Nella Diocesi di Roma è stato istituito l’Ordo Viduarum, al quale appartengono le vedove che intendono permanere per sempre nello stato di vita vedovile e che «…mediante il voto di castità perpetua quale segno del Regno di Dio, consacrano la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa» (Cfr. Vita Consecrata, n.7).
Tra le spose cristiane il cui matrimonio è sciolto per la morte dello sposo alcune sono chiamate a consacrare la loro vedovanza affinché, come “continuazione della vocazione coniugale” (GS n. 48), essa diventi dono e segno del secolo futuro.
Come il Sacramento delle nozze rende gli sposi icona dell’amore nuziale di Cristo Sposo per la Chiesa sua Sposa, amore che è per sempre, così la vedovanza, vissuta nella fedeltà e nell’attesa del Regno messianico si trasforma e sublima in una forma di nuzialità nuova. Se il matrimonio è stato vissuto in Cristo, nella luce della fede, noi sappiamo che la morte non interrompe questo amore che si rivolge più direttamente e intensamente a Dio, in cui lo sposo terreno già riposa e di cui, in vita, è stato segno e richiamo.