Tra i promotori figurano A.Ge., Faes, AGeSC, Associazioni nonni, Articolo 26, Non si tocca la famiglia, Generazione Famiglia e Moige. Le realtà, attive nella tutela delle prerogative familiari, sottolineano l’urgenza di un intervento mirato per supportare quello che definiscono “la base dell’intera società”. La Costituzione italiana e la legge 62/2000, che ha introdotto il Sistema nazionale di istruzione e formazione, vengono citate come fondamenti legislativi che, a loro avviso, non sono pienamente applicati. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di lanciare un chiaro messaggio a favore della libertà di scelta educativa.
Scuola paritaria e ostacoli economici
Le associazioni denunciano una palese violazione del dettato costituzionale, evidenziando un ostacolo di natura economica che limita il diritto alla libera scelta educativa. A quasi ottant’anni dall’entrata in vigore della Costituzione, i genitori italiani possono iscrivere gratuitamente i figli alla scuola statale, ma devono sostenere i costi per l’iscrizione a una scuola paritaria, riconosciuta come ‘pubblica’ dalla legge. Le associazioni ritengono che questa disparità economica rappresenti un impedimento concreto, non in linea con i principi espressi dalla Costituzione. Secondo la loro analisi, persiste un ostacolo ideologico, che ostacola l’attuazione del diritto, proveniente da vari settori della politica e della società civile, che di fatto impedisce il pieno esercizio di una scelta educativa in linea con i principi costituzionali.
La proposta del buono scuola nazionale
Per superare le attuali difficoltà, le associazioni propongono l’introduzione di un buono scuola nazionale nella prossima legge finanziaria. Tale strumento è visto come la soluzione più efficace per rimuovere gli ostacoli economici e consentire alle famiglie di esercitare il proprio diritto costituzionale. Il confronto viene fatto con i settori della sanità e del lavoro, in cui articoli come il 32 e il 35 della Costituzione hanno garantito l’erogazione di servizi pubblici. Il buono scuola è già stato implementato con successo in alcune Regioni e viene considerato uno strumento che non solo aiuterebbe concretamente le famiglie in difficoltà, ma rafforzerebbe anche l’intero sistema scolastico. Valorizzando il pluralismo educativo, si favorirebbe un confronto costruttivo che andrebbe a beneficio di tutta la democrazia. La proposta punta a sostenere il ruolo della famiglia, considerata un pilastro della società.