Consacrazione di tre vedove nell’ordo viduarum

Consacrazione di tre vedove nell’ordo viduarum

        Nella bellissima e suggestiva basilica romana di Santa Cecilia in Trastevere sono riecheggiati ancora una volta canti, parole e invocazioni ricche di profondi significati. Si sta celebrando il nuovo, ma antico rito di consacrazione delle vedove.

        «Vieni mia bella dal Libano» canta il  coro accompagnando la processione introitale che porta all’altare Elisabetta, Giuliana e Immacolata precedute dalle vedove consacrate e da quelle in formazione.

        Tutto inizia con l’«eccomi Signore»: da questo momento ogni parola, ogni gesto, ogni canto, ogni invocazione ha il suo peso, la sua rilevanza.

        Risuona, guidato dal coro dell’Ordo Virginum, il canto delle litanie dei santi: tutta la Chiesa è in attesa dell’offerta delle tre consacrande che con grande emozione confermano  nelle mani del Vescovo, davanti al popolo di Dio presente nella basilica, la volontà di consacrare la loro vita « Padre di tutti, Signore del cielo e della terra, per mezzo di Gesù Cristo, nello Spirito di amore, ti consacro me stessa e la mia vita che intendo vivere, con la tua grazia, nell’impegno della castità vedovile, per tutta la mia vita.

        Ti ringrazio, Padre, perché mi chiami a partecipare consapevolmente al mistero dell’amore nuziale del Signore Gesù e della Chiesa.

Arricchisci il mio cuore di sposa e donami la gioia di servire, nella Chiesa, il tuo regno, disponibile come Maria alla tua volontà. Amen».

         Il vescovo accoglie e benedice l’offerta delle tre vedove che hanno riposto in Cristo tutte le loro speranze ed esorta:

«… Animate dal tuo Santo Spirito, conducano una vita

umile e casta, obbediente e povera,

nella quale risplenda al di sopra di tutto una carità gioiosa e operosa. 

Siano da tutti stimate quali donne sagge e premurose,

esemplari per la serietà del loro stile di vita

e affidabili per la prudenza della loro parola…»

        È gioia grande nella chiesa, le neo consacrate, con l’anello all’anulare «..già segno di amore coniugale, diventato ora segno di amore e consacrazione a te, Dio di ogni bontà…» e con la croce benedetta dal vescovo« … affinché, giorno dopo giorno, faccia memoria a questa tua figlia dell’amore con il quale tu l’ hai amata…» devotamente tenuta in mano, ritornano al loro posto accolte dalla comunità in festa.

                                         

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