, “verdeâ€, romantica» e non invece – quale è – un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli.

Abbiamo il diritto di dimostrare che non è vero che gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico porteranno a una riduzione dei posti di lavoro quando, al contrario, milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico, come l’innalzamento del livello del mare o la siccità.

Abbiamo il diritto di camminare verso un punto di svolta reale, all’insegna della responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo.

Abbiamo il diritto di essere consapevoli che non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato e, forse, siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici.

Abbiamo il diritto di denunciare le grandi potenze economiche che non si preoccupano di questo, ma solo di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibile.

Abbiamo il diritto di temere un «paradigma tecnocratico», sottovalutando che il nostro potere è aumentato freneticamente in pochi decenni e siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza.

Abbiamo il diritto di denunciare la logica del massimo profitto al minimo costo e con essa la decadenza etica del potere reale, ormai mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, da meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l’opinione pubblica attraverso di essi.

Abbiamo il diritto di partecipare nello spazio dovuto alle aggregazioni e organizzazioni della società civile che a livello politico e diplomatico auspicano un multilateralismo dal basso che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi ma che abbia un’efficacia stabile.

Abbiamo il diritto di avere governanti che sviluppino più democratizzazione» nella sfera globale, anche tramite una nuova procedura per il processo decisionale e per la legittimazione di tali decisioni, poiché quella stabilita diversi decenni fa non è sufficiente e non sembra essere efficace. Non sarà utile sostenere istituzioni che preservino e tutelino i diritti dei più forti senza occuparsi dei diritti di tutti.

Abbiamo il diritto di richiedere un’inversione di rotta, che superi la logica dell’apparire sensibili al problema ma che non attivi con coraggio cambiamenti sostanziali.

Abbiamo il diritto a costruire un futuro di speranza per evitare il rischio nel quale corriamo il rischio di rimanere bloccati nella logica di rattoppare, rammendare, legare col filo, mentre sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare.

Abbiamo il diritto di essere profondamente e dignitosamente umani, responsabili e custodi del Creato che ci è stato dato in Dono, organizzando la speranza in modo efficiente, vincolante e facilmente monitorabile.

In Evidenza

Ascoltare i territori per narrare la speranza

17 aprile 2023

L’Ufficio della “Pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato†della Diocesi di Roma promuove il 17 aprile alle ore 17,30, presso la “sala Poletti†del Vicariato di Roma, un incontro su “RETI DI MUTUALISMO E POLI CIVICI A ROMAâ€: 0sservatorio delle reti romane di mutualismo e sperimentazione di centri civici a supporto dello sviluppo locale integrale delle periferieâ€.

Per leggere il comunicato: https://www.diocesidiroma.it/pastoralesociale/index.php/ascoltare-i-territori-per-narrare-la-speranza/

 

 

 

 

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