«Dobbiamo lottare per la vita, non per il quieto vivere». Lo ha ripetuto più di una volta don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera. Alle sue parole si è aggiunto l’invito del vescovo vicegerente Renato Tarantelli Baccari, che ha ricordato incessantemente che «il male si vince con il bene, non con il male». Le loro voci sono risuonate ieri sera, 27 luglio, nella chiesa di Santa Maria ai Monti, dove presule ha presieduto la veglia di preghiera in memoria delle vittime innocenti della mafia. “Pellegrini di speranza. Per non dimenticare”, il tema del momento di raccoglimento, che è stato promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale, del lavoro e la cura del Creato, dal Servizio Cei per la pastorale giovanile e da Libera, in occasione del 32° anniversario degli attentati mafiosi alla basilica di San Giovanni in Laterano e alla chiesa di San Giorgio al Velabro. Furono compiuti nella notte tra il 27 e il 28 luglio del 1993, quando un’autobomba esplose anche in via Palestro, a Milano, provocando la morte di 5 persone. I loro nomi sono stati ricordati durante la veglia.
«Dobbiamo essere coraggiosi contro il male, perché si sconfigge con il bene – ha detto il vicegerente -. Ce lo ricordano il Signore con la sua vita, san Paolo e tutta la Scrittura». In che misura? «In una maniera semplicissima – ha spiegato -. Lo spazio è limitato. Più bene ci mettiamo, meno spazio c’è per il male. Se in una stanza totalmente buia accendiamo una piccola luce, quella luce si vedrà da ogni luogo e farà scomparire a poco a poco le tenebre». Allo stesso modo, ha continuato Tarantelli, «le nostre azioni anche piccole, le luci che abbiamo il coraggio e la forza di accendere e il bene che riusciamo a iniettare nel mondo, in modo molto naturale, con il nostro servizio, porteranno a compimento l’opera di Dio e il suo Regno».
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28 luglio 2025