C’è un «ricominciare sempre da capo» che non è semplice abitudine o routine ma «un andare sempre più in profondità». E’ questo che l’anno liturgico propone a ciascun cristiano quando, con l’Avvento, ci invita a ricominciare, senza che questo sia un ripetere banale poiché «tutto è importante nella vita se fatto in una direzione» e per questo quello di preparazione e attesa del Natale è un tempo che «ci aiuta a convertire lo sguardo». Sono queste le parole di madre Fulvia Sieni, priora del Monastero di clausura dei Santi Quattro Coronati, a due passi da San Giovanni in Laterano, che ha tenuto una meditazione sull’Avvento sabato sera, 14 dicembre, in occasione del ritiro di Natale organizzato al Seminario Maggiore dall’Ufficio del Vicariato per la pastorale scolastica e rivolto a tutti gli insegnanti di religione cattolica della diocesi.
«Il racconto dei Vangeli di queste prime domeniche di Avvento – ha osservato la religiosa- è molto veloce, con la fretta di Maria che parte per andare da Elisabetta o nei sogni poco tranquilli di Giuseppe», a dire che «ci viene comunicata una dinamica, un movimento, come sarà quello dei Magi, perché ci mette dentro una vivacità e un fermento» per cui anche se «qualcuno non fosse ancora entrato nel clima dell’Avvento perché preso dalla fretta delle tante cose da fare e dalla frenesia, questo non è sbagliato: si può recuperare», ha tranquillizzato suor Fulvia. Semplicemente, ha spiegato, «il nostro “darsi da fare” va illuminato, va evangelizzato» anche e soprattutto alla luce «dei segni del Vangelo, quelli che a noi possono sembrare segni non buoni: la sterilità di Elisabetta o il mutismo di Zaccaria o, ancora, la povertà di Giovanni nel deserto»; eppure «sono segni premonitori dell’agire di Dio» perciò «se anche tu sei solo, se vivi un momento di sterilità nella tua vita – ha continuato suor Fulvia rivolgendosi a ciascuno -, pensa che questi sono segni premonitori del fatto che Dio agisce e agirà nella tua vita poiché nulla è da scartare». Con Dio e la Sua azione, allora, si può ripartire da qualunque situazione di criticità laddove «ogni anno il tempo di Avvento è per il cristiano il Capodanno, è l’inizio, è “oggi ricomincio” ma non una cosa nuova, bensì cominciamo di nuovo – ha chiarito Sieni – se ci fidiamo della proposta della Chiesa di ripartire e ricominciare». L’anno liturgico, allora, «ci regala un altro modo di stare nel tempo» dandoci «una direzione e una destinazione, così importanti», perché «il Bambino che nasce, contro ogni infantilismo, è lo stesso Re dell’Universo che la Chiesa celebra quando l’anno liturgico si conclude» e se «Dio non è il Signore della tua vita allora è tutto inutile» poiché «se non è Gesù il tuo Signore, vuol dire che avrai un altro padrone, sarai schivo e non libero» mentre «con il Natale ti è regalato un Signore che ti libera», ha illustrato la priora.
Da parte sua, nell’omelia della Messa che ha presieduto al termine del momento di meditazione e riflessione, il vescovo Di Tolve ha sottolineato l’importanza della «condivisione, del mettere insieme quello che si ha» così come nel Vangelo della terza domenica di Avvento invita a fare Giovanni Battista rispondendo a coloro che lo interrogano sul che cosa fare per salvarsi. Da qui la sottolineatura del presule sulla «bellezza di essere una comunità come lo è quella scolastica» e sull’importanza «di ogni azione, anche la più piccola», perché «un passo per quanto piccolo incide ed è importante per me e per gli altri». In particolare, ha osservato Di Tolve, «è bello sapere che ognuno di noi può essere l’occasione per cui ci si pongono delle domande di senso: è un dono che avviene attraverso la tua presenza, con il tuo “stare in mezzo”», ha detto rivolgendosi a ciascuno dei tanti docenti presenti alla celebrazione. Ancora, l’invito a «decentrarsi» come fa il Battista che «non ha paura di farsi da parte quale umile precursore del Signore» e il monito affinché «in tempi come quelli attuali, così difficili», come cristiani «siamo sempre in grado di stare davanti alla carneficina esistenziale anche dei nostri ragazzi e ragazze, sentendoci chiamati ad avere fiducia» perché «il Signore è capace di raggiungere l’abisso di ciascuno».
Al termine del ritiro di Natale e prima del brindisi finale condiviso, il direttore dell’Ufficio per la pastorale scolastica Rosario Chiarazzo ha rivolto a nome di tutti gli insegnanti gli auguri al vescovo incaricato don Michele DiTolve «per l’attenzione e l’interesse con cui segue il nostro e vostro impegno nel mondo della scuola» e ha inoltre ricordato «nella gioia del Natale, i figli dei nuovi nati degli insegnanti nel corso dell’anno e coloro che hanno lasciato l’insegnamento per raggiunti limiti di età e di servizio». L’augurio per tutti è quello di «donare motivi di speranza e di gioia, consapevoli di essere una comunità di fede che vive ogni giorno al servizio delle nuove generazioni», ha concluso.
Articolo ripreso da RomaSette e dal sito CEI