Papa Francesco non è potuto venire a causa di una lieve indisposizione, come ha spiegato il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni. Ma è stato comunque vicino ai sacerdoti romani, ai quali ha inviato un testo scritto. Nella liturgia penitenziale di questa mattina (27 febbraio 2020) a San Giovanni in Laterano, quindi, il Santo Padre è stato presente con il suo pensiero e le sue riflessioni, lette dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Durante la mattinata sono state inoltre raccolte offerte per sostenere la Casa della Speranza di Batumi, in Georgia, struttura dedicata al recupero delle persone dipendenti da alcool. Alla comunità georgiana era molto vicino don Andrea Santoro, durante la sua permanenza a Trabzon. Legata alla struttura un nuovo progetto di gemellaggio della Caritas diocesana e del Centro missionario diocesano.
«Non desidero tanto riflettere sulle tribolazioni che derivano dalla missione del presbitero – ha esordito il Santo Padre –: sono cose molto note e già ampiamente diagnosticate. Desidero parlare con voi, in questa occasione, di un sottile nemico che trova molti modi per camuffarsi e nascondersi e come un parassita lentamente ci ruba la gioia della vocazione a cui un giorno siamo stati chiamati. Voglio parlarvi di quell’amarezza focalizzata intorno al rapporto con la fede, il Vescovo, i confratelli».
«Chiediamo al Signore – è l’augurio finale del Pontefice – che ci doni la capacità di riconoscere ciò che ci sta amareggiando e così lasciarci trasformare ed essere persone riconciliate che riconciliano, pacificate che pacificano, piene di speranza che infondono speranza. Il popolo di Dio attende da noi dei maestri di spirito capaci di indicare i pozzi di acqua dolce in mezzo al deserto».
Prima della lettura del testo inviato da Papa Francesco, aveva tenuto una breve introduzione il cardinale De Donatis, alla quale era seguito poi lo spazio per le confessioni individuali. Al termine un dono per tutti i sacerdoti: il testo con le seconde letture per la Quaresima.
«Iniziamo la Quaresima con questo richiamo paolino alla conversione – aveva detto il vicario – che ci invita ad uscire per annunciare, come ambasciatori, la riconciliazione del mondo in Cristo». Poi ha richiamato all’umiltà, al disinteresse, alla povertà di cuore: «La beatitudine dei poveri in spirito è legata alla consapevolezza della propria insufficienza. Di qui nasce la ricerca di una completezza che si può trovare in Dio, nell’ascolto della sua Parola, che è il soffio che fa vivere».
«In questi quaranta giorni – questo l’auspicio del vicario – sarai chiamato a vivere momenti particolari della vita della comunità: forse guiderai più volte una via crucis, terrai una catechesi quaresimale; probabilmente entrerai in tante case per la benedizione pasquale; magari avrai occasione di vivere e far vivere momenti di preghiera e di digiuno. Tutto questo vivilo partendo da te stesso, rinnovandoti nell’ amore di Dio, pensando a questa Quaresima come se fosse la prima Quaresima della tua vita».
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27 febbraio 2020