Educare alla speranza: dall’emergenza educativa al Giubileo 2025

Nel cammino verso il Giubileo della Speranza 2025, la Chiesa ci invita a volgere lo sguardo a uno dei suoi compiti più delicati e profetici: educare. Educare, nel linguaggio cristiano, non è solo trasmettere conoscenze, ma accompagnare alla vita, formare alla libertà, costruire comunità. Il Magistero recente, da Gravissimum Educationis a Dilexi Te e alla Lettera Apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza”, offre una visione unitaria dell’educazione come atto di fede, carità e speranza.

■ 1. Le radici conciliari: Gravissimum Educationis
Nel 1965, in pieno Concilio Vaticano II, la Chiesa pubblicò la Gravissimum Educationis. Essa affermava con forza che ogni persona ha diritto a un’educazione capace di sviluppare pienamente la dignità e la vocazione al bene. L’educazione è missione condivisa tra famiglia, Chiesa e società civile, e mira alla formazione integrale della persona. È la radice teologica della riflessione educativa contemporanea: un invito a unire fede e cultura, verità e amore.

■ 2. Dilexi Te: educare come atto di giustizia e carità
Sessant’anni dopo, Papa Leone XIV rilancia questa eredità nella Dilexi Te. Egli parla di emergenza educativa, in continuità con Papa Francesco, una crisi che tocca il cuore delle persone e delle società. Educare diventa un atto di giustizia: riconoscere in ogni persona la dignità di figlio di Dio e il diritto alla libertà e alla conoscenza.

«L’educazione dei poveri non è un favore, ma un dovere.» (Dilexi Te, 72)

■ 3. Disegnare nuove mappe di speranza: la visione di Papa Leone XIV
Nel 2025, Papa Leone XIV propone, con la Lettera Apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza”, una nuova geografia dell’educazione. Educare è evangelizzare: portare il Vangelo nel cuore della cultura e della tecnologia. Il Papa parla di una costellazione educativa cattolica, una rete globale di scuole, università e comunità che promuovono un umanesimo integrale.

■ 4. L’educazione nel contesto del Giubileo 2025
Il Giubileo della Speranza è un tempo di grazia e di rinascita. Educare alla speranza significa insegnare a credere nel futuro, a leggere la vita come dono, a costruire giustizia e pace. Ogni scuola e università cattolica è chiamata a diventare casa di speranza, laboratorio di fraternità e luogo di cura del creato.

■ 5. Continuità teologico-pastorale
Dall’analisi dei tre documenti emerge una visione coerente: Gravissimum Educationis fonda l’educazione sulla vocazione dell’uomo, Dilexi Te la radica nella carità e nella giustizia, e Disegnare nuove mappe di speranza la proietta nel futuro come opera di speranza. Educare significa credere nella bontà dell’uomo, seminare fiducia, costruire comunità e aprire orizzonti nuovi.

■ 6. Il valore dell’educazione cristiana
L’educazione cristiana ha una missione decisiva: rigenerare il tessuto morale e spirituale della società. Essa coltiva la libertà interiore, promuove la solidarietà, difende la dignità della persona e apre alla trascendenza. Educare è un mestiere di promesse e di fiducia: ogni persona porta dentro di sé un seme di luce che attende di germogliare.

■ Conclusione
Educare è un atto di fede, di carità e di speranza. In questo Giubileo della Speranza, la Chiesa ci ricorda che l’educazione è una vocazione evangelica e una via concreta per costruire un mondo più umano e fraterno. «Educare è servire la vita, credere nella promessa di Dio e disegnare nuove mappe di speranza.»

Anno Giubilare della Speranza 2025

Dossier Giubileo dell’Educazione:

Discorso di Leone XIV agli studenti (30.10.2025)
Sintesi video e fotografica dell’incontro nell’Aula Paolo VI 
Discorso di Leone XIV agli educatori (31.10.2025) 
Sintesi video e fotografica dell’incontro in piazza S.Pietro
Omelia con gli studenti delle Università Pontificie (27.10.2025) 
Gli eventi del Giubileo del Mondo Educativo