“Tutto in tutti”: una giornata contro il disagio giovanile

Costruire una rete territoriale per proporre nuovi percorsi terapeutici e riabilitativi per i giovani con disagio o dipendenze, attraverso lo sport e l’inclusione lavorativa. Questo l’obiettivo di “Tutto in tutti”, manifestazione promossa da Medinext (l’impresa sociale che unisce la cooperativa Medihospes con Next salute e servizi) che ha trovato il pieno sostegno della diocesi di Roma. L’appuntamento è per venerdì 6 giugno, a partire dalle ore 15 davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano. I partecipanti varcheranno la Porta Santa e si fermeranno in preghiera; poi si sposteranno nella vicina basilica di Santa Croce in Gerusalemme, dove si svolgerà una visita guidata in occasione dell’anniversario del trasporto delle reliquie qui custodite dalla Terra Santa (325-2025), guidata dal parroco don Alessandro Pugiotto. Ancora, alle 17, la proiezione di alcuni video e l’anteprima, a inviti, del docufilm “The madman coach”, di Carlo Liberatore.

Alle ore 18.30 il cardinale vicario Baldo Reina celebrerà la Messa nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, con un ricordo particolare alla memoria di santa Dinfna, che cade il 30 maggio, patrona delle persone affette da disagio mentale, dei luoghi di cura e delle professioni mediche che si occupano di questi malati.

A seguire, nel giardino della chiesa, è previsto un momento di confronto e dibattito a cui interverranno, oltre al cardinale vicario, il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi; il vicario episcopale per la Pastorale della salute della diocesi di Roma monsignor Andrea Manto; e Santo Rullo, psichiatra fondatore di “Crazy for football”. Alcuni giovani porteranno la propria testimonianza, prima di un momento di festa conclusivo con la visione comune, sul maxischermo, della partita Norvegia – Italia e di un concerto gratuito di giovani musicisti e cantanti di diversi studi musicali romani.

Dichiara Gabriele Scotti, presidente di Medinext: «Oggi l’assistenza sanitaria sul territorio offre interventi il più delle volte non accettati dai ragazzi in difficoltà, specialmente nelle situazioni critiche determinate da scompensi psicopatologici, sociali e relazionali, e la rete dei servizi competenti non riesce ad agire in normale sinergia con le istituzioni di tutela del minore, né a coinvolgere adeguatamente le famiglie in difficoltà. Le residenze sociali, come case famiglia e comunità alloggio, rispondono già con grande difficoltà ai bisogni di minori fragili senza disturbi psichici, e quando sono costrette a dare supporto ai ragazzi con disturbi clinici si determinano scompensi nelle relazioni educative che sono la base dei servizi residenziali sociali. Con la nostra sperimentazione chiediamo di agire in questo contesto e iniziare a colmare il vuoto, aiutando l’adolescente in difficoltà a riorganizzare la propria vita, riappropriandosi di valori e di speranze, rispettando la propria vulnerabilità e la relazione con il proprio contesto sociale, passando attraverso l’inclusione lavorativa e lo sport».

Mentre Santo Rullo osserva: «È importante riunirsi tutti insieme, perché le aree dei disturbi psicologici si stanno sovrapponendo molto, in particolare in età evolutiva. L’integrazione dei servizi sociali con quelli sanitari sta diventando quindi sempre più impegnativa e necessaria, ma se le soluzioni si vogliono veramente trovare, insieme, allora le cose diventano possibili, per ciascun ragazzo e la sua famiglia».

30 maggio 2025