San Clemente, cresce l’attenzione agli adolescenti

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Per don Salvatore Lucchesi, parroco dallo scorso ottobre della comunità di 20mila fedeli di San Clemente Papa, a Conca d’Oro, la visita pastorale del cardinale vicario Baldo Reina di ieri e oggi «è un tempo di grazia, specie in questo anno del Giubileo» perché «porta quella speranza che la gente purtroppo ha perso e di cui c’è tanto bisogno, anche e soprattutto per i giovani che spesso sono presi da speranze effimere». Stamattina il porporato presiede la Messa delle 10, «quella dei bambini e dei ragazzi, e vivrà a seguire un momento di incontro e di festa con loro portando anche un messaggio per tutti gli ammalati, i bisognosi e gli indigenti della parrocchia», spiega il sacerdote. Ieri pomeriggio, invece, Reina «ha incontrato il Consiglio pastorale con i catechisti e i diversi operatori e animatori e pure alcuni responsabili delle 9 Comunità neocatecumenali, celebrando poi la Messa delle 18.30, Messa vespertina della festa della Presentazione di Gesù al Tempio e con la benedizione delle candele per la festa della “Candelora”», sono ancora le parole di don Lucchesi.

Proprio per offrire ai giovani un’occasione formativa che li orienti c’è grande cura nella proposta del dopoCresima, rivolta ai ragazzi che «vivono l’età delicata dell’adolescenza», dice Andrea, da 30 anni educatore dei giovani e catechista istituito. «A loro è dedicata la Messa delle 12 ogni domenica, di cui si occupano per il servizio e l’animazione – dice –, mentre poi la sera, alle 18.30, c’è l’incontro dedicato che sviluppa nelle settimane via via un tema. Al termine di ogni tema, nei tempi forti di Avvento e Quaresima proponiamo un’uscita, fuori o dentro Roma, oppure viviamo la cosiddetta “domenica Talita kum”, riprendendo le parole di Gesù, stando insieme tutto il giorno in parrocchia con attività e giochi condivisi dopo la Messa e il pranzo». D’estate, «con una tradizione trentennale, andiamo in Trentino, in Val di Brenta, per un campo e un’esperienza di autogestione che è aggregativa oltre che formativa», sono sempre le parole di Andrea. Ancora, l’educatore sottolinea come «non è facile fare formazione, è una sfida, così come non è facile elaborare dei format che coinvolgano i ragazzi ma speriamo che la discussione e il confronto con loro su alcune tematiche possano aiutarli nella loro crescita». Inoltre Andrea mette in luce l’importanza di «provare a costruire un’alleanza educativa con le famiglie dei ragazzi, con le quali ci incontriamo una volta al mese, mettendoci in ascolto»; la buona adesione e partecipazione a questa proposta è per lui «il segno di un desiderio e un bisogno di uno scambio».

Tra i volontari che si occupano della carità c’è Lina, che è pure nel gruppo che gestisce la segreteria parrocchiale, aperta ogni giorno, mattina e pomeriggio. Sottolinea «l’importanza di accogliere tutte le persone con un sorriso, cercando di dare un po’ di sollievo a chi si rivolge alla parrocchia per un aiuto di vario genere». In particolare, racconta, «assistiamo circa una ventina di famiglie grazie alle donazioni di viveri che i parrocchiani fanno spontaneamente e tramite la raccolta nel supermercato del quartiere», mentre «nei tempi forti organizziamo delle vendite di torte o di piantine per raccogliere fondi». (di Michela Altoviti da Roma Sette)

2 febbraio 2025