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Apertura a 360 gradi · Da quarant’anni i volontari di Semi di Pace al servizio delle periferie ·

Apertura a 360 gradi · Da quarant’anni i volontari di Semi di Pace al servizio delle periferie ·

Una vita messa «a servizio dell’uomo e della donna, della loro dignità, e questo in tutte le sue forme, dall’aiuto ai poveri e ai malati all’educazione dei bambini». Parole riassuntive, queste, che l’assistente spirituale di “Semi di pace onlus”, padre Paolo Maiello, affida a «L’Osservatore Romano» a pochi mesi dal 40° anniversario della creazione di una realtà nata dall’esperienza di un gruppo di giovani di Tarquinia, nel Lazio, desiderosi di fare qualcosa per gli altri, in particolare per i più disagiati della loro cittadina. Un’avventura che inizia localmente, dunque, ma che con il passar del tempo oltrepassa i confini della Chiesa locale aprendo sedi e servizi in Umbria e in Puglia, per poi estendersi a diversi paesi: Romania, Repubblica Dominicana, Cuba, Messico, Perú, Burundi, Camerun, Repubblica Democratica del Congo e India.

«Tutto è stato fatto passo a passo. L’avventura è iniziata con il bussare porta a porta per portare il cibo fino a diventare una associazione che oggi abbraccia vari progetti, però mantenendo delle aree, come l’educazione e l’assistenza sanitaria. Si cerca di essere attenti all’uomo ovunque c’è bisogno, è un percorso di vita», racconta padre Maiello, francescano minore e parroco di San Leonardo da Porto Maurizio, ad Acilia. «Possiamo dire che operiamo a 360 gradi, laddove ci viene chiesto di essere presenti come Chiesa in uscita, come dice Papa Francesco», aggiunge il religioso.

Ma rimaniamo ancora a Tarquinia, con un salto nel passato fino alla fine degli anni novanta. Nella periferia della cittadina si era presentata allora un’opportunità da cogliere: un terreno demaniale di due ettari utilizzato da anni come discarica abusiva. Perché non bonificare questo terreno e convertirlo in un’area a disposizione di tutta la cittadinanza? Dopo numerosi interventi di riqualificazione ad opera dei volontari dell’associazione, nasce così la Cittadella, che rappresenta oggi un importante polo di inclusione sociale per i cittadini di Tarquinia e dei comuni limitrofi. In questo luogo, aperto tutto l’anno alle famiglie, agli anziani, ai disabili, ai migranti, è possibile usufruire di una serie di servizi socio-assistenziali, trascorrere il proprio tempo libero con attività ricreative e partecipare a manifestazioni di carattere culturale.

Un’area della Cittadella è stata dedicata alla memoria dei drammatici avvenimenti che hanno segnato la storia del ventesimo secolo, con la realizzazione di un Memoriale della Shoah.

Per portare i suoi progetti a buon porto, “Semi di pace” può avvalersi di un’ampia rete di volontari, che opera con generosità e competenza nei vari settori. «Quasi ogni mese organizziamo una sessione di formazione dei volontari dove vengono trattati vari temi — spiega padre Maiello — inoltre la nostra associazione ha il compito di vegliare sul loro bagaglio teologico e spirituale». «La nostra esperienza nasce da una vita di fede e preghiera personale, altrimenti non si può avere quello sguardo che va oltre noi stessi che è lo sguardo di Dio», aggiunge il francescano. “Semi di Pace” non è un’azienda o una ong perché «al centro di tutto ci sono la Parola e l’Eucaristia». «In questi anni che ho avuto la grazia di vivere questa esperienza — conclude padre Maiello — ho visto compiere tanti miracoli, tanti uomini e donne che in contatto con la povertà, il disagio dell’altro, la malattia, veramente cambiano nel loro cuore». Insomma, la voglia di diventare protagonisti della propria esistenza, di cambiare la propria vita e quella degli altri, diventa non solo un principio o uno slogan, ma una realtà. (charles de pechpeyrou)

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