Accolto sulla soglia della chiesa dalla e nella “sua” comunità con calore dall’abbraccio del parroco. Questo il gesto iniziale, unitamente al bacio del Crocifisso, con cui questa sera, 16 novembre, il cardinale vicario Baldo Reina ha preso possesso del proprio titolo cardinalizio a Primavalle. Percorrendo la navata per raggiungere l’altare, il porporato ha benedetto la comunità di Santa Maria Assunta e San Giuseppe, che Papa Francesco gli aveva appunto assegnato nel Concistoro del 7 dicembre del 2024. Proprio dalle mani di alcuni parrocchiani ha ricevuto prima dell’inizio della solenne celebrazione 3 doni «semplici ma che dicono il nostro affetto, la nostra gratitudine e il desiderio di camminare con te», ha detto il parroco don Luciano Squizzato.
Il primo è stato la casula, «la veste sacerdotale il cui nome indica una “piccola casa” – ha spiegato ancora il parroco -, segno dunque che avvolge il celebrante della carità di Cristo, che è la vera casa in cui deve abitare chi celebra». Ancora, la mitria, «segno della custodia del gregge e della missione apostolica che tu, don Baldo, sei chiamato a esercitare», sono ancora le parole di don Squizzato; infine, il dono del pastorale, «il bastone del pastore, il segno più antico del ministero episcopale», a dire che «ci affidiamo alla tua guida con fiducia e riconoscenza».
Altrettanta riconoscenza ha espresso il cardinale nella sua omelia, manifestando la gioia di «sapere che c’è una comunità, la mia, non in senso possessivo ma di appartenenza, che prega per me», certo che «dobbiamo camminare insieme nella comunione e per dare testimonianza». Richiamando infatti il Vangelo di Luca, Reina ha dapprima notato come «il Maestro, interrogato su questioni che hanno a che fare con l’orizzonte escatologico, fa una fotografia della realtà di ieri che è identica a quella di oggi con guerre ed eventi terribili», laddove «la violenza profonda è un problema del mondo intero, non solo di questa città o di questo quartiere».
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