Si è svolto sabato 25 ottobre nel Teatro della Parrocchia di San Damaso Papa il “Festival per la Vita” organizzato dal Centro Aiuto alla Vita “Cav Monteverde ODV”. L’evento è stato organizzato e presentato dai volontari del Cav, coordinati dalla presidente Franca Tonini con la partecipazione di personalità che hanno raccontato le loro esperienze di ricercatori, professionisti e artisti impegnati per la vita e di gruppi che hanno animato il festival con coreografie e canti. Ad accogliere i presenti nel Teatro San Damaso Papa è stato il parroco, don Humberto Gomez che, dopo aver ricordato i dati allarmanti sulla denatalità in Italia, ha messo in evidenza il valore inestimabile di ogni vita umana sin dal momento del concepimento, ed ha elogiato il prezioso lavoro dei volontari del Cav.

Franca Tonini ha ricordato che la finalità del Cav è di promuovere e difendere la vita umana fin dal concepimento, aiutando le donne che si trovano a vivere una gravidanza difficile, indesiderata o vissuta in solitudine. «La mamma nel Cav – ha chiarito Tonini – deve essere accolta con empatia, con un atteggiamento privo di giudizio, con calore umano, in questo modo da uno stato di angoscia e preoccupazione passerà alla fiducia, che le permetterà di accogliere il bambino».
La prima accoglienza è molto delicata, «deve essere saggia, prudente, attenta, disponibile e tenera. Alla mamma si offre anche una consulenza interdisciplinare (psicologica, ginecologica, giuridica, etica) ed un aiuto materiale perché possa accogliere serenamente il figlio che porta in grembo, e viene accompagnata fino ai primi due-tre anni del bambino». Al Cav Monteverde, dal mese di febbraio sono state accolte sessantadue mamme, con diciotto nascite ed altri diciannove bambini sono in arrivo; «il numero elevato di mamme è la prova che è un servizio necessario nel quartiere Monteverde-Gianicolense».
Il primo intervento è stato quello di Beatrice Fazi, attrice teatrale e “madrina di tutti i Cav” di Roma, la quale ha portato una testimonianza di vita con parole di una giovane mamma che ha vissuto in prima persona il dramma dell’aborto volontario e le conseguenze devastanti che questo ha causato nella sua vita, ma anche il successivo percorso di rinascita.

Sono intervenuti, in seguito, Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano (MpV) di cui nel presente anno si celebra il 50°. La professoressa Casini ha ricordato la «missione preziosa» dei 400 Cav che sono in Italia, e «che hanno salvato la vita di circa 280.000 bambini». Il Movimento per la Vita «è come lievito che fermenta la società, motore di avviamento di una nuova progettualità: la civiltà della verità e dell’amore che vuole porre al centro l’uomo e che quindi privilegia il povero, l’emarginato, lo scartato. Lo sguardo su colui che non è ancora nato e la protezione di quella primordiale solidarietà che unisce la mamma al figlio che culla in grembo è la leva che muove questa nuova progettualità».
Il professor Giuseppe Noia, direttore dell’Hospice perinatale e presidente della Fondazione “Il Cuore in una goccia”, ha illustrato il fondamento scientifico che sostiene gli sforzi della ricerca e della pratica clinica nel portare avanti la vita dell’embrione sin dalle prime fasi del suo sviluppo nel grembo materno. In particolare, ha ricordato «il valore della relazione e il rapporto di reciproca cura che si sviluppa tra il corpo della madre e l’embrione, nelle diverse fasi dello sviluppo prenatale, senza nascondere la meraviglia che suscita tale fenomeno». Inoltre ha anche fatto cenno alle terapie fetali e alle nuove frontiere della ricerca soprattutto a beneficio dei bambini con sindrome di down.
Toccante la testimonianza di Sara e Stefano, una coppia che ha scelto di portare avanti la gravidanza delle ultime due bambine, pur sapendo che le loro vite sarebbero state brevi; una lezione di amore e di pace che ha commosso tutti. Il messaggio che questa coppia ha voluto trasmettere, è che «un figlio è un figlio, quali che siano le sue condizioni cliniche prenatali e tale resterà per sempre nel cuore dei suoi genitori».
Il Festival ha visto alternarsi alle relazioni e alle testimonianze alcuni momenti musicali come quelli animati dal Gruppo Holy Dance che ha creato alcune coreografie sulle note di brani della Sacra Scrittura e delle parole di Papa Francesco. L’incontro si è concluso con un saluto di Maria Luisa Ubaldo, presidente di Federvita Lazio che ha definito ogni Centro di Aiuto alla Vita (10 a Roma) una «stella polare che illumina, guida e custodisce la vita ed insieme fanno brillare una splendida costellazione di accoglienza e speranza». Le “diciotto margherite” con il nome di ciascun bambino nato nell’ultimo anno, accolto al Cav, poste come decorazione del Teatro San Damaso hanno simboleggiato un grande prato fiorito in cui germoglia la vita e fiorisce la speranza.
29 ottobre 2025













