Sedici schede per conoscere l’ebraismo. Contro ogni forma di discriminazione e antisemitismo. È stato presentato ieri, a Roma, al Ministero dell’Istruzione e del Merito, il lavoro realizzato dagli Uffici della Conferenza episcopale italiana (l’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, l’Ufficio nazionale per l’Educazione, la scuola e l’università; il Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica) e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei). Si tratta di un approfondimento dei temi più rilevanti della tradizione ebraica, destinato alla redazione dei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica (Irc) nelle scuole.
L’incontro si è tenuto a porte chiuse e ha visto la partecipazione del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, e di Noemi Di Segni, presidente dell’Ucei. Tra gli altri, presenti anche il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Azione Cattolica italiana, e Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma. Tutti hanno ribadito la volontà di continuare a collaborare, così come «la reciproca stima, fondata su un dialogo schietto e onesto, nel rispetto delle differenze». A fondamento del progetto, la promozione della cultura e della conoscenza «come vero antidoto ad ogni forma di antisemitismo, per la crescita delle nostre comunità e della società intera», si legge nella presentazione delle schede firmata da Noemi Di Segni e da Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei e arcivescovo di Cagliari.
L’obiettivo, ha spiegato il cardinale Zuppi a margine dell’evento, «è lavorare insieme con la cultura e con i responsabili della comunità ebraica per diffondere insieme con chiarezza la conoscenza dell’ebraismo e della sua tradizione, che evidentemente fa parte anche della nostra». Per l’arcivescovo di Bologna, è un impegno «che ci fa bene come metodo di lavoro e come contenuto». Le schede, ha aggiunto, «non sono importanti solo per la scuola, ma per tutti, perché ci aiutano a combattere tanta ignoranza, e a imparare la semantica e anche molte parti delle nostre feste». Secondo il presidente della Cei, «non si può capire la Pasqua senza conoscere la Pasqua ebraica», così come non si possono comprendere molti altri aspetti della nostra tradizione cristiana «senza conoscere quella di Gesù, che era ebreo».
Anche Noemi Di Segni ha sottolineato l’importanza di «un lavoro congiunto», che ha permesso di «ragionare insieme sulle criticità di conoscenza presenti nell’editoria scolastica». Un progetto, ha spiegato la presidente dell’Ucei, che ha consentito quindi di «colmare vuoti e chiarire determinati concetti per arginare l’antisemitismo». Tra gli argomenti trattati, Dio, la Bibbia, le feste ebraiche, il superamento del tema del deicidio e la collocazione di Gesù rispetto al suo vissuto ebraico. Contenuti che «sono universali – ha continuato Di Segni –, ma che spesso vengono affrontati in maniera molto generica, se non addirittura distorta». La presidente ha quindi concluso definendo il lavoro come «un punto di partenza» e, per la metodologia di scrittura, come «un esempio importante» da tenere presente anche per eventuali approfondimenti di altre religioni.
Le ha fatto eco il ministro Valditara, che ha posto l’accento sull’istruzione dei giovani. «Dobbiamo impegnarci tutti perché, a prescindere da qualsiasi contesto, il demone dell’antisemitismo non ritorni mai più – ha sottolineato –. A ottant’anni da Auschwitz non possiamo permetterci il risorgere di rigurgiti terribili che hanno segnato la storia dell’Europa». In questo senso, ha elogiato l’iniziativa della Cei e dell’Ucei e ha evidenziato la necessità di far conoscere sempre di più la cultura ebraica nelle scuole. «Sedersi tutti insieme intorno a un tavolo – ha aggiunto Valditara – è un segnale forte di costruzione di un messaggio di verità, di rispetto e di dialogo, soprattutto per le nuove generazioni». Proprio riferendosi a loro, ha concluso: «Bisogna partire dagli studenti per fare in modo che non si affermino pregiudizi e narrazioni sbagliate sulla cultura ebraica e sul ruolo che ha avuto nella nostra storia». Per una società sempre più incentrata sulla costruzione di ponti e sulla pace.