“Questo mistero è grande”: la scheda esplicativa

Per lo sfondo dell’immagine si è scelto l’episodio delle nozze di Cana di Galilea.

L’interpretazione che emerge dall’immagine si rifà al grande padre della Chiesa Giacomo di Sarug. Quando la Genesi ci dice: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne” (Gen 2,24), si tratta di una immagine velata. Si parla dell’unità nell’amore dell’uomo e della donna, ma in realtà Mosè vide Cristo Figlio di Dio e la Chiesa, l’unità del Figlio di Dio e dell’umanità nell’amore assoluto del Padre e del Figlio. Ma, spiega Giacomo, ritenendo che il popolo non fosse ancora in grado di vedere, Dio ha velato questo mistero con l’immagine uomo-donna. Ma, quando le nozze del Figlio si sono consumate nella sua Pasqua, viene Paolo e tira via il velo e parla del matrimonio esclamando: “Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!” (Ef 5,21).

Infatti, nel dipinto, il servo che versa il vino agli sposi ha il volto con i tratti di san Paolo secondo l’antica l’iconografia cristiana. Così si può contemplare l’unità indissolubile di Cristo e della Chiesa come fondamento del matrimonio. Il sacramento dell’amore tra l’uomo la donna fonda gli sposi nell’amore tra Cristo e la Chiesa e a sua volta il matrimonio come sacramento è l’espressione di questo amore realizzato nell’unità di Cristo e dell’umanità. Come ogni sacramento, così anche il matrimonio realizza la trasformazione. Anche la famiglia, che di per sé fa parte di un’esistenza secondo la natura come caratteristica degli esseri viventi, degli uccelli, dei pesci, degli animali…, in Cristo viene trasfigurata perché per lo Spirito Santo ci viene data la partecipazione all’amore di Cristo per la sua Chiesa. A Cana, nella trasformazione dell’acqua in vino, si aprono gli orizzonti del sacramento, cioè del passaggio dal vino al sangue di Cristo. Si tratta dell’eucaristia, il sacramento che ci realizza e ci manifesta come il Corpo di Cristo, partecipi della sua stessa vita. Paolo sta infatti versando lo stesso sangue che la sposa raccoglie nel calice: è la sua bevanda di vita secondo l’amore, cioè la comunione delle Persone divine. Paolo versa questo sangue a noi. Così diventa manifesto che la famiglia si svincola dal sangue come solo fatto naturale per essere trasfigurata secondo l’unione nel sangue di Cristo, attraverso il sacramento del matrimonio, che manifesta il nucleo costitutivo della stessa Chiesa come metteva in evidenza già san Giovanni Crisostomo.

La famiglia è una realtà ecclesiale in quanto partecipazione alla vita di Cristo, di cui, come direbbe Nicola Cabasilas, siamo veramente consanguinei.

Per l’uso dell’immagine si prega di citare l’autore con la seguente dicitura: Opera di p. Marko Ivan Rupnik, 2021

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28 luglio 2021