
LA GIOIA E LA LIBERTÀ
“Che stile ha questo Gesù: libero di essere schiavo” – Leggiamo nel canone della Messa: “Offrendosi liberamente alla sua passione – Nella notte in cui fu tradito li amò sino alla fine – Lavò loro i piedi” come uno schiavo nel bel mezzo di una cena condivisa. È necessario essere in ascolto “del vento scompigliante dello Spirito Santo”. Essere segno di vita, di gioia, con un supplemento di umanità. Essere libera della libertà di Gesù. Essere libera di essere schiava dell’umanità sofferente.
Il tema dell’incontro delle Suore delle prefetture 34,35,36, a Roma, oggi 7 aprile 2019, con la presenza di una settantina di sorelle: “La gioia e la libertà”. La gioia e la libertà sono in un unico grembo, il grembo della nostra vocazione di donne consacrate.
Ripercorro nella mia storia il cammino del Signore, vivendo nella maturità di oggi la nostalgia del primo “sì” detto al Signore. Il nostro Dio non è una idea, è UNA PERSONA che ama totalmente. Ascoltiamo Dio con gli occhi, entrando in contatto vivo con Lui, lasciando passare questa GRAZIA della Sua presenza attraverso di noi per raggiungere i fratelli e le sorelle del mondo. Riempiamo di amore le cose ripetitive del nostro quotidiano. Gesù è l’ultima parola di Dio che deve illuminare il nostro interno, affinché la luce splenda fuori e il mondo possa vederla chiaramente.
Questo incontro e le parole condivise dalla relatrice, sono state come un orizzonte aperto, uno squarcio di vita viva, una leggerezza dentro, con un cuore che si dilata nella libertà e nella gioia di una vita di consacrazione donata totalmente. L’unico mio confronto è Gesù Cristo! (Sr M. Rosa Venturelli)